Indice degli argomenti
♦ Le varianti del virus SARS-CoV-2♦ I farmaci utilizzati per trattare la malattia Covid-19
♦ Le terapie di supporto
♦ Gli studi per la sperimentazione di nuovi farmaci e terapie anti-Covid19Ultime novità
Sabizabulina orale per gli adulti ad alto rischio ricoverati in ospedale con Covid-19: pubblicata sul NEJM un'analisi ad interim
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Le varianti del virus SARS-CoV-2I virus cambiano costantemente attraverso mutazioni nel loro genoma.
Lo stesso sta succedendo con il virus che causa COVID-19. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (
ECDC) valuta regolarmente nuove prove sulle varianti rilevate in Europa attraverso l'intelligence epidemica, lo screening delle varianti genomiche basato su regole o altre fonti scientifiche. Per dettagli sulla situazione corrente, consulta la dashboard varianti SARS-CoV-2
Per approfondire:
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I farmaci utilizzati per trattare la malattia Covid-19
Attualmente
non esiste nessuna terapia che si sia dimostrata sicuramente efficace nella cura dell’infezione da SARS-CoV-2. Dato che si tratta di un’infezione virale e che la fase avanzata di COVID-19 è legata anche alla
risposta infiammatoria dell’organismo, le
classi di farmaci attualmente utilizzate includono agenti antivirali, inibitori dell'infiammazione/farmaci antireumatici, eparine a basso peso molecolare, plasma e anticorpi terapeutici.
Per altre info consulta:- la sezione
Farmaci utilizzabili per il trattamento della malattia COVID-19 sul sito dell'AIFA (con le schede informative dei farmaci usati in emergenza, le raccomandazioni sui farmaci per la gestione domiciliare e i trattamenti utilizzabili nel setting ospadaliero)
- la sezione
Raccomandazioni sull’uso dei farmaci nella popolazione esposta al virus sul sito AIFA
- la sezione
Programmi di uso compassionevole – COVID-19 sul sito AIFA
Le linee guida OMSConsulta il documento
Therapeutics and COVID-19: living guideline (ultimo aggiornamento: 14 July 2022)
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Anticorpi monoclonali
Numerose evidenze sperimentali e cliniche hanno dimostrato che una parte importante del danno provocato dal virus è legato ad un’alterata risposta infiammatoria e in alcuni pazienti a un abnorme rilascio di citochine pro-infiammatorie come interleuchina-6, interferone-gamma, tumor necrosis factor alfa.
Per questo, anche in base alla precedente esperienza dimostrata nei pazienti con SARS, vengono utilizzati nell’emergenza Covid-19 farmaci anti-infiammatori (in particolare anticorpi monoclonali) che da alcuni anni vengono utilizzati in reumatologia al fine di inibire la risposta immunitaria: il Tocilizumab e l’Anakinra.
In particolare, il farmaco maggiormente utilizzato nell'ambito delle sperimentazioni cliniche per il trattamento della malattia è stato il Tocilizumab (anticorpo diretto contro il recettore dell’interleuchina-6).
L’efficacia e la sicurezza di Emapalumab, un anticorpo monoclonale anti-interferone gamma, e Anakinra, un antagonista del recettore per la interleuchina-1, sono in valutazione in uno studio di fase 2/3, multicentrico, volto a ridurre l’iper-infiammazione e il distress respiratorio in pazienti con infezione da nuovo coronavirus.
Gli anticorpi monoclonali sono anticorpi identici, in grado di legarsi a un solo determinante antigenico, sintetizzati in laboratorio da un clone di linfocita B.
La maggior parte degli antigeni ha diversi determinanti antigenici, ognuno dei quali stimola la produzione di una miscela di anticorpi, ciascuno prodotto da un diverso clone di linfociti B.
Nel 1975 fu messa a punto per la prima volta la tecnica per sintetizzare gli anticorpi monoclonali. Tecniche avanzate di ingegneria genetica hanno permesso la generazione di vari tipi di anticorpi monoclonali, che attualmente vengono utilizzati sia in ambito diagnostico che terapeutico.
I ricercatori stanno cercando di sintetizzare anticorpi monoclonali specifici per SARS-CoV-2 in modo tale da impedire al virus, attraverso meccanismi d’azione diversi, di attaccarsi al recettore ACE-2 della cellula ospite.
Per maggiori info:
- consulta sul sito dell'AIFA la sezione Uso degli anticorpi monoclonali per Covid-19
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Antivirali
Diversi
inibitori delle proteasi (e.g. darunavir, atazanavir) attualmente utilizzati per la
terapia dell’HIV, potrebbero
inibire la replicazione virale dei coronavirus
inattivando le proteasi, che sono fondamentali per la replicazione.
Infatti, fra i principali farmaci che sono stati utilizzati nell’ambito del piano nazionale di gestione dell’emergenza COVID-19, troviamo il
Lopinavir/Ritonavir (Kaletra).
Anche
Remdesivir, appartenente alla classe degli analoghi nucleotidici e utilizzato in precedenza nell’epidemia da virus
Ebola in Africa, è utilizzato in pazienti con
malattia moderata e severa.
E’ ancora in corso lo studio
Adaptive Randomized trial for therapy of COrona virus disease 2019 at home with oral antivirals (ARCO-Home study) che ha l’obiettivo di sperimentare l’efficacia di Darunavir-cobicistat, Lopinavir-ritonavir, Favipiravir e Idrossiclorochina come
terapie domiciliari in una popolazione COVID-19 precoce al fine di prevenire la
progressione dell’infezione verso forme cliniche gravi o critiche con necessità di ricorso al ricovero e a procedure invasive come l’intubazione.
Per maggiori info:- consulta sul sito dell'AIFA la sezione
Uso degli antivirali per Covid-19
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CorticosteroidiL'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) rende disponibile la scheda relativa all’utilizzo dei corticosteroidi per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19. La scheda riporta le prove di efficacia e sicurezza disponibili al momento e fornisce ai clinici elementi utili ad orientarne la prescrizione.
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Eparine a basso peso molecolarePur non essendo un farmaco specifico per il trattamento della malattia da SARS-CoV-2, l’AIFA inserisce le
eparine a basso peso molecolare fra i farmaci utilizzabili nel
trattamento di questa patologia fornendo elementi utili ad orientare i clinici nella prescrizione.
Le eparine a basso peso molecolare (EBPM) vengono utilizzate nella
profilassi del tromboembolismo venoso post chirurgico e del
tromboembolismo venoso in pazienti non chirurgici affetti da una
patologia acuta (ad esempio: insufficienza cardiaca acuta, insufficienza respiratoria, infezioni gravi o malattie reumatiche) e mobilità ridotta.
Nella fase avanzata da COVID-19 è stata osservata un’
alterazione progressiva di alcuni
parametri infiammatori e coagulativi tra cui aumentati livelli dei frammenti di degradazione della fibrina come il D-dimero, consumo di fattori della coagulazione, trombocitopenia, ecc. Pertanto in tale fase l’obiettivo dovrebbe essere il contenimento dell’iperinfiammazione e delle sue conseguenze (ad esempio con i farmaci biologici) e le EBPM o le eparine non frazionate a dosi terapeutiche sono note per le loro proprietà anticoagulanti.
Per maggiori info:- consultare sul sito dell'AIFA la scheda
Uso delle eparine nei pazienti adulti con Covid-19 torna all'indice
Terapie di supporto
Altre terapie essenziali sono le cosiddette terapie di supporto utilizzate per mantenere in vita il paziente in attesa che altri farmaci siano efficaci o che la malattia guarisca spontaneamente. Di questi fanno parte:
- ossigenoterapia a bassi o alti dosaggi
- ventilazione a pressione positiva non invasiva (NIV)
- ventilazione meccanica mediante intubazione
- extra corporeal membrane oxygenation (ECMO), che può essere attuata in casi estremi e che consiste nel sostituire l’azione polmonare di ossigenazione utilizzando una procedura di circolazione extracorporea aumentando, così, l’ossigenazione del sangue.
Un’altra misura terapeutica di supporto consiste nel mobilizzare il malato dal letto alla poltrona e di fargli assumere la posizione prona, quando disteso, al fine di ottenere una migliore espansione polmonare.
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Gli studi per la sperimentazione di nuove terapie anti-Covid19
Il numero di studi su COVID-19 è continua evoluzione: su ClinicalTrials.gov è possibile accedere alla pagina che mostra tutti gli studi. La ricerca può essere perfezionata per argomento o attraverso una mappa per paese e inoltre si possono applicare filtri: in che fase si trova lo studio, quali sono i criteri di eligibilità dei partecipanti, il tipo di studio, in che fase si trova. Attraverso la mappa, cliccando sull'Italia, si vedono gli studi attivati nel nostro paese.
In Italia la valutazione di tutte le sperimentazioni cliniche sui farmaci è stata affidata all’AIFA (Decreto Legge Cura Italia Art. 17). L’AIFA autorizza sperimentazioni cliniche controllate che prevedono l’utilizzo su pazienti affetti da COVID-19 di alcuni trattamenti farmacologici. Per gli ultimi aggiornamenti:consulta la pagina Sperimentazioni cliniche - COVID-19 sul sito dell'AIFA.
Inoltre l’Italia ha partecipato allo studio promosso dall’OMS dal titolo Public health emergency SOLIDARITY TRIAL: An international randomised trial of additional treatments for COVID-19 in hospitalised patients who are all receiving the local standard of care, che ha confrontato quattro opzioni di trattamento (potenziali agenti antivirali, Remdesivir, Clorochina/Idrossiclorochina, Lopinavir - somministrato con Ritonavir, per rallentare la degradazione epatica - e l'interferone β1a) con lo “standard of care”, per valutare la loro efficacia contro COVID-19.
Nel Regno ogni paziente COVID-19 di età superiore ai 18 anni è stato invitato a partecipare al trial RECOVERY, uno stuido randomizzato per identificare i farmaci efficaci nel trattamento degli adulti ospedalizzati con COVID-19. Il trial è progettato per avere il minor impatto possibile sul personale del Servizio sanitario. I dati della sperimentazione sono periodicamente rivisti in modo che qualsiasi trattamento efficace identificato possa essere rapidamente reso disponibile a tutti i pazienti. Il team del trial RECOVERY esamina costantemente le informazioni sui nuovi farmaci e includerà quelli promettenti nella sperimentazione.
Per altre info:
- consulta sul sito AIFA la sezione Sperimentazione cliniche Covid-19
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A cura di:
- Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
- Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi