Vaccinazione anziani con Pfizer e Astrazeneca: buona risposta anticorpale con entrambi i vaccini già dopo la prima dose

Ma il vaccino Astrazeneca induce una risposta immunitaria cellulare più forte rispetto al vaccino Pfizer


20/4/2021
Lo studio Single vaccination with BNT162b2 or ChAdOx1 in older people induces equivalent antibody generation but enhanced cellular responses after ChAdOx1  (preprint) pubblicato su The Lancet ha valutato le risposte immunitarie in una popolazione di anziani che avevano ricevuto una singola dose di vaccino a mRNA BNT162b2 (Pfizer) o su base adenovirus (vaccino ChAdOx1 - AstraZeneca).

Attualmente, la maggior parte dei vaccini utilizzano un protocollo a 2 dosi con qualche variazione nell'intervallo di tempo tra la somministrazione delle due dosi. Il vaccino mRNA BNT162b2 (Pfizer) è autorizzato per la somministrazione di 2 dosi a un intervallo di tre settimane, mentre l'intervallo per il vaccino ChAdOx1 (AstraZeneca) su base adenovirus è più lungo, poiché molti studi hanno dimostrato che l’allungamento dell’intervallo ne può aumentare l’efficacia.

Sebbene i vaccini a mRNA e ChAdOx1 mostrino entrambi un'elevata efficacia clinica, scarsa attenzione è stata posta alla valutazione della loro immunogenicità dopo una singola somministrazione. Ciò è di particolare interesse in relazione al loro utilizzo nelle persone anziane, in cui la senescenza immunitaria può potenzialmente agire limitandone la risposta immunitaria.

I vaccini BNT162b2 (Pfizer) e ChAdOx1 su base adenovirus (AstraZeneca) presentano l'antigene in modalità differente e ciò può riflettersi in un diverso profilo o entità dell'immunità umorale o della risposta adattativa.

In questo studio sono stati arruolati 165 soggetti di età pari o superiore a 80 anni, di cui 76 avevano ricevuto il vaccino BNT162b2 Pfizer (età media 84 anni) e 89 avevano ricevuto il vaccino ChAdOx1 Astrazeneca (età mediana 84). Dopo 5-6 settimane è stato effettuato un prelievo di sangue e analizzato un campione di sangue essiccato. Nello specifico, gli anticorpi IgG/A/M specifici contro SARS-CoV-2 sono stati rilevati utilizzando l'elettrochemiluminescenza; gli anticorpi IgG specifici contro SARS-CoV-2 sono stati rilevati utilizzando microparticelle chemiluminescenti sulla piattaforma Abbott Alinity i-series presso l'Heartlands Hospital di Birmingham, mentre il titolo anticorpale è stato misurato utilizzando la metodica MSD V-PLEX COVID-19 Respiratory Panel 2. Le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) sono state isolate da un campione di sangue intero utilizzando "T-Cell Xtend" (Oxford Immunotec) e Ficoll.

Le risposte anticorpali erano del 93% dopo la somministrazione del vaccino BNT162b2 Pfizer e dell’87% dopo la somministrazione del vaccino  ChAdOx1 AstraZeneca. Le misurazioni dei titoli anticorpali corrispondenti erano rispettivamente di 19,3 e 19,6 U / ml (mediane). Le risposte sono state valutate anche utilizzando il test ELISA quantitativo specifico per spike (Abbott) con risposte che non hanno mostrato differenze statisticamente significative tra BNT162b2 e ChAdOx1. 8 soggetti hanno mostrato una precedente infezione naturale sulla base della positività N-specifica alla sierologia, di questi, 5 soggetti avevano ricevuto BNT162b2 e 3 avevano ricevuto ChAdOx1. Per quanto concerne l'induzione delle risposte delle cellule T specifiche, le risposte cellulari erano rilevabili nel 12,3% dopo 5 settimane da una singola dose di vaccino BNT162b2 e nel 30,7% dopo una singola dose di vaccino ChAdOx1. Inoltre, l’entità delle risposte cellulari era 3 volte maggiore nel sottogruppo ChAdOx1 AstraZeneca rispetto a quella indotta da BNT162b2 Pfizer, differenza che si è mantenuta anche dopo l’esclusione dei soggetti con infezione naturale.

In conclusione, questi risultati dimostrano che esistono livelli rassicuranti di immunità umorale contro l'infezione primaria dopo la somministrazione di entrambi i tipi di vaccini. Tuttavia, il vaccino basato sull'adenovirus (ChAdOx1 AstraZeneca) ha indotto una risposta immunitaria cellulare più forte rispetto alla vaccinazione con BNT162b2 Pfizer.

A cura di:

  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi




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