Mal di schiena in Toscana: il ricorso a medico di famiglia, farmaci e specialisti


mal di schiena toscanaIl mal di schiena è un problema di salute comune legato a fattori che possono interessare la sfera fisica, psicologica o anche sociale. Circa 15 milioni di persone ne soffrono in Italia in maniera sporadica. Di queste, oltre 2 milioni ne soffrono in maniera cronica.

Mal di schiena in Toscana: l'indagine epidemiologica dell'ARS

In Toscana esiste un tavolo regionale per la definizione delle linee guida sul mal di schiena che ha affidato all’ARS il compito di effettuare un’indagine epidemiologica nella nostra regione. L’indagine si è svolta nel 2013 su un campione di 2.000 residenti toscani tra i 18 ed i 74 anni, rappresentativo dell’intera popolazione. Oltre alle stime di prevalenza del fenomeno, lo studio ha prodotto un’analisi del ricorso ai servizi da parte dei toscani affetti da mal di schiena.

Visite mediche

A seguito dell’insorgenza del mal di schiena il 4% dei toscani si è recato al Pronto soccorso. Il 37% ha consultato il proprio medico di famiglia, tre su quattro entro la prima settimana dall’insorgenza del dolore. Il 18% si è recato da uno specialista, nel 77% dei casi un ortopedico. In generale il ricorso ai servizi aumenta con l’intensità del dolore e in alcune casi con l’età. Chi si è recato da uno specialista è stato almeno una volta in una struttura privata (58%), ha svolto la visita su prescrizione del medico di famiglia (58%) entro un mese dall’insorgenza del dolore (59%).

Esami diagnostici

Gli esami eseguiti più frequentemente sono radiografie (17%) e risonanza magnetica (12%). Il 23% ha svolto almeno un esame, l’11% almeno due, il 4% tre o più. TAC e risonanze aumentano significativamente con l’intensità del dolore.
Il 70% delle TAC e risonanze e l’85% delle radiografie sono stati eseguiti in una struttura pubblica.
Principalmente gli utenti accedono all’esame su prescrizione del medico di famiglia o, in misura lievemente minore di uno specialista per la diagnostica pesante (risonanze e TAC). Non è possibile verificare quante delle prescrizioni del medico di famiglia siano in realtà indotte da specialisti in regime di libera professione o da specialisti convenzionati che non assolvono i propri obblighi prescrittivi. L’esame avviene solitamente entro un mese dall’insorgenza del dolore.

Farmaci, trattamenti e interventi chirurgici

Il 55% assume farmaci per il dolore (nel 70% dei casi su prescrizione del proprio medico). L’uso dei farmaci aumenta con l’intensità del dolore, con le difficoltà economiche e con la presenza di sciatica. Tra chi segue terapie farmacologiche il 65% ha assunto farmaci anti infiammatori non steroidei (FANS), il 9% paracetamolo, sempre il 9% altri analgesici.
Il 17% ha fatto specifici trattamenti fisioterapici, che nel 63% dei casi vengono svolti esclusivamente in una struttura privata su prescrizione dello specialista (49%). Il 5% degli uomini e il 3% delle donne hanno dichiarato di aver effettuato un intervento chirurgico a causa del mal di schiena.

Gli esami e l'autocura

L’auto-gestione del mal di schiena è in accordo con la letteratura internazionale e con l’obiettivo di de-medicalizzare portato avanti dalle linee guida regionali. Emerge che un cittadino su due non richiede intervento medico durante l’episodio di mal di schiena, probabile segnale di buona capacità di gestire la condizione dolorosa ricorrente.

Le persone che si recano dal medico di famiglia sono mediamente più anziane, con dolore importante e, tre su quattro, hanno accesso entro la settimana. Si rileva un elevato numero di radiografie e diagnostica per immagini avanzata: appropriata solo se in presenza di sciatica che non recede dopo 4-6 settimane e per supporto ad eventuale decisione chirurgica. Non è stato possibile indagare le cause dell’alto ricorso all’ortopedico, che non trova accordo con le linee guida nazionali e internazionali, probabilmente frutto di abitudini consolidate nel tempo nella cultura italiana e nel modello organizzativo sanitario.

In generale, c’è accordo con le linee guida per la prescrizione farmaceutica da parte del medico di famiglia per controllare il dolore, anche se troppo sbilanciata nell’uso di FANS rispetto agli analgesici, meglio tollerati e appropriati da un punto di vista fisiopatologico. Se non c’è risoluzione della sintomatologia in poche settimane, si ritiene appropriato che il 17% di persone acceda a trattamenti fisioterapici riabilitativi, in particolare se anziani e con dolore più intenso.