Variante Omicron, uno studio valuta l'attività neutralizzante degli anticorpi in soggetti vaccinati e convalescenti

Lo studio è attualmente pubblicato come preprint su medRxiv


5/1/2022
Sono stati pubblicati come preprint su medRxiv i risultati dello studio mRNA booster immunization elicits potent neutralizing serum activity against the SARS-CoV-2 Omicron variant  che ha avuto l’obiettivo di valutare l’attività neutralizzante degli anticorpi contro la variante Omicron in soggetti vaccinati e convalescenti.

Per valutare l’attività neutralizzante degli anticorpi indotti dal vaccino, sono stati analizzati i campioni di sieri ottenuti da 30 soggetti senza evidenza di pregressa infezione da SARS-CoV2 dopo 4 settimane (intervallo 3-6 settimane) dal completamento di un ciclo a due dosi del vaccino BNT162b2. I partecipanti allo studio avevano un'età media di 49 anni (range 27-78 anni) con una distribuzione quasi uguale per sesso (57% femmine, 43% maschi). L'attività neutralizzante indotta dal vaccino era stata testata contro Wu01 (virus originario), Alpha (B.1.1.7), Beta (B.1.351), Delta (B.1.617.2) e Omicron. Tutti i campioni hanno mostrato alti titoli di attività neutralizzante, a diluizione inibitoria di 50%, e nello specifico di 546 contro il ceppo Wu01, mentre contro Alfa risultava ridotta a 331, contro Delta a 172 e contro Beta a 40. In particolare, solo otto sui 30 individui vaccinati (27%) hanno mostrato un'attività sierica neutralizzante rilevabile contro Omicron, risultando però significativamente inferiore rispetto alla variante Beta (P<0,0001). Per indagare la variazione nel tempo dell'attività neutralizzante contro la variante Omicron e valutare l'impatto di una dose booster, sono stati analizzati longitudinalmente i campioni dei 30 soggetti vaccinati dopo 5 mesi (mediana 21 settimane; range 19-31 settimane) dal ciclo a due dosi e dopo 1 mese (mediana 3 settimane, range 3-12 settimane) da una singola dose booster di BNT162b2. Dopo due dosi di BNT162b2, l’attività neutralizzante contro Wu01 è diminuita di quattro volte nel periodo di cinque mesi (da 546 a 139), ma era fortemente aumentata dopo la dose booster (a 6.241). L’attività neutralizzante contro la variante Omicron dopo due dosi di vaccino era rimasta bassa, ma aumentava di oltre 100 volte in seguito alla somministrazione della dose booster di BNT162b2 (1.195), ed era superiore rispetto a quella rilevata contro Wu01 dopo la seconda dose di BNT162b2.

Analogamente, è stata determinata l’attività neutralizzante nei soggetti convalescenti di COVID-19 (10 soggetti sono stati seguiti fino a 16 mesi dopo l'infezione da SARS-CoV-2 avvenuta tra febbraio e marzo 2020). I campioni di siero sono stati raccolti a 1,5 mesi (intervallo 4-10 settimane) e a 12 mesi (intervallo 49-59 settimane) dopo la diagnosi di infezione e dopo un mese (mediana 6 settimane, intervallo 4-10 settimane) dopo la somministrazione di una singola dose di BNT162b2 risultante in una "immunità ibrida" acquisita da una combinazione di infezione e vaccinazione (mediana 67 settimane, intervallo 62-71 settimane dall'insorgenza della malattia). Subito dopo l'infezione, l'attività neutralizzante contro Wu01 era variabile (da 37 a 11.008). A seguito di una singola dose di BNT162b2, tutti gli individui convalescenti hanno avuto un forte aumento dell'attività sierica neutralizzante (7.997 contro Wu01), mentre nessuna attività neutralizzante era stata rilevata contro la variante Omicron in campioni raccolti da individui convalescenti; un lieve aumento dell'attività neutralizzazione era stato osservato solo in alcuni individui in punti temporali tardivi. Una singola dose di BNT162b2 aveva indotto un forte aumento dell’attività di neutralizzazione (1.549) un mese dopo vaccinazione.

Infine, è stato indagato se l'elevato numero di mutazioni nella variante Omicron fosse in grado di influire sull'attività degli anticorpi monoclonali neutralizzanti SARS-CoV-2 che avevano dimostrato di ridurre efficacemente la morbilità e mortalità associate a COVID-19. Contro il ceppo Wu01 e le varianti Alpha, Beta, Delta e Omicron sono stati testati nove anticorpi monoclonali, compresi gli anticorpi autorizzati per uso clinico (bamlanvimab, etesevimab, REGN10933 (casirivimab), REGN10987 (imdevimab) e S309 (sotrovimab), un anticorpo in fase di studio clinico (DZIF-10c) e anticorpi aggiuntivi rappresentativi di diverse classi di anticorpi (P2B-2F6, C102 e Fab2-36) che hanno come target il Receptor-Binding Domain (RDB) di SARS-CoV-2, ovvero la proteina necessaria affinché avvenga il primo legame della proteina S di SARS-CoV-2 al recettore cellulare ACE2 umano. Tutti gli anticorpi hanno mostrato attività neutralizzante contro Wu01 e Alpha, ma solo 7/9 hanno mostrato attività neutralizzante rispettivamente contro le varianti Delta e 5/9 contro Beta. Mentre, l'attività neutralizzante contro la variante Omicron è stata abolita in 7/9 anticorpi monoclonali.

In conclusione, la variante Omicron presenta una sostanziale “fuga immunitaria” in individui vaccinati con un ciclo a due dosi di BNT162b2 e convalescenti. Tuttavia, una forte attività neutralizzante contro la variante Omicron può essere indotta da una dose booster di BNT162b2. Saranno, tuttavia, necessari studi di follow-up per determinare la durabilità dell’attività di neutralizzazione anticorpale contro Omicron dopo la dose booster.

A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




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