Vaiolo delle scimmie, l’aggiornamento sui casi in Europa


27/6/2022
Sulla base del Bollettino di sorveglianza congiunto realizzato dal Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (WHO), questo è il quadro in Europa al 21 giugno 2022:

  • 29 paesi della regione europea hanno segnalato 2.746 casi
  • per 1.799 di questi casi sono note una serie di informazioni utili a fornire una prima descrizione epidemiologica dei casi, essendo stati registrati su base individuale nel sistema di sorveglianza europea (TESSy)
  • la quasi totalità (1.796 casi) sono stati confermati in laboratorio
  • 21 dei casi segnalati sono riconducibili al virus del vaiolo delle scimmie circolante nell'Africa occidentale
  • la maggior parte dei pazienti (44,1%) ha un'età compresa tra 31 e 40 anni e appartiene al genere maschile (99,4%)
  • tra i casi per i quali è nota la diagnosi di Human Immunodeficiency Virus (HIV), il 40,9% sono sieropositivi
  • 5 sono i casi di vaiolo delle scimmie tra gli operatori sanitari, che non hanno acquisito l’infezione attraverso l'esposizione professionale
  • non è stato segnalato alcun decesso fino a questo momento

Secondo la valutazione epidemiologica pubblicata il 23 maggio scorso dall’ECDC, nei Paesi della UE/SEE la probabilità che la malattia si diffonda è considerata elevata in persone che hanno più partner sessuali e bassa nella popolazione generale.

Il report rimarca che, nonostante finora la maggior parte dei casi abbia presentato sintomi lievi, il virus del vaiolo delle scimmie può causare malattie gravi, specialmente in alcuni gruppi di popolazione più fragili.

Il trattamento della malattia è principalmente sintomatico e di supporto, compresa la prevenzione e il trattamento delle infezioni batteriche secondarie. Il vaccino contro il vaiolo può essere preso in considerazione per la profilassi post-esposizione dei contatti stretti ad aumentato rischio di malattia grave e con un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio per ciascun individuo. Risultano però ancora mancanti informazioni utili a comprendere l’impatto dei vaccini attualmente disponibili sui soggetti più vulnerabili. Anche i farmaci antivirali sono raccomandati come potenziali opzioni di trattamento per i casi piú gravi di malattia.

L’ECDC suggerisce di concentrarsi sulla tempestiva identificazione, gestione e segnalazione di nuovi casi di malattia, potenziando:

  • le azioni mirate al tracciamento dei contatti
  • la capacità diagnostica per gli orthopoxvirus
  • la disponibilità di vaccini contro il vaiolo, di antivirali e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari

Viene inoltre raccomandato di mettere in atto campagne di comunicazione del rischio, orientate a sensibilizzare la comunità per aumentarne la consapevolezza, fornendo indicazioni sempre aggiornate alle persone maggiormente a rischio, cosí come alla popolazione generale.

Per quanto concerne il potenziale rischio di trasmissione in Europa da uomo ad animale, è fortemente raccomandata una stretta collaborazione intersettoriale tra le autorità sanitarie pubbliche, umane e veterinarie, che lavorano in una prospettiva One Health per gestire gli animali domestici esposti, allo scopo di prevenire la trasmissione della malattia nella fauna selvatica. Ad oggi l'European Food Safety Authority (EFSA) non è a conoscenza di alcuna segnalazione di infezioni negli animali, sia domestici che selvatici, nell’Unione Europea.

Esistono ancora diverse incognite riguardo a questo virus, pertanto l'ECDC continuerà a monitorare gli sviluppi e ad aggiornare la valutazione del rischio non appena saranno disponibili nuovi dati e informazioni.


A cura di:

  • Francesco Innocenti, ARS Toscana




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