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Il Global Burden of Disease 2015
Il Global Burden of Disease (GBD) raccoglie i più recenti dati epidemiologici di 195 paesi nel mondo per valutare qual è il peso sulla salute delle diverse malattie e fattori di rischio. I dati del GBD per i singoli paesi sono utili nel campo della salute per misurare i successi, identificare le criticità, fare confronti con altri territori e stabilire nuove priorità. La rivista Lancet ha pubblicato, nell’ottobre 2016, le stime più recenti del GBD, riferite al 2015, con i confronti rispetto ai dati degli anni precedenti. Le principali misure di impatto sulla salute valutate dal GBD sono:anni di vita persi per morte prematura (YLL - Years of Life Lost), anni vissuti con disabilità (YLD - Years Lived with Disability), anni di vita persi per disabilità e morte prematura (DALYs - Disability Adjusted Life Years), indice che combina l’effetto degli YLL e YLD. E’ stato, inoltre, costruito il Socio-demographic Index (SDI), che sintetizza il grado di sviluppo socio-economico del Paese combinando assieme il livello di istruzione, il tasso di fecondità totale e il reddito pro-capite. I risultati del GBD del 2015 indicano che la popolazione a livello mondiale ha globalmente migliorato la propria salute negli ultimi 25 anni, anche se non ancora in tutte le aree, ma trascorre una parte più ampia della propria vita in condizioni di disabilità.

I principali risultati del GBD nel mondo

L’aspettativa di vita alla nascita è aumentata da 61,7 anni nel 1980 a 71,8 anni nel 2015. L’aumento è stato particolarmente importante in alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana, per la riduzione della mortalità dovuta all’HIV/AIDS. Dal 2005 al 2015, i decessi nel mondo sono aumentati del 4,1%, ma i tassi di mortalità standardizzati per età sono diminuiti del 17%, ad indicare la crescita e il progressivo invecchiamento della popolazione. Una delle conseguenze dell’andamento osservato è l’aumento della domanda di prestazioni e cure ai sistemi sanitari. Aumentano i decessi per le malattie non trasmissibili nel loro complesso (ma si riducono i tassi di mortalità standardizzati per età), diminuiscono i decessi per malattie trasmissibili, patologie materno-infantili e malnutrizione così come la mortalità per infortuni e incidenti, anche se violenze e guerra hanno sostenuto la perdita di molte vite soprattutto nei paesi del Medio Oriente.

Gli anni di vita persi per morte prematura si sono ridotti negli ultimi 35 anni, con un'unica eccezione del 1994 a causa del genocidio in Ruanda, la guerra civile in Iraq, il conflitto in Bosnia Erzegovina. Nel 2015, nel mondo, le prime tre cause di morte prematura sono la cardiopatia ischemica, le patologie cerebrovascolari e le infezioni delle vie aeree inferiori. Nel confronto con il 2005 è diminuito l’impatto dell’HIV/AIDS (dal quarto al settimo posto), della malaria e del morbillo (quest’ultimo dal 17° al 56° posto) mentre è aumentato il numero di YLL dovuti al diabete (dal 18° al 15° posto), alle malattie renali croniche e al morbo di Alzheimer. Per quanto riguarda infortuni e cause violente, si è osservato un incremento dei decessi precoci dovuti alle guerre.

L’invecchiamento progressivo della popolazione ha portato ad un aumento del numero di persone che convivono con le sequele di malattie e infortuni, con conseguente incremento globale degli anni vissuti con disabilità. Nel 2015, le condizioni che hanno maggiormente contribuito alla disabilità sono i disordini muscolo-scheletrici, i disturbi alla vista e all’udito, i disturbi depressivi, l’anemia da carenza di ferro e le malattie della pelle. Il cambiamento più rilevante rispetto al 1990 si è osservato per l’anemia da carenza di ferro, passata dalla seconda alla quarta posizione.

Globalmente i DALYs sono rimasti sostanzialmente invariati dal 1990 al 2015, mentre si è ridotto il tasso standardizzato per età. Si è osservata una rapida diminuzione di disabilità e morte prematura per malattie trasmissibili, materno-infantili e nutrizionali, e anche, in misura minore, per malattie croniche non trasmissibili e infortuni. Nonostante i progressi, tuttavia, ben 137 patologie hanno aumentato il loro impatto sulla salute, in particolare i disturbi mentali e l’abuso di sostanze, i disordini muscolo-scheletrici, i disturbi idiopatici dello sviluppo intellettivo, la compromissione della vista e dell’udito e i disordini neurologici. Nel 1990, le principali condizioni responsabili dei DALYs erano le infezioni delle vie respiratorie inferiori, le complicanze del parto pretermine e le malattie diarroiche. Nel 2015, rimangono tra le prime tre cause solo le infezioni respiratorie, mentre al primo ed al secondo posto si posizionano, rispettivamente, la cardiopatia ischemica e le malattie cerebrovascolari.

Nel 1990, la malnutrizione infantile, l’acqua non potabile e l’ipertensione erano i principali fattori di rischio responsabili degli anni di vita persi per disabilità o morte prematura (DALYs). Nel 2015, al primo posto troviamo l’ipertensione, seguita dal fumo di tabacco e dall’iperglicemia. Dal 1990 al 2015, l’esposizione a condizioni igieniche precarie, l’inquinamento indoor, il sottopeso nell’età infantile, l’arresto della crescita nell’infanzia e il fumo di tabacco si sono ridotti di oltre il 25%. Al contrario, è aumentata di oltre il 25% l’esposizione a fattori di rischio occupazionali, l’elevato BMI e l’uso di droghe.

I principali risultati del GBD in Italia
Nell'infografica che segue riportiamo la graduatoria per l’Italia delle cause di YLL, YLD, DALYs e fattori di rischio responsabili dei DALYs secondo i risultati del GBD 2015. Tra parentesi è riportata, per ogni patologia o fattore di rischio, la modifica osservata nella graduatoria rispetto al 1990.

Nel 1990 come nel 2015, le patologie cardiovascolari si confermano tra le prime cinque cause di anni di vita persi per disabilità o morte prematura. Negli ultimi 25 anni, tuttavia, aumentano il loro impatto sulla salute i disordini muscolo-scheletrici, la compromissione della vista e dell’udito e il morbo di Alzheimer, condizioni legate all’invecchiamento della popolazione. Rimane rilevante anche il peso dei tumori: nelle prime 20 cause di DALYs troviamo il tumore del polmone (6° posto, ma in lieve riduzione), il tumore del colon-retto (11° posto, ma in salita rispetto al 1990), il tumore della mammella (al 14° posto, stabile) e quello dello stomaco (al 20° posto, in discesa). Da segnalare, tra le altre forme di neoplasia, la crescita dell’impatto del tumore del pancreas (dal 30° al 21° posto), del fegato e della prostata. I principali fattori di rischio responsabili del carico di malattia e di morte prematura rimangono invariati: ipertensione, fumo di tabacco, iperglicemia, eccesso di peso, ipercolesterolemia. La scorretta alimentazione ha, nel complesso, il peso maggiore sulla perdita di salute.

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Per approfondire


  • Naviga il sito web dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), dove, alla sezione “Results”, sono fruibili liberamente i dati del GBD per i diversi paesi, anche attraverso mappe e grafici di facile lettura (http://www.healthdata.org/)
  • Nel sito dell’IHME sono inoltre presenti le pagine di sintesi dei risultati del GBD per ogni paese: al link http://www.healthdata.org/italy, consulta i dati relativi all’Italia