Gli accessi al Pronto soccorso e i ricoveri ospedalieri delle donne vittime di violenza


23/5/2023
La violenza sulle donne è un tema di costante attualità che spesso, ancor oggi, rimane impunita a causa della natura intima e/o sessuale di queste azioni. La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani.

La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di se stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità.

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) e il Ministero della salute, nell’ambito dell’Accordo Istat-Ministero della salute firmato il 20 novembre 2019 per “l’alimentazione della banca dati sulla violenza di genere con i flussi informativi sanitari”, presentano uno studio per approfondire la conoscenza della situazione delle donne vittime di violenza che si rivolgono ai servizi ospedalieri.

Nel report vengono analizzati i contenuti informativi relativi agli accessi in Pronto soccorso rilevati dal Sistema Emur (Prestazioni di assistenza sanitaria in emergenza–urgenza) e ai ricoveri ospedalieri, che vengono rilevati con il flusso della Scheda di dimissione ospedaliera (SDO).

In Italia nel 2021, sono state 11.771 le donne che hanno effettuato un accesso in Pronto soccorso (PS) con indicazione di violenza, per un totale di 12.780 accessi (gli uomini sono 10.246 per 10.844 accessi totali). L’incidenza di tali accessi è pari a 18,4 per 10.000 accessi complessivi in PS (negli uomini è 15,1 per 10.000 accessi), in costante aumento dal 2017 (anno in cui per le donne era 14,1 per 10.000 accessi), nonostante la generale diminuzione del ricorso al PS in conseguenza della pandemia da Covid-19.

Nel 2021, si sono registrati 4,4 accessi in PS di donne con indicazione di violenza per 10.000 residenti. Le giovani donne di 18-34 anni sono state le più colpite (8,8 per 10.000), seguite dalle donne adulte di 35-49 anni (7,2 per 10.000). I tassi di accesso delle straniere al PS con indicazione di violenza sono più del doppio di quelli delle italiane.

Gli accessi in PS con indicazione di violenza presentano un’elevata variabilità a livello regionale per entrambi i generi. Sebbene una parte della variabilità dipenda dalla diversa diffusione del fenomeno nelle regioni, una parte potrebbe essere attribuibile alla differente propensione a riconoscere il fenomeno.

Nel periodo 2017-2019 l’incidenza per 10.000 accessi totali varia per le donne da 3,0 in Molise a 23,3 in Liguria; nel periodo 2020-2021 da 2,6 in Molise a 27,6 in Abruzzo.

La Toscana risulta tra le regioni con incidenza più alta nelle donne: 20,8 nel periodo pre-pandemia e 23,2 nel periodo post–pandemia. Nei maschi l’incidenza in Toscana è più bassa rispetto alla media italiana: 11,7 e 11,5 rispetto a 12,7 e 14,7 per 10.000 accessi.

In Italia, nel 2021, sono state 1.083 le donne ricoverate in ospedale in conseguenza della violenza per un totale di 1.171 ricoveri nell’anno. Dopo una sensibile diminuzione di questi ricoveri nel 2020 (-29,9% rispetto al 2019) per le elevate difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere durante l’emergenza sanitaria, nel 2021 il recupero è stato più consistente rispetto al totale dei ricoveri ordinari (+12,4% contro +5,6% rispetto al 2020). Per gli uomini i ricoveri sono più frequenti (3.197 uomini per un totale di 3.459 ricoveri) e il tasso raggiunge l’1,20 per 10.000 uomini, contro lo 0,39 del tasso femminile. Differiscono tuttavia le motivazioni della violenza: per le donne sono più frequenti rispetto agli uomini il maltrattamento e le violenze all’interno della coppia e della famiglia, per gli uomini sono più frequenti le lesioni inflitte da altre persone, analogamente a ciò che accade per gli omicidi.

I ricoveri di donne con indicazione di violenza presentano una spiccata variabilità regionale, ulteriormente aumentata nel biennio della pandemia 2020-2021, in conseguenza di una riduzione più forte al Sud: il tasso di ricovero per 10.000 donne residenti è passato da 0,37 nel triennio 2017-2019 a 0,23 nel 2020-2021 (-38,6%), rispetto a una diminuzione a livello nazionale da 0,46 a 0,35 (-25,5%). In Toscana il tasso di ricovero per le femmine è in linea a quello nazionale: 0,47 e 0,37 per 10.000 residenti rispettivamente nei due periodi. Nei maschi risulta più alto di quello delle femmine ma inferiore al dato medio italiano: 0,83 e 0,74 rispetto al dato italiano di 1,35 e 1,37 per 10.000 residenti.

Allo scopo di favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza in un’ottica gender sensitive, assicurando efficaci percorsi dedicati, la Regione Toscana ha istituito sul proprio territorio numerosi Servizi in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni espressi da coloro che vivono questo tipo di esperienza monitorandone anche l’andamento nel corso degli anni. Al fine di facilitare ulteriormente l’avvicinamento delle vittime al circuito assistenziale, è nato il progetto Codice rosa che, dopo un primo avvio in 5 Aziende USL della Toscana, è stato diffuso in un modello a rete su tutto il territorio regionale. La Rete regionale Codice rosa si struttura come una rete tempo-dipendente in grado di attivare risposte rapide per i bisogni di cura delle persone vittime di maltrattamento e/o abuso, attraverso il riconoscimento della violenza e la realizzazione di percorsi sanitari e sociosanitari specifici dedicati alla violenza di genere, il maltrattamento/abuso dei minori, delle persone anziane, delle persone discriminate sessualmente, delle persone portatrici di disabilità etc. sempre in un’ottica gender sensitive.

In riferimento alla Rete regionale Codice rosa, dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2021 si sono registrati nei Pronto soccorso della Toscana 25.704 accessi codificati come Codice rosa (3.658 relativi ai minori). Nell’ultimo anno (2021) abbiamo assistito ad un aumento del 14,6% degli accessi rispetto all’anno precedente, fortemente ridotti a causa dell’emergenza pandemica in corso che limitava l’accesso alle strutture sanitarie ed ai Pronto soccorso. Nel 2021 gli accessi di persone adulte sono stati 1.646 con una prevalenza del genere femminile (80,7%). Per quanto riguarda i soggetti minori l’accesso per genere è meno sbilanciato pur mantenendo la prevalenza di quello femminile (57,4%). Gli accessi delle donne adulte sono cresciuti dell’8,2% rispetto al 2020 e la fascia di età più rappresentata è quella dei 40-49 anni. Sale anche la frequenza degli accessi per persone con più di 70 anni.  Sempre nel 2021 gli accessi di minori sono cresciuti del 21,4% dove aumenta principalmente la fascia di età 12-17 anni. Riguardo alla cittadinanza di coloro che accedono in PS come Codice rosa non ci sono sostanziali differenze tra persone adulte e minori: 7 accessi su 10 hanno cittadinanza italiana. In relazione al tipo di violenza subita, nel 93,8% dei casi di persone adulte riferiscono di aver subito maltrattamenti, il 5,8% abusi e solo lo 0,4% stalking. Tra i soggetti minori 1 caso su 4 riguarda episodi di abusi (26,8%).
 

Tabella 1. Accessi al pronto soccorso codificati come Codice rosa di persone adulte e minori – Valori assoluti – Toscana – Periodo 2012-2021 – Fonte: Rete regionale Codice rosa
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A cura di:
Monia Puglia - Agenzia regionale di sanità della Toscana




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