I test di laboratorio per i virus epatitici (A, B, C, Delta, E) sono risultati negativi e sono iniziate le
indagini per rilevare i possibili agenti eziologici. Per il momento la diagnosi della possibile patologia emergente è basata su dati clinici: transaminasi elevate, talvolta ittero. La
patologia è
molto grave e 6 dei 74 bambini sono stati sottoposti a trapianto di fegato. In una coppia di casi si è evidenziata una correlazione epidemiologica.
Nel
primo rapporto OMS del 15 aprile non si erano registrati decessi, e si segnalavano anche 5 casi in Irlanda e 3 casi in Spagna, pur con un più ampio range di età (22 mesi – 13 anni). In pochi casi sono stati rilevati
SARS CoV2 e adenovirus. Non è chiaro il ruolo eventualmente giocato da questi virus in questa patologia, e continuano le indagini per altri agenti infettivi e anche prodotti chimici e tossine.
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Definizione di caso sulla base delle indicazioni dell'OMS e dell'ECDCLa
definizione di caso aggiornata è la seguente:
› Caso confermato: non disponibile al momento
› Caso probabile: un soggetto di età ≤ 16 anni che si presenta con un'epatite acuta (ma con test negativi per i virus epatitici maggiori A-E), con transaminasi (AST, ovvero aspartato aminotransferasi, oppure ALT, ovvero alanina aminotransferasi)>500 UI/L, a partire dal 1 ottobre 2021.
› Caso correlato epidemiologicamente: un soggetto che si presenta con un'epatite acuta (con test negativi per i virus epatitici maggiori A-E*) di qualsiasi età, contatto stretto di un caso probabile, a partire dal 1 ottobre 2021
*I casi che soddisfano questi criteri, ma ancora in attesa dei risultati sierologici per l'epatite A-E, possono essere segnalati e classificati come "in sospeso". Il test delta non è richiesto, poiché eseguito solo in soggetti HBsAg positivi.
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Casi nella Regione europea e nel mondo L'OMS ha predisposto una
sezione specifica con gli aggiornamenti dei casi rilevati a livello globale nei vari paesi.
L’OMS raccomanda di dare priorità alla
raccolta di routine di vari campioni il più presto possibile dopo l'insorgenza dei sintomi, per consentire l’esecuzione di test successivi finalizzati ad identificarne l’eziologia. Per supportare gli Stati membri, l'OMS sta istituendo una
rete di laboratori di riferimento sia a livello regionale che globale; ha, inoltre, sviluppato una
piattaforma di segnalazione dei casi clinici (CRF) per facilitare la raccolta di dati clinici globali standardizzati e anonimizzati. Attraverso l’utilizzo dei dati clinici rilevati a livello mondiale, l’OMS contribuirà a comprendere l'eziologia e la caratterizzazione clinica della malattia, la storia naturale e la gravità. Tali dati saranno, inoltre, utili per indirizzare le azioni di salute pubblica e lo sviluppo di linee guida con inclusione degli approcci alle indagini e agli interventi di prevenzione e controllo delle infezioni.
L'11 luglio 2022, l'OMS ha anche lanciato un sondaggio online globale con l'obiettivo di stimare l'incidenza di epatite acuta grave di eziologia sconosciuta nel 2022 rispetto ai cinque anni precedenti, per capire dove si verificano casi e trapianti di fegato in percentuali superiori all'atteso.
Anche l'ECDC raccoglie informazioni dettagliate sui casi di epatite di origine sconosciuta trasmessi dai 27 Paesi dell'Unione europea (UE) - inclusa l’Italia - e dagli ulteriori 3 Paesi dello Spazio economico europeo (SEE) nel
report periodico prodotto congiuntamente
all'OMS-Ufficio regionale per l'Europa.
Il
30 settembre 2022 è stato pubblicato il
bollettino aggiornato ECDC-WHO Europe, che ha sinteticamente descritto i casi di epatite di origine sconosciuta nei bambini di età ≤16 anni segnalati all' European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e all'Ufficio regionale dell'OMS per l'Europa attraverso il sistema di sorveglianza europea (TESSy).
Fino al 29 settembre 2022, sono stati complessivamente segnalati da
22 paesi un totale di
555 casi di epatite acuta ad eziologia sconosciuta. Rispetto al precedente bollettino del 26 agosto 2022, i nuovi casi sono stati 44, registrati da ben 10 paesi (1 in Finlandia, 1 in Francia, 8 in Grecia, 3 in Irlanda, 10 in Italia, 1 in Olanda, 3 in Polonia, 6 in Portogallo, 6 in Spagna e 5 in Gran Bretagna). Dei 555 probabili casi, presentavano informazioni riguardanti l’esito clinico. Di questi casi 382 casi, 6 erano deceduti.
In base alle informazioni disponibili,
97 soggetti su 359 (27%) hanno necessitato di
ricovero in un'unità di
terapia intensiva, mentre
23 su 307 (7.5%) hanno necessitato di un
trapianto di fegato. Complessivamente,
435 casi sono stati
testati per l'adenovirus, di cui
231 (53.1%) sono risultati
positivi. Dei
378 casi testati per SARS-CoV-2,
39 (10.3%) sono risultati
positivi. I dati sierologici per SARS-CoV-2, disponibili per 90 casi, mostravano il 63.2% di risultati positivi (67 casi). Dei 159 casi con dati disponibili sulla vaccinazione anti COVID-19, 141 (88.7%) non risultavano vaccinati.
Attualmente, l'ipotesi più accreditata per spiegare i casi di epatite acuta non A-E tra bambini prende in considerazione il
ruolo svolto dall'infezione da adenovirus. Si suppone, infatti, che l'infezione naturale da adenovirus nei bambini possa essere complicata da un
cofattore aggravante. I possibili cofattori includono: una maggiore suscettibilità a causa della minore esposizione agli adenovirus durante la pandemia di coronavirus del 2019, con una possibile esposizione ritardata che potrebbe aver indotto una risposta immunitaria più vigorosa con conseguenti gravi danni al fegato; un’infezione precedente o concomitante con altri virus, inclusa la sindrome respiratoria acuta coronavirus 2 (SARS-CoV-2) o l'esposizione a tossine o altro agenti ambientali. Un'
altra ipotesi presuppone che un
nuovo tipo di adenovirus, con o senza i suddetti cofattori, sia la
causa principale. In favore del ruolo chiave imputato agli adenovirus in questo contesto, si basa sull'osservazione che più di tre quarti dei casi segnalati, risultavano positivi per gli adenovirus, in particolare per il ceppo di adenovirus chiamato F41.
In conclusione, da questo report persiste la
tendenza in diminuzione dei casi di epatite nei bambini a partire dalla 18a settimana dell'anno, sebbene vi sia stato un lieve incremento dei casi rispetto all’ultimo report di agosto 2022.
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Casi in ItaliaA seguito delle prime allerte ricevute attraverso il sistema dell’
Early Warning and Response System (EWRS), il Ministero della Salute ha prontamente informato le Regioni ed attivato la segnalazione dei casi nel nostro Paese, in coordinamento con l’ISS.
Una prima circolare è stata emanata il 23 aprile 2022:
›
Casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica
aggiornata da una successiva circolare del 23 maggio 2022:
›
Casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica. Aggiornamento sulla situazione epidemiologica, sulle definizioni di caso e sulla sorveglianza
Ulteriori informazioni sono reperibili nelle sezioni:
›
Epatiti pediatriche: cosa sappiamo. Istituto superiore di sanità
› Casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica. Epicentro
Secondo i
dati dell’Istituto superiore di sanità, in Italia,
al 29 settembre 2022, sono stati riportati in totale 45 casi “probabili”, dei quali 39 sono stati ospedalizzati (link: ).
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Aggiornamenti di letteraturaSono stati pubblicati i primi articoli scientifici sul tema. Il
primo articolo scientifico pubblicato è relativo alla prima segnalazione in Scozia.
Per consultare tutti gli aggiornamenti di letteratura sul tema consulta il nostro articolo
Epatite di origine sconosciuta nei bambini sul nostro portale NBST.
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A cura di:
- Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
- Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana