Nuovo coronavirus, il punto sui vaccini in sperimentazione: vaccini a RNA

A cura di: C. Silvestri e C. Stasi


9/11/2021
Una parte importante della comunità scientifica sta lavorando sulla predisposizione di un vaccino efficace contro Covid-19. In particolare, i ricercatori stanno lavorando su cinque tipologie diverse di vaccini: vaccini a RNA, vaccini a DNA, vaccini proteici, vaccini a virus inattivato, vaccini a vettore virale non replicante.

In questa pagina gli ultimi aggiornamenti relativamente ai vaccini a RNA.

Indice degli argomenti di questa pagina

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Ultime novità

 Vaccini a RNA
Vaccino Pfizer-BioNTech [autorizzato]
[BNT162b2]
NOVITÀ › Variante Omicron, uno studio valuta l'attività neutralizzante degli anticorpi in soggetti vaccinati e convalescenti
Lo studio mRNA booster immunization elicits potent neutralizing serum activity against the SARS-CoV-2 Omicron variant è attualmente pubblicato come preprint su medRvix. I dettagli nella nostra news.

NOVITÀ › 
Probabilità di risultare positivi al SARS-CoV-2 dopo 3 dosi rispetto a 2 dosi di vaccino Pfizer
È stato pubblicato su JAMA lo studio Odds of Testing Positive for SARS-CoV-2 Following Receipt of 3 vs 2 Doses of the BNT162b2 mRNA Vaccine che ha valutato l'efficacia a breve termine di una schedula vaccinale a 2 dosi con un vaccino a mRNA BNT162b2 (Pfizer-BioNTech) rispetto a quella a 3 dosi. I dettagli nella nostra news.

NOVITÀ ›  Il vaccino Pfizer autorizzato in emergenza dall'FDA americana per i bambini 5-11 anni
Il 29 ottobre 2021 la FDA americana ha autorizzato il vaccino Pfizer-BioNTech contro COVID-19 per l'uso in emergenza nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. I dettagli nella nostra news.

› Efficacia del vaccino Pfizer in gravidanza: uno studio israeliano
Nature Medicine ha pubblicato la brief communication Effectiveness of the BNT162b2 mRNA COVID-19 vaccine in pregnancy, dove si sono presentate le stime di efficacia del vaccino nella vita reale in un'ampia coorte di donne in gravidanza, di età ≥16 anni, precedente infezione da SARS-CoV-2 ed arruolate nel periodo compreso tra il 20 dicembre 2020 e il 3 giugno 2021. I dettagli nella nostra news  

› Protezione della dose di richiamo del vaccino Pfizer: uno studio nazionale da Israele
È stato pubblicato il pre print dell'articolo BNT162b2 vaccine booster dose protection: A nationwide study from Israel, che utilizza i dati preliminari del Ministero della salute israeliano (MOH) sull'incidenza di infezioni confermate e malattie gravi, confrontando due coorti di individui di età superiore ai 60 anni. I dettagli nella nostra news

› Efficacia dei vaccini Pfizer e Astrazeneca contro la variante Delta: l'articolo sul New England Journal of Medicine
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato l’articolo Effectiveness of Covid-19 Vaccines against the B.1.617.2 (Delta) Variant, che ha avuto l’obiettivo di valutare l’efficacia dei vaccini Pfizer (BNT162b2) e AstraZeneca (ChAdOx1 nCoV-19) contro la malattia sintomatica causata dalla variante delta o dal ceppo predominante (B.1.1.7, o variante alfa) nel periodo in cui è iniziata a circolare la variante delta. I dettagli nella nostra news.

› COVID-19, lo studio israeliano sui nuovi ricoverati
La rivista Clinical Microbiology and Infection ha pubblicato l'articolo BNT162b2 vaccine breakthrough: clinical characteristics of 152 fully vaccinated hospitalized COVID-19 patients in Israel. Riporta i risultati di uno studio di coorte multicentrico effettuato su pazienti ricoverati in uno dei diciassette ospedali israeliani partecipanti. Lo studio è finalizzato a caratterizzare i pazienti che, nonostante la vaccinazione, erano stati ricoverati per COVID-19, definendone i principali fattori di rischio associati. I dettagli nella nostra news.

› Sicurezza, immunogenicità ed efficacia del vaccino Pfizer-BionTech negli
adolescenti
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato l’articolo Safety, Immunogenicity, and Efficacy of the BNT162b2 Covid-19 Vaccine in Adolescents  che riporta i risultati di uno studio di fase 3 randomizzato, controllato con placebo, volto a valutare la sicurezza, l’immunogenicità e l’efficacia del vaccino Pfizer- BioNTech (BNT162b2) in adolescenti statunitensi di età compresa fra i 12 e i 15 anni.

Si tratta di uno studio di non inferiorità i cui risultati sull’immunogenicità della coorte 12-15 anni sono stati confrontati con quelli di una coorte di età compresa fra i 16 ed i 25 anni.

I partecipanti eleggibili erano soggetti sani o con una malattia preesistente stabile (inclusa l’epatite B, l’epatite C o l’infezione da virus dell'immunodeficienza umana), mentre venivano esclusi soggetti con una precedente diagnosi clinica o virologica di Covid-19 o di infezione da SARS-CoV-2, precedente vaccinazione contro il coronavirus, diagnosi di un disturbo da immunodeficienza o trattamento con agenti immunosoppressori.

La randomizzazione è stata condotta con l'uso di un sistema di risposta interattivo basato sul web. I partecipanti sono stati assegnati, con rapporto 1:1, alla somministrazione di due iniezioni intramuscolari di 30 μg di vaccino BNT162b2 o placebo (soluzione fisiologica) a distanza di 21 giorni. Per la valutazione delle reazioni immediate associate al vaccino, i partecipanti sono stati osservati in clinica per 30 minuti dopo la vaccinazione; mentre per la valutazione di eventi avversi (locali o sistemici) è stato utilizzato un diario elettronico nei 7 giorni successivi ad ogni dose. Gli eventi avversi gravi sono stati segnalati indipendentemente dal diario elettronico fino a 1 mese dalla somministrazione della prima dose e fino a 6 mesi dopo la seconda.

Tra il 15 ottobre 2020 e il 12 gennaio 2021, sono stati arruolati 2.260 adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni (di cui 1131 avevano ricevuto BNT162b2 e 1129 avevano ricevuto placebo) e 3.788 soggetti di età compresa fra i 16 ed i 25 anni (di cui 1.875 avevano ricevuto BNT162b2 e 1913 avevano ricevuto placebo).

Più del 97% dei destinatari del vaccino BNT162b2 ha ricevuto la seconda dose.

In entrambe le coorti di età, i destinatari del vaccino BNT162b2 hanno riportato più eventi locali e sistemici rispetto ai destinatari del placebo. Gli eventi locali e sistemici sono stati generalmente di gravità da lieve a moderata, segnalati con frequenze simili in entrambe le coorti di età e tipicamente con risoluzione entro 1 o 2 giorni. In entrambe le coorti di età, il dolore al sito di iniezione era la reazione locale più comune. Dolore grave al sito di iniezione dopo qualsiasi dose di BNT162b2 è stato riportato nell'1,5% dei partecipanti di età compresa tra 12 e 15 anni e nel 3,4% dei partecipanti di età compresa tra 16 e 25 anni; nessun dolore intenso è stato segnalato dopo la somministrazione del placebo.

In entrambe le coorti di età, gli eventi avversi sistemici riportati più frequentemente sono stati l'affaticamento (60-66%) e il mal di testa (55-65%).

La febbre (temperatura corporea orale ≥38°C) si è verificata nel 20% dei partecipanti di età compresa tra 12 e 15 anni dopo la seconda dose di BNT162b2 e nel 17% dei partecipanti di età compresa tra 16 e 25 anni. La febbre con una temperatura superiore a 40 ° C si è verificata in 1 (0,1%) dei partecipanti di età compresa tra 12 e 15 anni 1 giorno dopo la prima dose di BNT162b2. In generale, gli eventi sistemici sono stati segnalati più spesso dopo la seconda dose di BNT162b2 che dopo la prima dose.

Tra i destinatari di BNT162b2, sono stati riportati eventi avversi gravi nello 0,6% di coloro che avevano un'età compresa tra 12 e 15 anni e nell'1,7% di coloro che avevano un'età compresa tra 16 e 25 anni. Non sono stati osservati trombosi o eventi avversi di ipersensibilità o anafilassi correlati al vaccino e non sono stati segnalati decessi.

La risposta immunitaria indotta dal vaccino BNT162b2 negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni non è stata inferiore a quella osservata nei giovani adulti di età compresa tra 16 e 25 anni. Nello specifico, il rapporto della media geometrica dei titoli (valutata tramite test di neutralizzazione) del vaccino BNT162b2 nei partecipanti di età compresa tra 12 e 15 anni rispetto a quello osservato nei partecipanti di età compresa tra 16 e 25 anni (1 mese dopo la seconda dose) era di 1,76 (IC 95%: 1,47-2,10).

Indipendentemente dall'evidenza sierologica di una precedente infezione da SARS-CoV-2, la media geometrica del titolo di neutralizzazione 1 mese dopo la seconda dose di BNT162b2 era 1283,0 nella coorte di età compresa tra 12 e 15 anni e di 730,8 nella coorte di età compresa tra 16 e 15 anni, mentre i corrispondenti titoli medi geometrici a 1 mese tra i destinatari del placebo erano di 15,1 e 10,7 nelle due differenti coorti d’età.

Tra i 1983 partecipanti appartenenti alla coorte di 12-15 anni senza pregressa infezione da SARS-CoV-2, sono stati rilevati 16 casi di Covid-19 con un inizio a 7 o più giorni dopo la seconda dose di placebo, mentre non è stato osservato nessun caso nel gruppo ricevente il vaccino BNT162b2 con una conseguente valutazione di efficacia del vaccino pari al 100%. Dopo la prima dose e prima della seconda dose, sono stati registrati 3 casi di Covid-19 (entro 11 giorni dopo la prima dose) tra i riceventi BNT162b2, rispetto a 12 casi osservati tra i destinatari del placebo (efficacia del vaccino: 75%; 95% CI, da 7,6 a 95,5). Nessun caso di Covid-19 grave è stato osservato in questa coorte di età.

Gli autori concludono che la somministrazione del vaccino BNT162b2 in un regime a due dosi di 30 μg a distanza di 21 giorni ad adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni è risultata sicura e immunogenica e ha determinato un'efficacia del vaccino del 100% contro Covid-19 nei 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose.

Data la sicurezza, la risposta immunitaria e l'efficacia del vaccino BNT162b2 negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni riportate in questa analisi, sono in corso studi per valutare queste misure nei bambini più piccoli e in altre popolazioni speciali, come le donne in gravidanza.


› Vaccini anti Covid-19, quale efficacia contro la variante indiana? Lo studio commentato su Public Health England
Public Health England, in una press release pubblicata il 22 maggio 2021, ha commentato lo studio (ancora in preprint) Effectiveness of COVID-19 vaccines against the B.1.617.2 variant nel quale gli autori, analizzando i dati provenienti dal registro nazionale delle vaccinazioni attivo in Inghilterra, hanno stimato l’effetto dei principali vaccini sulla variante di SARS-CoV2 B.1.617.2 (anche detta variante indiana).
I dettagli nella nostra news

› Vaccini anti Covid-19, quale impatto può avere una seconda dose ritardata? Lo studio pubblicato sul BMJ
È stato pubblicato sul BMJ lo studio Public health impact of delaying second dose of BNT162b2 or mRNA-1273 covid-19 vaccine: simulation agent based modeling study, che attraverso una simulazione ha stimato l'impatto di una seconda dose somministrata in maniera ritardata rispetto agli intervalli delle schedule vaccinali a due dosi con intervalli standard sulle politiche vaccinali, sui ricoveri ospedalieri e sulla mortalità, assumendo che il vaccino previene solo i sintomi ma non la diffusione asintomatica.
I dettagli nella nostra news.

› Efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech e Oxford-AstraZeneca su sintomi correlati a covid-19, ricoveri ospedalieri e mortalità negli anziani in Inghilterra: lo studio pubblicato sul BMJ
È stato pubblicato su The British Medical Journal lo studio dal titolo Effectiveness of the Pfizer-BioNTech and Oxford-AstraZeneca vaccines on covid-19 related symptoms, hospital admissions, and mortality in older adults in England: test negative case-control study che ha indagato l’effetto precoce della vaccinazione contro COVID-19, utilizzando test di routine e dati provenienti dai registri sulle vaccinazioni.
I dettagli nella nostra news.
 
› Vaccinazione anziani con Pfizer e Astrazeneca: buona risposta anticorpale con entrambi i vaccini già dopo la prima dose
Lo studio Single vaccination with BNT162b2 or ChAdOx1 in older people induces equivalent antibody generation but enhanced cellular responses after ChAdOx1  (preprint) pubblicato su The Lancet ha valutato le risposte immunitarie in una popolazione di anziani che avevano ricevuto una singola dose di vaccino a mRNA BNT162b2 (Pfizer) o su base adenovirus (vaccino ChAdOx1 - AstraZeneca). Già dopo la prima dose, entrambi i vaccini inducono una buona risposta anticorpale, ma il vaccino Astrazeneca induce una risposta immunitaria cellulare più forte rispetto al vaccino Pfizer. Leggi la nostra news di dettaglio.

› Risposte anticorpali dopo la prima o la seconda dose del vaccino Pfizer-BioNTech agli anziani: lo studio inglese
Nel rapporto Robust antibody responses in 70–80-year-olds 3 weeks after the first or second doses of Pfizer/BioNTech COVID-19 vaccine, United Kingdom, January to February 2021 sono stati presentati i risultati dello studio che ha valutato le risposte anticorpali, testate circa 3 settimane dopo la prima o la seconda dose di Pfizer/BioNTech dei primi 185 adulti di età compresa tra 70 e 90 anni, reclutati dalla fine di gennaio 2021 attraverso le reti di assistenza primaria nel nord di Londra, nell'ambito del programma nazionale. Le risposte anticorpali dei soggetti vaccinati sono state, inoltre, confrontate con quelle provenienti da 100 campioni raccolti circa 3-6 settimane dopo l'insorgenza dei sintomi in adulti con COVID-19 da lieve a moderato confermato con PCR.

I campioni di siero sono stati testati con cinque diversi test anticorpali: due per gli anticorpi contro la nucleoproteina (N) in grado di identificare un’infezione pregressa da SARS-CoV-2 e tre per gli anticorpi contro la proteina spike (S) per valutare la risposta al vaccino. Dei 185 individui arruolati nello studio, 15 risultavano positivi agli anticorpi nucleoproteici.

Nella coorte dei 185 soggetti, 99 sono stati arruolati dopo aver ricevuto una singola dose di vaccino Pfizer/BioNTech e 86 individui sono stati arruolati dopo aver ricevuto due dosi a 3 settimane di distanza. Tutti gli individui sono stati sottoposti a un esame del sangue circa 3 settimane dopo la vaccinazione. In coloro che avevano ricevuto la loro prima dose di vaccino (n = 99), i sieri sono stati raccolti al giorno 0 e al 18°-33° e in quelli che hanno ricevuto due dosi (n = 86), i sieri sono stati raccolti solo tra il 21° e il 25° giorno dopo la seconda dose. Tutti gli 86 soggetti risultavano positivi agli anticorpi contro la proteina spike in tutti e tre i test. I livelli anticorpali dopo una singola dose di vaccino in individui precedentemente non infetti erano inferiori rispetto a quelli dei sieri convalescenti. Mentre, dopo due dosi di vaccino, i titoli anticorpali erano significativamente più alti nei soggetti senza pregressa infezione da SARS-CoV-2 rispetto a quelli riscontrati nei sieri dei convalescenti. Infatti, non c'era evidenza di un aumento della risposta anticorpale alla seconda dose di vaccino in coloro che erano stati precedentemente infettati da SARS-CoV-2.

Ai test quantitativi per gli anticorpi, i titoli risultavano leggermente inferiori tra i soggetti di età ≥ 80 anni rispetto a quelli di età compresa tra 70 e 79 anni, ma la differenza non era statisticamente significativa.

Le concentrazioni geometriche medie degli anticorpi in quelli con e senza pregressa infezione sono state confrontate con 100 sieri di convalescenti (età media: 50 anni) prelevati 3-6 settimane dopo l'infezione confermata dalla reazione a catena della polimerasi.

Come noto, nel Regno Unito, il Joint Committee on Vaccination and Immunization ha raccomandato di estendere l'intervallo tra le dosi di vaccino contro la COVID-19 dalle 3-4 settimane autorizzate fino a 12 settimane, al fine di massimizzare il numero di soggetti con una singola dose di vaccino.

Gli autori concludono che i risultati di questo studio supportano l'approccio del Regno Unito di dare la priorità alla prima dose di vaccino ed è coerente con i recenti dati che dimostrano un'elevata protezione, dopo una singola dose, contro l'infezione da SARS-CoV-2, COVID-19, ospedalizzazione e decessi nella popolazione anziana del Regno Unito (come riportato nei risultati della real-world efficacy dei vaccini contro COVID-19 pubblicati sul sito del governo del Regno Unito) e nella popolazione di Israele in seguito alla vaccinazione di massa (si veda l'articolo BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine in a Nationwide Mass Vaccination Setting pubblicato su NEJM).

Lo studio per valutare efficacia e sicurezza dei vaccini approvati per l'uso in UE 
Lo studio di equivalenza National Cohort Study of Effectiveness and Safety of SARS-CoV-2/COVID-19 Vaccines (ENFORCE) (ClinicalTrials.gov Identifier: NCT04760132) di fase IV in aperto, non randomizzato, a gruppi paralleli, con controlli storici (ovvero il gruppo di controllo è reclutato nel passato) ha l’obiettivo di valutare l'efficacia e la sicurezza di nuovi vaccini SARS-CoV-2 approvati per l'uso nell'Unione europea, fra cui anche il vaccino Pfizer- BioNTech. Leggi tutti i dettagli.

Anche l'AIFA autorizza l'immissione in commercio del vaccino Pfizer-BioNTech
L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) autorizza il 22 dicembre 2020l'immissione in commercio del vaccino anti COVID-19 Comirnaty, sviluppato da BioNTech e Pfizer, volto a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni, e da somministrare come ciclo di 2 iniezioni, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. L’AIFA ha inoltre pubblicato sul proprio sito le istruzioni per la corretta manipolazione, conservazione e somministrazione del vaccino Comirnaty e una serie di risposte alle domande più frequenti
 

L'EMA raccomanda l'autorizzazione  nell'UE del primo vaccino COVID-19 
In data 21 dicembre 2020 l'EMA (European Medicines Agency)  ha diramato un comunicato stampa con cui raccomanda la concessione di un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata per il vaccino sviluppato da BioNTech e Pfizer, per prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone a partire dai 16 anni di età. Il parere scientifico dell'EMA apre la strada alla prima autorizzazione all'immissione in commercio di un vaccino COVID-19 nell'UE da parte della Commissione europea, con tutte le garanzie, i controlli e gli obblighi che ciò comporta.

L'FDA rilascia l'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA) per il vaccino Pfizer-BioNTech in soggetti di età pari o superiore a 16 anni
La comunicazione del rilascio dell'autorizzazione è stata fatta dall'FDA in data 11 dicembre. L'autorizzazione all'uso di emergenza consente la distribuzione del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 negli Stati Uniti.

Sul sito della Food and Drug Administration (FDA) è stato pubblicato anche il documento informativo Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine. 
Il vaccino Pfizer-BioNTech è basato sull'antigene della glicoproteina spike (S) di SARS-CoV-2 codificato dall'RNA, formulato in nanoparticelle lipidiche (LNP).

L'uso proposto nell'ambito di un EUA è "per l'immunizzazione attiva per la prevenzione del COVID-19 causato da SARS-CoV-2 in individui di età pari o superiore a 16 anni". Il regime di dosaggio proposto è di 2 dosi, 30 μg ciascuna, somministrate a 21 giorni di distanza. La richiesta EUA include dati di sicurezza ed efficacia provenienti da uno studio in corso sul vaccino BNT162b2 di fase 3, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo su circa 44.000 partecipanti.

L'endpoint primario di efficacia del vaccino BNT162b2 è stato valutato come l’efficacia nel prevenire l'incidenza di COVID-19 tra i partecipanti senza evidenza di infezione da SARS-CoV-2 prima o durante il regime di vaccinazione a 2 dosi. Il secondo endpoint primario di efficacia è stato valutato come efficacia del vaccino nel prevenire l’incidenza di COVID-19 confermato nei partecipanti con e senza evidenza di precedente infezione da SARS-CoV-2 nei 7 giorni prima della seconda dose. I casi sono stati contati da 7 giorni dopo la seconda dose per entrambi gli endpoint.

Nelle analisi intermedie e finali pianificate, l'efficacia del vaccino dopo 7 giorni la somministrazione della seconda dose è stata del 95% (95% CI 90,3; 97,6) nei partecipanti senza precedente evidenza di infezione da SARS-CoV-2 e > 94% nel gruppo di partecipanti con o senza precedente infezione. I risultati di efficacia erano costantemente robusti (≥93%) nei sottogruppi demografici. L'efficacia contro COVID-19 grave che si verificava dopo la prima dose era dell'88,9%, con un’efficacia del vaccino stimata del 75,0% (1 caso nel gruppo BNT162b2 e 4 casi nel gruppo placebo) contro COVID-19 grave che si verifica almeno 7 giorni dopo la seconda dose. Tra tutti i partecipanti (indipendentemente dall'evidenza di infezione prima o durante il regime di vaccinazione), si sono verificati 50 casi di COVID-19 dopo la prima dose nel gruppo BNT162b2 rispetto a 275 casi nel gruppo placebo, indicando un’efficacia del vaccino stimata dell'82% rispetto a COVID-19 confermato che si verifica dopo la prima dose e con un’efficacia del vaccino del 52,4% tra la prima e la seconda dose. Da un'analisi post-hoc, l'efficacia osservata dopo la prima dose e prima della seconda dose non può supportare evidenze sull'efficacia di una singola dose di vaccino, perché il tempo di osservazione è limitato dal fatto che la maggior parte dei partecipanti ha ricevuto una seconda dose dopo tre settimane e lo studio non prevedeva un braccio monodose per effettuare un confronto adeguato.

Le analisi dei sottogruppi dell'endpoint primario di efficacia hanno mostrato stime di efficacia simili per età, sesso, gruppi razziali ed etnici e partecipanti con comorbidità mediche associate ad alto rischio di COVID-19 grave. In particolare, le analisi dei sottogruppi del secondo endpoint primario di efficacia forniscono ulteriori informazioni sull’efficacia del vaccino per i partecipanti con e senza evidenza di infezione prima della vaccinazione in specifiche popolazioni arruolate, che è l'endpoint considerato rappresentativo della popolazione generale che può ricevere il vaccino, poiché una precedente infezione potrebbe anche non essere nota. Solo il 3% dei partecipanti aveva evidenza di infezione precedente all'arruolamento nello studio e ulteriori analisi hanno mostrato che pochissimi casi di COVID-19 si sono verificati in questi partecipanti nel corso dell'intero studio (9 nel gruppo placebo e 10 nel gruppo BNT162b2, solo 1 dei quali si è verificato a 7 giorni o più dopo il completamento del regime vaccinale). Sebbene limitati, questi dati suggeriscono che individui precedentemente infettati possono essere a rischio di COVID-19 (cioè reinfezione) e potrebbero trarre beneficio dalla vaccinazione. Sono state condotte ulteriori analisi del primo endpoint primario di efficacia per valutare l'efficacia del vaccino in base allo stato di comorbidità. Le stime dell’efficacia del vaccino erano uniformemente alte tra le comorbidità esaminate, sebbene alcune interpretazioni dei risultati siano limitate dal piccolo numero di partecipanti e/o casi.

dati di sicurezza di circa 38.000 partecipanti ≥16 anni di età randomizzati 1: 1 al vaccino o al placebo con una mediana di 2 mesi di follow-up dopo la seconda dose suggeriscono un profilo di sicurezza favorevole, senza specifici problemi di sicurezza identificati che precluderebbero l'emissione di una EUA . I dati di sicurezza disponibili di tutti i partecipanti arruolati fino al cut-off dei dati del 14 novembre 2020 (N = 43.252, che include l'arruolamento tardivo di ulteriori partecipanti adolescenti e adulti), erano coerenti con il profilo di sicurezza per i circa 38.000 partecipanti con follow-up mediano di 2 mesi e inoltre non avevano sollevato problemi di sicurezza specifici.

Alla data limite, i dati di reattogenicità richiesti nei partecipanti di età compresa tra 16 e 17 anni non sono stati raccolti nel diario elettronico e non sono disponibili. I sintomi coerenti con la reattogenicità sollecitata che sono stati segnalati da questi partecipanti sono stati raccolti e analizzati come eventi avversi non richiesti e sono discussi con la revisione di questi dati.

Le reazioni avverse sollecitate più comuni sono state reazioni nel sito di iniezione (84,1%), affaticamento (62,9%), mal di testa (55,1%), dolore muscolare (38,3%), brividi (31,9%), dolore articolare (23,6%), febbre (14,2 %). L'inizio mediano delle reazioni locali nel gruppo vaccino è stato il giorno della vaccinazione e 2 giorni dopo una delle due dosi ed è durato mediamente tra 1 e 2 giorni. L'insorgenza mediana di eventi avversi sistemici nel gruppo sottoposto a vaccinazione in generale è stata di 1-2 giorni dopo una delle due dosi ed è durato mediamente 1 giorno. La frequenza e la gravità degli eventi avversi sistemici erano maggiori nei gruppi di età più giovane rispetto a quelli più anziani. All'interno di ciascun gruppo di età, la frequenza e la gravità degli eventi avversi sistemici erano maggiori dopo la seconda dose rispetto alla prima dose, ad eccezione di vomito e diarrea, che erano generalmente simili indipendentemente dalla dose. Per entrambi i gruppi di età gli eventi avversi più comuni erano affaticamento, mal di testa e dolore muscolare di nuova insorgenza o peggiorato.

Le reazioni avverse gravi si sono verificate nello 0,0% fino al 4,6% dei partecipanti ed erano più frequenti dopo la seconda dose e generalmente meno frequenti nei partecipanti di età ≥55 anni (≤2,8%) rispetto ai partecipanti più giovani (≤4,6%). La frequenza di eventi avversi gravi è stata bassa (<0,5%), senza differenze significative tra i bracci dello studio. Con l'eccezione di una reattogenicità più frequente, generalmente da lieve a moderata nei partecipanti di età <55 anni, il profilo di sicurezza di BNT162b2 era generalmente simile per gruppi di età, sesso, gruppi etnici e razziali, partecipanti con o senza comorbidità mediche e partecipanti con o senza evidenza di una precedente infezione da SARS-CoV-2 al momento dell'arruolamento.

Sulla base della totalità delle prove scientifiche disponibili, è ragionevole ritenere che il vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 possa essere efficace nella prevenzione del COVID-19 in individui di età pari o superiore a 16 anni, e i benefici noti e potenziali del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 superano i suoi rischi noti e potenziali per l'uso in individui di età pari o superiore a 16 anni.

Sulla base dei dati disponibili non sembra esserci evidenza di diminuzione della protezione durante un follow-up di circa 2 mesi dopo la seconda dose che viene valutata a questo punto nel tempo.

Il comitato discuterà anche quali studi aggiuntivi dovrebbero essere condotti dal produttore del vaccino dopo l'emissione dell'EUA, per raccogliere ulteriori dati sulla sicurezza e sull'efficacia di questo vaccino.

Pubblicati su NEJM i risultati dello studio di fase III del vaccino Pfizer
In data 10 dicembre è stato pubblicato su The New England Journal of Medicine l'articolo Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine con i risultati dello studio di fase III del vaccino Pfizer-BioNTech. I risultati erano stati anticipati dalla Pfizer sul proprio sito web, come sotto riportato.

Pfizer pubblica sul proprio sito i risultati preliminari dello studio di fase III, annunciandone la conclusione
Il 18 novembre 2020 l'azienda farmaceutica Pfizer ha pubblicato sul proprio sito web  i risultati preliminari del trial clinico di fase 3 Study to Describe the Safety, Tolerability, Immunogenicity, and Efficacy of RNA Vaccine Candidates Against COVID-19 in Healthy Individuals, uno studio randomizzato, controllato con placebo, in cieco, che ha valutato l'efficacia del vaccino BNT162b2  in individui sani.


La sperimentazione clinica di fase 3 del vaccino BNT162b2 è iniziata il 27 luglio. Il vaccino è stato testato su 43.500 persone in sei Paesi (Stati Uniti, Germania, Turchia, Sud Africa, Brasile e Argentina). Circa il 42% dei partecipanti a livello globale e il 30% dei partecipanti statunitensi appartenevano a gruppi etnici e razziali diversi; il 41% dei partecipanti globali e il 45% dei partecipanti degli Stati Uniti presentavano un'età compresa tra 56 e 85 anni.

Una revisione dei dati di reattogenicità su un sottogruppo randomizzato di almeno 8.000 partecipanti di età pari o superiore a 18 anni nello studio di fase 2/3 ha dimostrato che il vaccino è stato ben tollerato. La maggior parte degli eventi avversi si sono risolti subito dopo la vaccinazione. Non è stato, inoltre, riscontrato nessun serio problema di sicurezza, gli unici eventi avversi di grado 3 con frequenza superiore al 2% sono stati: affaticamento (3,8%) e mal di testa al (2,0%).

Il trial ha dimostrato un’efficacia del 95% contro COVID-19 a partire dal 28° giorno dopo la somministrazione della prima dose di vaccino; sono stati inoltre valutati 170 casi confermati di COVID-19, di cui 162 sono stati osservati nel gruppo placebo, mentre 8 sono stati osservati nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino BNT162b2. Quando i partecipanti sono stati stratificati per età, l'efficacia osservata negli adulti di età superiore a 65 anni è risultata superiore al 94%.

Dato che è stato raggiunto il traguardo dei dati di sicurezza richiesto dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per l'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA), le aziende prevedono di presentare entro pochi giorni i dati alla FDA per EUA e di condividerli con altre agenzie di regolamentazione in tutto il mondo.

Le aziende prevedono di produrre a livello globale fino a 50 milioni di dosi di vaccino nel 2020 e fino a 1,3 miliardi di dosi entro la fine del 2021.

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Risultati preliminari dello studio di fase III sul vaccino anti- SARS-CoV2 sviluppato da Pfizer e BioNTech

Sono stati pubblicati i risultati preliminari dello studio di fase 1/2/3, randomizzato, controllato con placebo, in cieco dal titolo: Study to Describe the Safety, Tolerability, Immunogenicity, and Efficacy of RNA Vaccine Candidates Against COVID-19 in Healthy Individuals.

La prima analisi ad interim della fase III dello studio sul vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech mostra che esso può essere efficace in oltre il 90% dei casi nel prevenire la COVID-19 nei partecipanti senza una pregressa infezione. 

Un vaccino a mRNA è un vaccino che utilizza dei frammenti di mRNA, i quali contengono unicamente le informazioni per produrre la glicoproteina Spike (il principale antigene del SARS-CoV2), utilizzato dal virus per agganciarsi ai  recettori ACE2 delle cellule bersaglio.

La produzione degli antigeni stimolerà il sistema immunitario dell'organismo alla proliferazione delle cellule B, che producono anticorpi, e di cellule T, specializzate nel distruggere le cellule infettate dal virus.

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Il commento su BMJ
E’ stato pubblicato su BMJ un commento di Elisabeth Mahase dal titolo Covid-19: Vaccine candidate may be more than 90% effective, interim results indicate. In tale commento viene evidenziato che attualmente i risultati dello studio, che sarebbero i primi della fase III di un vaccino anti- SARS-CoV2, sono stati condivisi solo tramite comunicato stampa, ma non sono stati ancora pubblicati o sottoposti a peer review. Gli esperti hanno accolto con favore la notizia, ma hanno sottolineato la necessità di poter visionare i risultati completi, compresi i dati demografici dei partecipanti, inclusa l’età dei partecipanti allo studio e la gravità degli eventi avversi segnalati. È stata inoltre sottolineata l’importanza di tenere presente che questi sono i primi risultati basati su un numero relativamente ridotto di casi. Inoltre, la stima dell'efficacia si basa su sette giorni di follow-up dei partecipanti dopo la somministrazione della seconda dose; mentre l’analisi dei dati delle prossime settimane e dei prossimi mesi consentirà di delineare un quadro sufficientemente dettagliato sull'efficacia del vaccino a lungo termine. Il vaccino necessita di conservazione a −70 ° C.

Le aziende intenderebbero chiedere l’autorizzazione all'uso di emergenza da parte della US Food e Drug Administration dopo aver raccolto i dati sulla sicurezza del vaccino per i due mesi successivi alla somministrazione della seconda dose. Tali dati sarebbero attesi entro la terza settimana di novembre. Verranno anche pubblicati su rivista peer-reviewed i dati della sperimentazione di fase II.

La sperimentazione clinica proseguirà fino a quando si saranno accumulati un totale di 164 casi confermati di COVID-19 (sviluppati nonostante la vaccinazione), in modo da raccogliere ulteriori dati e valutare altri endpoints della vaccinazione come l’efficacia basata su casi verificatisi 14 giorni dopo la seconda dose.

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Vaccino Moderna 
[mRNA 1273]
Il vaccino Moderna (nome commerciale: Spikevax) contiene una molecola chiamata RNA messaggero (mRNA), che include le istruzioni necessarie per produrre una proteina di SARS-CoV-2, di cui il virus necessita per entrare nelle cellule dell’organismo. In seguito alla somministrazione del vaccino, alcune cellule dell’organismo leggeranno le istruzioni dell'mRNA e saranno temporaneamente indotte a produrre la proteina spike. Il sistema immunitario riconoscerà quindi questa proteina come estranea e contro di essa saranno prodotti anticorpi e verranno attivati i linfociti T per attaccarla.

Spikevax viene somministrato tramite due iniezioni a 28 giorni di distanza, di solito nel muscolo della parte superiore del braccio.

Vaccino Spikevax approvato nell’UE per bambini di età compresa tra 12 e 17 anni

Trial di fase 3 su efficacia del vaccino Spikevax nell'adulto e trial di fase 2/3 su efficacia negli adolescenti

Adulti. Il trial clinico di fase 3 randomizzato, controllato con placebo, in cieco per l'osservatore (NCT04470427: trial record 1 of 2; NCT04470427: trial record 2 of 2) ha valutato l’efficacia, la sicurezza e l’immunogenicità dell'mRNA-1273 nella prevenzione di COVID-19 dopo la seconda dose di mRNA-1273, escludendo dall’arruolamento gli individui immunocompromessi o che avevano ricevuto immunosoppressori nei 6 mesi precedenti, le donne incinte e i soggetti con storia nota di infezione da SARS-CoV-2. I partecipanti con HIV stabile non erano invece stati esclusi. Sono stati monitorati un totale di 30.351 soggetti per 92 giorni (range: 1-122).

Per valutare l’efficacia sono stati analizzati i dati provenienti da 28.207 soggetti, di cui 14.134 avevano ricevuto Spikevax e 14.073 placebo. Il 98% dei soggetti avevano ricevuto la seconda dose dai 25 ai 35 giorni dopo la prima dose. Non sono stati segnalati forme gravi di COVID-19 nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino rispetto ai 30 casi su 185 (16%) riportati nel gruppo che aveva ricevuto il placebo. Lo studio ha, pertanto, dimostrato un’efficacia del vaccino del 94,1% (11 su 14.134 persone vaccinate avevano contratto una forma sintomatica di COVID-19 verso 185 su 14.073 persone che avevano ricevuto il placebo). Dei 30 partecipanti con malattia grave appartenenti al gruppo placebo, 9 sono stati ricoverati (2 in un reparto di terapia intensiva). Lo studio ha anche dimostrato un'efficacia del vaccino del 90,9% nei partecipanti a rischio di COVID-19 grave, compresi quelli con malattie polmonari croniche, malattie cardiache, obesità, malattie del fegato, diabete o infezione da HIV.

Adolescenti. La sicurezza, la reattogenicità e l'efficacia di Spikevax sono stati analizzati nell’ambito di uno studio fase 2/3 randomizzato controllato con placebo, in cieco per l'osservatore (NCT04649151) condotto su 3.732 adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni, randomizzati a ricevere 2:1, due dosi di Spikevax o placebo salino a distanza di 1 mese. Sono stati esclusi dallo studio i partecipanti con una storia nota di infezione da SARS-CoV-2.

Un'analisi di efficacia è stata già effettuata in 3.181 partecipanti (negativi al basale per SARS-CoV-2) che hanno ricevuto 2 dosi di Spikevax (n=2.139) o placebo (n=1.042). Tra i partecipanti che hanno ricevuto Spikevax e quelli che hanno ricevuto il placebo, non c'era nessuna differenza significativa nei dati demografici o nelle condizioni mediche preesistenti.

Nessun caso sintomatico di COVID-19 è stato rilevato nel gruppo che aveva ricevuto Spikevax, mentre 4 casi sintomatici di COVID-19 sono stati rilevati nel gruppo placebo.

Lo studio ha, inoltre, dimostrato un livello anticorpale simile a quello riscontrato nel gruppo 18-25 anni.

Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha pertanto ritenuto che i benefici di Spikevax negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni sono superiori ai rischi, in particolare in quelli che presentano condizioni ad aumentato rischio di COVID-19 grave.

NOVITÀ
 › Vaccini anti Covid-19, quale impatto può avere una seconda dose ritardata? Lo studio pubblicato sul BMJ
È stato pubblicato sul BMJ lo studio Public health impact of delaying second dose of BNT162b2 or mRNA-1273 covid-19 vaccine: simulation agent based modeling study, che attraverso una simulazione ha stimato l'impatto di una seconda dose somministrata in maniera ritardata rispetto agli intervalli delle schedule vaccinali a due dosi con intervalli standard sulle politiche vaccinali, sui ricoveri ospedalieri e sulla mortalità, assumendo che il vaccino previene solo i sintomi ma non la diffusione asintomatica.
I dettagli nella nostra news.
 

› I risultati dello studio per valutare 
la risposta anticorpale contro 4 varianti di SARS-CoV2 

Lo studio Neutralizing Antibodies Against SARS-CoV-2 Variants After Infection and Vaccination ha esaminato i campioni provenienti da tre gruppi di soggetti: 20 pazienti con COVID-19 (5-19 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi); 20 soggetti convalescenti (32-94 giorni dopo la comparsa dei sintomi da COVID-19); 14 soggetti sani (età 18-55 anni) che avevano ricevuto le due dosi del vaccino Moderna (mRNA-1273). Leggi tutti i dettagli 

Il nuovo studio per valutare efficacia e sicurezza dei vaccini approvati per l'uso in UE 
Lo studio di equivalenza National Cohort Study of Effectiveness and Safety of SARS-CoV-2/COVID-19 Vaccines (ENFORCE) (ClinicalTrials.gov Identifier: NCT04760132) di fase IV in aperto, non randomizzato, a gruppi paralleli, con controlli storici (ovvero il gruppo di controllo è reclutato nel passato), ha l’obiettivo di valutare l'efficacia e la sicurezza di nuovi vaccini SARS-CoV-2 approvati per l'uso nell'Unione europea, fra cui anche il vaccino ModernaLeggi tutti i dettagli.

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Il documento OMS
Il 25 gennaio 2021 l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il documento
Interim recommendations for use of the Moderna mRNA-1273 vaccine against COVID-19 sulla base della consulenza emessa dal gruppo consultivo strategico di esperti in materia di Immunizzazione (SAGE) nella riunione straordinaria del 21 gennaio 2021.

I dati esaminati dall'OMS in questo momento supportano la conclusione che i potenziali benefici dell'mRNA-1273 superano i rischi noti e potenziali. Tuttavia, dato che una fornitura adeguata di vaccini atta a immunizzare tutti coloro che potrebbero trarne beneficio non sarà immediatamente disponibile, l’OMS raccomanda ai paesi di seguire i criteri di prioritizzazione indicati.

L’uso di questo vaccino è destinato a soggetti di età ≥ 18 anni. Lo schema raccomandato è di due dosi (100 µg, 0,5 ml per ciascuna dose) con un intervallo di 28 giorni tra le 2 dosi, somministrate per via intramuscolare nel muscolo deltoide. Viene sottolineato nello stesso documento che, sulla base degli studi effettuati, le risposte anticorpali neutralizzanti erano modeste dopo la prima dose e aumentavano sostanzialmente dopo la seconda dose.

Non ci sono, attualmente, prove sulla necessità di una dose di richiamo o di dosi di richiamo del vaccino dopo l'attuale schema a due dosi. La necessità e la tempistica delle dosi di richiamo saranno eventualmente valutate a fronte di ulteriori dati. Non sono disponibili dati sull'intercambiabilità di questo vaccino con altri vaccini a mRNA o altre piattaforme di vaccino COVID-19, per cui viene raccomandato di utilizzare lo stesso prodotto per entrambe le dosi.

Una storia di anafilassi a qualsiasi componente del vaccino è una controindicazione alla vaccinazione. Il vaccino mRNA-1273 non dovrebbe essere somministrato a soggetti con anamnesi di anafilassi al polietilenglicole (PEG), un componente del vaccino. In caso di anafilassi dopo la prima dose, non deve essere somministrata una seconda dose di vaccino mRNA-1273 o di mRNA-BNT162b2 (Pfizer).

Le popolazioni per le quali sono disponibili dati di supporto da studi clinici di fase 2/3 sulla somministrazione di questo vaccino sono le persone anziane e le persone con comorbidità. Le popolazioni per le quali esistono dati limitati o assenti dalla sperimentazione clinica di fase 3 sulla somministrazione di questo vaccino sono persone anziane estremamente fragili e persone di età superiore ai 95 anni, bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni, donne incinte, donne in allattamento, persone con HIV, immunocompromesse, con malattie autoimmuni, con una storia di paralisi di Bell,  con pregressa infezione da SARS-CoV-2, con COVID-19 in corso, persone che hanno precedentemente ricevuto una immunoterapia passiva per COVID-19.
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L'FDA rilascia l'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA) per il vaccino Moderna in soggetti con età pari o superiore a 18 anni

La comunicazione del rilascio dell'autorizzazione è stata fatta dall'FDA in data 18 dicembre 2020. L'autorizzazione all'uso di emergenza consente la distribuzione del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 negli Stati Uniti. Sul sito della FDA il 17 dicembre 2020 era stato pubblicato anche il docuemnto informativo mRNA Moderna Covid-19 Vaccine. 
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L’azienda Moderna ha lavorato a stretto contatto con National Institutes of Health (NIH), Biomedical Advanced Research and Development (BARDA) e Operation Warp Speed (OWS) allo sviluppo del vaccino mRNA-1273. 

mRNA-1273 è un nuovo vaccino a base di acido ribonucleico messaggero (mRNA), incapsulato in una nanoparticella lipidica (LNP). In particolare, il vaccino mRNA-1273 è attualmente in fase di valutazione:

- nello studio 301, di fase 3, randomizzato, in cieco per l'osservatore, controllato con placebo, finalizzato a valutare la sicurezza, l’efficacia e l’immunogenicità di mRNA-1273 alla dose di 100 µg
- nello studio 201 di fase 2a, randomizzato, cieco per l'osservatore e controllato con placebo finalizzato alla valutazione della sicurezza e immunogenicità di 50 µg e 100 µg di mRNA-1273
- nello studio 101 di fase 1, in aperto, a dosaggio variabile di 25 µg, 50 µg, 100 µg o 250 µg finalizzato a valutare la sicurezza e l’immunogenicità dell'mRNA 1273.

risultati dell’immunogenicità dello studio 101 hanno mostrato che il vaccino alla dose di 100 μg somministrata in due iniezioni a 28 giorni di distanza, inducono la formazione di anticorpi neutralizzanti in tutti i partecipanti a partire dalla prima settimana dopo la seconda iniezione.
La risposta immunitaria è risultata simile tra i gruppi di età persistendo per almeno 3 mesi dopo la seconda iniezione. Pertanto, la dose da 100 µg di mRNA-1273 era stata selezionata come dose ottimale negli studi successivi.

risultati dell'immunogenicità dello studio 201 hanno confermato l'induzione del legame degli anticorpi e degli anticorpi neutralizzanti contro la proteina spike SARS-CoV-2 sia alla dose di 50 μg che a quella di 100 μg.

Dato che lo studio 301 presenta più del 96% dei dati di sicurezza prodotti fino ad oggi con mRNA-1273, il documento informativo mRNA Moderna Covid-19 Vaccine si concentra sui dati disponibili e provenienti da questo studio. Nello studio 301 sono stati arruolati 30.418 partecipanti di età pari o superiore a 18 anni a maggior rischio di contrarre COVID-19, assegnati in modo casuale in un rapporto 1: 1 a ricevere 2 iniezioni di 100 μg di mRNA-1273 o placebo, ciascuno somministrato in due iniezioni a 28 giorni di distanza. La randomizzazione è stata stratificata in base all'età e alla presenza o assenza di fattori di rischio per malattia grave COVID-19 (in base alla raccomandazione CDC di marzo 2020) nei partecipanti <65 anni di età. I partecipanti erano considerati a rischio di grave malattia da COVID-19 se avevano almeno 1 dei seguenti fattori di rischio allo screening:

• Malattia polmonare cronica (es. enfisema e bronchite cronica), idiopatica (fibrosi polmonare e fibrosi cistica) o asma da moderata a grave;
• Malattia cardiaca significativa (es. insufficienza cardiaca, malattia coronarica, malattie cardiache congenite, cardiomiopatie e ipertensione polmonare);
• Grave obesità (indice di massa corporea ≥ 40 kg / m2)
• Diabete (tipo 1, tipo 2 o gestazionale)
• Malattia del fegato
• Infezione da virus dell'immunodeficienza umana (HIV) controllata

L'endpoint primario di efficacia era rappresentato dalla valutazione di efficacia del vaccino mRNA-1273 per prevenire il primo evento di COVID-19 e l'analisi includeva i casi che iniziavano 14 giorni dopo la seconda iniezione, valutati da un comitato indipendente di valutazione in cieco rispetto all'assegnazione del gruppo di vaccini. Gli endpoint secondari di efficacia, anch'essi giudicati da un comitato indipendente di valutazione, includevano la valutazione dell’efficacia del vaccino mRNA-1273 a prevenire quanto segue:

• Grave COVID-19
• COVID-19 indipendentemente dalla sintomatologia o dalla gravità, definita come prima insorgenza di infezione da SARS-CoV-2 o COVID-19 a partire da 14 giorni dopo la seconda dose di vaccino 
• COVID-19 basato su una definizione secondaria (meno restrittiva) a partire da 14 giorni dopo la seconda iniezione di vaccino. La definizione secondaria (meno restrittiva) di COVID-19 includeva uno dei seguenti sintomi: febbre (temperatura ≥ 38 ° C) o brividi, tosse, mancanza di respiro o difficoltà a respirare, affaticamento, dolori muscolari, mal di testa, nuova insorgenza di perdita del gusto o dell'olfatto, mal di gola, congestione nasale o rinorrea, nausea o vomito o diarrea e un tampone nasale o campione di saliva (o campione respiratorio, se ricoverato in ospedale) positivo per SARS-CoV-2 mediante RT-PCR.
• Morte dovuta a COVID-19
• COVID-19 a partire da 14 giorni dopo la prima iniezione di vaccino (inclusi i casi che sono avvenuti dopo la seconda iniezione).

Un endpoint secondario aggiuntivo era basato sul set FAS (Full Analysis Set): la valutazione dell’efficacia di mRNA-1273 nel prevenire COVID-19 indipendentemente dalla precedente infezione da SARS-CoV-2 ,14 giorni dopo la seconda dose di vaccino.

L'analisi primaria ha mostrato che l’efficacia del vaccino mRNA-1273 nel prevenire i sintomi COVID-19 nei partecipanti al basale sieronegativi per COVID-19, era del 94,1%. In base alla valutazione effettuata da comitato di valutazione indipendente, a partire da 14 giorni dopo la seconda dose di vaccino, si sono verificati 196 casi di COVID-19.

Questi risultati hanno confermato l'analisi ad interim di efficacia, basata sui 95 casi, con 5 casi che si sono verificati nel gruppo mRNA-1273 e 90 casi che si sono verificati nel gruppo placebo. Nell'analisi ad interim, la stima puntuale della valutazione dell’efficacia era del 94,5%, coerente con l’efficacia rilevata nell’analisi primaria.  I risultati della valutazione di efficacia del vaccino a mRNA-1273 dell’endpoint secondario erano simili all’endpoint primario, con stime puntuali di valutazione dell’efficacia compresa tra il 93,6% e il 100% in base agli hazard ratio. Al momento dell’analisi primaria, i casi riportati di COVID-19 grave sono stati 30 tutti verificatisi nel gruppo placebo. Di conseguenza la stima puntuale dell'efficacia contro la malattia grave è risultata del 100%.  Sfortunatamente, uno di questi casi ha provocato un decesso dovuto a COVID-19 in un soggetto del gruppo placebo.

Per quanto concerne gli eventi avversi locali o sistemici, sono stati osservati nella maggior parte dei partecipanti sottoposti alla vaccinazione con mRNA-1273 e generalmente sono aumentate dopo la seconda iniezione. Le reazioni locali e sistemiche dopo l’iniezione erano più alte nel gruppo vaccino rispetto al gruppo placebo. La maggior parte degli eventi avversi nel gruppo mRNA-1273 erano di grado da 1 a 2 (secondo scale di valutazione che vanno da 0 a 4) e generalmente si risolvevano entro 3 giorni o meno. I tassi di incidenza degli eventi avversi durante i 28 giorni successivi all'iniezione sono stati generalmente simili nei partecipanti che hanno ricevuto mRNA-1273 e in quelli che hanno ricevuto placebo.

Nello specifico, per quanto riguarda le reazioni locali con insorgenza entro 7 giorni dopo l’iniezione (es. giorno di somministrazione e 6 giorni dopo, ma nel caso in cui un evento avverso persisteva più di 7 giorni al partecipante veniva chiesto di continuare a registrare le reazioni fino a risoluzione dell’evento) includevano: dolore, eritema, gonfiore e linfadenopatia, nessuna reazione locale di grado 4 è stata sollecitata, e solo il dolore di grado 3 è stato segnalato con una frequenza inferiore al 2% dopo ciascuna iniezione.

Per quanto riguarda le reazioni sistemiche, queste includevano: febbre, mal di testa, affaticamento, mialgia, artralgia, brividi e nausea / vomito, erano prevalenti nel gruppo mRNA-1273 rispetto al gruppo placebo. Nel gruppo mRNA-1273, l'incidenza e la gravità delle reazioni sistemiche sembravano aumentare dopo la seconda iniezione. La maggior parte delle reazioni sistemiche erano di grado da 1 a 2 di gravità. La maggior parte delle reazioni sistemiche sollecitate nei partecipanti che hanno ricevuto mRNA-1273 si sono verificate entro i primi 1 o 2 giorni dall'iniezione e generalmente sono continuate mediamente da 1 a 2 giorni.

Gli eventi avversi che persistevano oltre i 7 giorni erano simili tra mRNA-1273 e placebo, senza alcuna differenza notevole tra la prima e la seconda iniezione.

In conclusione, l'efficacia di mRNA-1273 è risultata simile tra i principali gruppi demografici e sottogruppi ad aumentato rischio di COVID-19 grave e morte.

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Vaccino CureVac
[CVnCoV]

Il trial A Study to Evaluate the Safety and Immunogenicity of Vaccine CVnCoV in Healthy Adults in Germany for COVID-19 (NCT04674189) valuta la sicurezza (in tutti i partecipanti) e la reattogenicità in un sottogruppo di partecipanti) di CVnCoV somministrato con una schedula di vaccinazione a 2 dosi (1-29 giorni) a partecipanti adulti di età pari o superiore a 18 anni. Lo studio mira anche a valutare le risposte anticorpali dirette verso il dominio di legame del recettore (RBD) della proteina spike (S) di SARS-CoV-2 dopo la prima e seconda dose di CVnCoV.
E’ previsto l’arruolamento di 2.520 participanti.

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A cura di:
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi




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