Ottobre, mese della prevenzione del tumore al seno. I programmi di screening della Regione Toscana

a cura di: S. Olivadoti, F. Voller


8/10/2024
Il mese di ottobre si tinge di rosa per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione nella lotta al tumore al seno. Durante questo periodo si promuove la consapevolezza sull’importanza della diagnosi precoce e dei percorsi di cura tempestiva.

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Ottobre rosa
Tumori e screening femminili in Italia
La prevenzione femminile in Toscana

Fonti bibliografiche


Ottobre rosa

La campagna Ottobre rosa rappresenta una delle iniziative più significative e diffuse in Italia e dimostra la volontà di informare e sensibilizzare donne e uomini di ogni età sull’importanza della diagnosi precoce.

La prevenzione è fondamentale e non dovrebbe essere mai rimandata. La campagna “Ottobre Rosa” è finalizzata a invitare le donne a partecipare attivamente agli screening.

Il claim scelto dalla LILT per il mese di ottobre 2024 è Join the Fight, attraverso il quale si invitano le donne a unirsi nella battaglia contro il cancro alla mammella.

Durante tutto il mese vengono messe in atto molte iniziative per aumentare la consapevolezza delle donne sul tumore al seno e sull’importanza della prevenzione.
Tra le tante iniziative in particolare segnaliamo:

  • l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione, che coinvolgono la comunità locale e diffondono informazioni sulla prevenzione e la diagnosi precoce
  • la diffusione di materiale informativo e gadget (es. le spille col nastro rosa) nelle piazze e sui treni
  • la promozione dello screening mammografico
  • il coinvolgimento dei media per diffondere messaggi di sensibilizzazione e raggiungere un pubblico più vasto
  • l’organizzazione di eventi di raccolta fondi, come maratone, concerti, aste benefiche, al fine di sostenere la ricerca scientifica e i programmi di assistenza per le donne affette da tumore al seno
La LILT e le associazioni provinciali (clicca qui per conoscere le attività della sede provinciale della Toscana) offrono visite senologiche gratuite nei loro ambulatori, organizzano conferenze e dibattiti, distribuiscono materiale informativo e illustrativo e mettono in atto molteplici iniziative volte a responsabilizzare sempre più le donne su questa problematica.

Oltre alle visite ambulatoriali e allo svolgimento degli esami di routine, è cruciale una corretta alimentazione e l’adozione di uno stile di vita sano e attivo, che comprenda lo svolgimento di regolare attività fisica. Questi elementi possono contribuire a ridurre il rischio di sviluppare neoplasie mammarie, così come la limitazione del consumo di alcol e l’eliminazione dell’uso di sigarette e altri prodotti legati al fumo.

Lo stile di vita è considerato il più importante fattore di rischio modificabile.

Secondo il Piano oncologico nazionale 2023-2027, in Europa circa il 50% delle morti per tumore e il 40% dei nuovi casi sono potenzialmente evitabili in quanto causati da fattori di rischio prevenibili. In relazione ai diversi fattori di rischio, l’Italia nel contesto europeo (UE27) si distingue per i livelli di obesità molto bassi e una quota minore di fumatori abituali; tuttavia, si caratterizza anche per una percentuale troppo bassa di adulti che svolgono attività fisica secondo i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per migliorare le condizioni di salute.

Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro rivede periodicamente i risultati degli studi epidemiologici sulla relazione tra alimentazione, attività fisica e tumori e sulla base di ciò, produce le Raccomandazioni per la prevenzione dei tumori.

La versione più aggiornata del documento è stata pubblicata nel maggio 2018 e prevede le seguenti raccomandazioni (fonte WCRF, 2018):

raccomandazioni WCRF
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Tumori e screening femminili in Italia

Per combattere i tumori esistono due strategie principali: prevenirne la comparsa, adottando uno stile di vita sano, oppure diagnosticare la malattia il più precocemente possibile. Lo screening è un esame che consente di individuare in fase iniziale una certa malattia ed è stato dimostrato che si possono ottenere ottimi risultati con gli screening di popolazione, cioè un programma di screening organizzato in cui si invita a partecipare l’intera fascia di popolazione ritenuta a rischio di sviluppare una certa malattia. La partecipazione è volontaria e gratuita.

In Italia, il cancro della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne: circa un tumore maligno ogni tre è un tumore mammario. Il Rapporto AIOM I numeri del cancro in Italia stima che ogni anno verranno diagnosticati 55.900 nuovi tumori della mammella.

Negli ultimi anni si è registrato un costante aumento di frequenza di diagnosi, accompagnata, però da una riduzione della mortalità. Ciò è stato possibile anche grazie alla sempre più ampia diffusione della diagnosi precoce, e quindi all’anticipazione diagnostica, e anche ai progressi terapeutici. La prevenzione e lo screening diventano quindi fondamentali.

Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In alcune regioni si sta sperimentando l’efficacia dell’esame in una fascia d’età più ampia, quella compresa tra i 45 ed i 74 anni (sperimentazione in atto anche nella Regione Toscana).

I dati dell’Osservatorio nazionale screening riferiti al 2022 mostrano un livello di copertura degli inviti pari all’87%, superando i risultati raggiunti lo scorso anno (86%) e allineandosi ai valori del 2019 (88%). Delle donne invitate, hanno aderito, in media, solo il 56% con grande variabilità regionale. Inoltre, secondo i dati dell’indagine PASSI 2021-2022, una donna su 10 nella fascia di età 50-69 anni non ha mai fatto un esame mammografico e quasi il 20% riferisce di averlo eseguito da oltre due anni. Risulta inoltre che una buona percentuale di donne si sottopone a una mammografia al di fuori dei programmi dedicati organizzati dalle ASL. Inoltre, sembrerebbe che l’efficacia della promozione dello screening aumenta se all’invito dell’ASL si accompagna il consiglio del proprio medico di fiducia o di un operatore sanitario. Per questo assumono ancora più valore e significato le iniziative legate alla diffusione di un’informazione corretta, attraverso un linguaggio semplice e immediato, a una conoscenza accurata dei problemi e ad attività di sensibilizzazione.

La prevenzione dei tumori nella donna è anche una delle priorità del Piano nazionale Prevenzione 2020-2025, che si propone di potenziare quanto già definito e fatto nei precedenti PNP, adeguandosi a quanto emerge dalle più recenti evidenze scientifiche, anche in merito a specifici sottogruppi di popolazione ad alto rischio ed in funzione delle necessità e delle esigenze degli operatori attivamente coinvolti.

Infine, persistono anche in questo caso disuguaglianze socio-economiche, sia negli screening che nella mortalità. A partire dal 2023, l’ISTAT ha introdotto un sistema di indicatori trasversali e coerenti per l’analisi delle disuguaglianze socio-economiche nella mortalità.

Se è vero che il cancro può colpire chiunque, la sua incidenza e mortalità non sono uniformi nella popolazione italiana. Nel 2019, la popolazione sopra i 30 anni con un livello di istruzione più basso (al massimo con licenza elementare) ha un tasso di mortalità più elevato rispetto a chi ha conseguito una laurea (1,4 volte negli uomini e 1,2 volte nelle donne). Tale gradiente è presente in tutte le età. Diverse ragioni possono spiegare perché le persone con un livello di istruzione più basso possono essere più a rischio di sviluppare tumori e di morire a causa di essi: in quanto proxy di condizioni socio-economiche più disagiate, un livello di istruzione più basso può essere associato sia a stili di vita meno salutari, sia ad una più scarsa diffusione della cultura della prevenzione e ad una minore capacità di accesso ai servizi sanitari (ISTAT, 2019).

Per ridurre le disuguaglianze di mortalità legate ai tumori, è essenziale per le politiche sanitarie e sociali adottare un approccio interdisciplinare. Tra gli interventi da promuovere, sarebbe auspicabile offrire programmi educativi incentrati sulla salute nelle comunità più a rischio e promuovere campagne di sensibilizzazione e formazione sulla salute.

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La prevenzione femminile in Toscana

Il sistema sanitario regionale toscano offre programmi di screening oncologici articolati in percorsi organizzati, ai quali si accede senza ricetta medica. I programmi di screening sono sviluppati dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO) e garantiti dalle Aziende USL della regione a tutte le persone residenti o con domicilio sanitario in toscana.

Lo screening è rivolto a soggetti che non presentano disturbi in fasce di età considerate potenzialmente a rischio. Le persone sono invitate a partecipare tramite lettera inviata dall’AUSL. L’adesione è volontaria.

Per aderire al programma basta semplicemente Dire di sì (campagna di promozione degli screening promossa dalla Regione Toscana).

Nel Piano regionale della Prevenzione, il PL12 si propone di riportare la copertura di popolazione raggiunta all’epoca pre-pandemica e promuovere un’elevata partecipazione ai programmi, tramite azioni trasversali, rivolte all’intersettorialità, alla formazione, alla comunicazione e all’equità di accesso.

Lo screening per il tumore della mammella in Toscana è rivolto a donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, con un intervallo di 2 anni, a donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni, con un intervallo di 1 anno, donne di età compresa tra i 70 e i 74 anni, con un intervallo di 2 anni.

Nel 2021 le donne toscane di 50-69 anni invitate ad effettuare la mammografia sono state 276.474 e di queste 170.101 hanno risposto all’invito. Le persone escluse prima dell’invito per effettuazione di test recente o per patologia mammaria pre-esistente sono state 8.860. E’ importante sottolineare che la partecipazione allo screening mammografico di donne provenienti da paesi a forte pressione migratoria (PFPM) è stata del 47%, inferiore di 23 punti percentuali rispetto a quella proveniente da paesi a sviluppo avanzato (PSA). Le donne richiamate ad effettuare un approfondimento diagnostico di secondo livello per mammografia dubbia/sospetta o per sintomi sono state 12.621 pari al 7% delle esaminate (ARS, 2023).

I dati nazionali PASSI 2022-2023 mostrano che in Italia il 73% delle donne fra i 50 e i 69 anni si è sottoposto allo screening mammografico, all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale. La quota di donne che si sottopone allo screening mammografico è maggiore fra quelle istruite o con maggiori risorse economiche, fra le donne di cittadinanza italiana rispetto alle straniere e fra le donne coniugate o conviventi.

A livello regionale sono il 79,4% delle donne ad aver partecipato ad uno screening mammografico, di cui il 70% all’interno dei programmi organizzati e il 9% ad uno screening spontaneo. La Toscana si colloca tra le regioni con i valori più alti.

Figura 1. Copertura screening mammografico per regioni - Fonte: PASSI, 2023.
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Nel corso degli anni la Toscana ha sempre avuto una buona copertura con valori intorno all’80% e anche oltre, di molto anche superiori al valore nazionale. Negli anni della pandemia, comprensibilmente, il dato è calato, tutt’ora non è ancora tornato ai valori pre-pandemia. La Toscana ha dimostrato una notevole capacità di resilienza contenendo i ritardi indotti dalla pandemia, infatti sia estensione (proporzione di soggetti invitati su quelli aventi diritto) sia adesione (proporzione di persone che hanno aderito al test su quelle invitate) ai programmi di screening mammografico, cervicale e colonrettale sono state tra le migliori del panorama italiano.

Figura 2. Copertura screening mammografico - Trend storico -Toscana, Italia - Fonte: Passi, 2022.
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La Toscana presenta complessivamente buone performance relativamente ai programmi di screening (anche per lo screening cervicale e colonrettale), anche se persiste una certa variabilità territoriale. Gli obiettivi che si pone la regione per i prossimi anni, in linea con il PRP, puntano a riportare la copertura di popolazione raggiunta ai livelli pre-pandemia e a sostenere l’appropriatezza in termini di efficacia, sostenibilità ed equità, oltre a facilitare e promuovere l’aumento di competenze e di processi integrati multiprofessionali ed interdisciplinari tra gli operatori del sistema.

Come già anticipato, si osserva una diminuzione nell’ultimo biennio, che risente della situazione del 2020, caratterizzato da una momentanea interruzione dell’attività per la pandemia.

Figura 3. Screening mammografico, cervicale e colon-retto - Persone che hanno eseguito l’esame ogni 1000 residenti – Toscana e Italia, 2016-2022 - Fonte: Sorveglianza Passi, 2022.
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Le ultime stime regionali di prevalenza e incidenza dei tumori della rete dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) purtroppo sono ancora riferite all’anno 2019, quando in Toscana i nuovi casi di tumore attesi erano poco meno di 25mila (per entrambi i generi). Il tumore più frequente in termini assoluti è stato quello della mammella 3.500 casi, seguito da quello del colon-retto.

Tabella 1. Tumori per sede principale – Stima dei casi incidenti e tasso standardizzato per età per 100.000 abitanti, Toscana - Fonte: I numeri del cancro in Italia, 2019.
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Per quanto riguarda la mortalità, i tumori nelle donne toscane sono la seconda grande causa di morte, con il 24%. Per le donne decedute tra i 35 e gli 84 anni i tumori rappresentano la prima causa e la sede più frequente è stata, in età 35-64 anni la mammella e in età 65-84 anni il polmone.

Nel 2020 i tumori hanno causato in Toscana 5.597 decessi tra le donne (+4,6% rispetto al 2019). Il tumore che incide di più sulla mortalità è quello della mammella (16% dei decessi oncologici), seguito dal polmone (13%) e colon-retto (11%). La distribuzione dei decessi oncologici per singola sede è stabile rispetto agli anni passati e la diminuzione è generale. Il tasso della mortalità per tumore in Toscana è pari a 191 per 100mila donne, sostanzialmente sovrapponibile ai valori italiani (ARS, 2023).

Infine, la Regione Toscana punta alla definizione di interventi di promozione della salute, in un’ottica di integrazione tra screening oncologico organizzato e interventi per l’adozione di corretti stili di vita.

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Fonti bibliografiche

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A cura di:

» Simona Olivadoti, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana