Efficacia della quarta dose di vaccino a mRNA contro la forma grave di Covid-19 causata dalla variante Omicron: uno studio israeliano


20/5/2022
Sono stati recentemente pubblicati su The New England Journal of Medicine i risultati dello studio: Protection by a Fourth Dose of BNT162b2 against Omicron in Israel che, attraverso l’utilizzo dei dati provenienti dal database nazionale del Ministero della Salute israeliano, ha valutato l'efficacia della quarta dose rispetto a quella della terza dose contro l’infezione confermata da SARS-CoV2 e la forma grave di COVID-19 nella popolazione israeliana di età ≥60 anni.

Come noto, a livello globale, a partire dalla fine di dicembre 2021, con l'emergere della variante Omicron (B.1.1.529) di SARS-CoV-2, la prevalenza dell'infezione confermata è aumentata notevolmente. Alcuni dei fattori che hanno contribuito a tale aumento sono stati, non solo l'evasione immunitaria da parte della variante, ma anche il fatto che la maggior parte degli adulti aveva ricevuto la terza dose di vaccino da oltre 4 mesi. Sulla base di tali premesse, nel tentativo di affrontare le conseguenze della diffusione della variante Omicron e di ridurre il carico sul sistema sanitario, il 2 gennaio 2022 le autorità israeliane hanno approvato la somministrazione di una quarta dose del vaccino BNT162b2 (Pfizer–BioNTech) a soggetti, a cui la terza dose era stata somministrata da oltre 4 mesi, di età≥60 anni, a quelli ad alto rischio e agli operatori sanitari.

Lo studio è stato condotto tra il 10 gennaio 2022 e il 2 marzo 2022. I gruppi che avevano ricevuto quattro dosi sono stati confrontati con due gruppi di controllo: soggetti eleggibili per la quarta dose ma che non l'avevano ancora ricevuta (gruppo a tre dosi), mentre un secondo gruppo di controllo era costituito da persone che avevano ricevuto la quarta dose da 3 a 7 giorni prima (gruppo di controllo interno). Sono stati inclusi un totale di 1.252.331 soggetti. Dai risultati dello studio relativi alla protezione conferita dalla quarta dose, emerge che il tasso non aggiustato di infezione confermata risultava di 177 casi ogni 100.000 giorni-persona nel gruppo di soggetti a cui era stata somministrata la quarta dose, 361 casi ogni 100.000 giorni-persona nel gruppo a tre dosi e 388 casi ogni 100.000 giorni-persona nel gruppo di controllo interno. Il tasso non aggiustato per la forma grave di COVID-19 era di 1,5 casi ogni 100.000 giorni-persona nei gruppi aggregati a quattro dosi, di 3,9 casi ogni 100.000 giorni-persona nel gruppo a tre dosi e 4,2 casi ogni 100.000 giorni-persona nel gruppo di controllo interno. Il tasso di infezione confermata aggiustato nella quarta settimana (dal 22° al 28° giorno) dopo la somministrazione della quarta dose era inferiore rispetto a quello nel gruppo a tre dosi (171 casi ogni 100.000 giorni-persona vs 340 casi ogni 100.000 giorni-persona) e a quello del gruppo di controllo interno (308 casi ogni 100.000 giorni-persona). Durante la quarta settimana dopo la quarta dose venivano rilevate 170 infezioni confermate in meno ogni 100.000 giorni-persona rispetto al gruppo a tre dosi e 137 infezioni confermate in meno per 100.000 giorni-persona rispetto al gruppo di controllo interno. Dalla quinta settimana (dal 29° al 35° giorno) in poi, il tasso di infezione confermata iniziava a diminuire e il tasso aggiustato di infezione nell'ottava settimana dopo la quarta dose era molto simile a quello dei gruppi di controllo. Tuttavia, la malattia grave continuava a manifestarsi a tassi inferiori nei gruppi a quattro dosi, nelle 6 settimane successive alla somministrazione della quarta dose, rispetto al gruppo a tre dosi.

In conclusione, complessivamente i risultati dello studio hanno dimostrato l'efficacia della quarta dose di vaccino contro la forma grave di COVID-19 causata dalla variante Omicron, rispetto all’efficacia della terza dose somministrata da oltre 4 mesi. Al contrario, per l'infezione confermata, la quarta dose sembrava fornire solo una protezione a breve termine e un modesto beneficio assoluto. Merita di essere sottolineato che la protezione contro il ricovero ospedaliero conferita dalla terza dose somministrata da più di 3 mesi risultava sostanzialmente inferiore contro la variante omicron rispetto alla variante delta e che la quarta dose sembrava aumentare la protezione contro le forme gravi di COVID-19.

A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




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