Le analisi riportate nel nuovo Incifre ARS si basano sui dati del flusso informativo delle Interruzioni volontarie di gravidanza (modello D12 ISTAT), che la Regione Toscana raccoglie per conto dell’ISTAT e che comprende i dati di tutte le IVG effettuate presso le strutture sanitarie della nostra regione.
Le disposizioni della legge n. 194/78In Italia l'
interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) è regolata dalla
legge n. 194 del 1978, "Norme per la tutela della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza", che sancisce le modalità del ricorso all'aborto volontario. L'intervento può essere effettuato presso le strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale e le strutture private convenzionate e autorizzate dalle Regioni.
Qualsiasi donna può richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. L'Ivg può essere praticata dopo i primi 90 giorni quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna, oppure quando siano state accertate gravi anomalie del feto che potrebbero danneggiare la salute psicofisica della donna. In entrambi i casi, lo stato patologico deve essere accertato e documentato da un medico del servizio ostetrico e ginecologico che pratica l'intervento.
In Toscana le IVG vengono effettuate in 28 strutture pubbliche. Nessuna struttura privata è stata accreditata per effettuare la prestazione.
Cos'è cambiato a 40 anni dall'approvazione della legge: i numeri delle IVGDal 1983 le interruzioni di gravidanza in
Italia sono in diminuzione e il tasso di abortività nel nostro paese (pari a 6,5 per 1.000) è fra i più bassi tra quelli dei paesi occidentali.
Anche in
Toscana, pur con un tasso di abortività che si mantiene superiore alla media nazionale (7,3 per 1.000), si ha un decremento: nel 2017 si è registrato il numero più basso dell’intero periodo: 5.627 IVG con una riduzione del 4,8% rispetto al 2016. Trend in diminuzione anche per le cittadine straniere, il cui tasso di abortività è più di 3 volte superiore a quello delle italiane, ma si è ridotto del 60% negli ultimi 10 anni, ad indicare una sempre maggiore integrazione delle donne straniere ed una modifica nei comportamenti relativi alle scelte di procreazione responsabile, anche grazie ai numerosi interventi di prevenzione delle gravidanze indesiderate e sulla contraccezione consapevole.
La diminuzione delle IVG potrebbe in parte essere collegata al fatto che, le maggiorenni, possono ritirare i farmaci per la contraccezione d’emergenza (l’Ulipristal acetato – ellaOne - “pillola dei 5 giorni dopo” e il Levonorgestrel – Norlevo – “pillola del giorno dopo”) senza ricetta medica.
Tra le
straniere si evidenziano ancora alcune criticità, soprattutto per le peruviane, le nigeriane, le cinesi, le rumene e le moldave per le quali il fenomeno delle IVG è ancora elevato, anche considerando il fatto che si trovano nella situazione di dover ripetere l’intervento più volte nella vita.
Merita particolare attenzione anche il fenomeno delle IVG tra le
minorenni in quanto, pur trattandosi di una proporzione molto bassa, rispetto al numero dei nati si registrano più IVG che nelle altre classi di età, fenomeno che è più marcato tra le italiane.
Le
metodiche con cui viene effettuato l’intervento sono cambiate in questi 40 anni e le complicanze e le morti associate sono rarissime. Da una decina di anni è stato autorizzato anche in Italia l’aborto farmacologico con Mifepristone (RU486) e Prostaglandine in alternativa all’aborto chirurgico, così come presente in altri paesi e come raccomandato per gli aborti precoci nelle linee guide OMS e internazionali.
L’
IVG farmacologica è in aumento negli anni ed in Toscana è utilizzata nel 28,1% dei casi (con proporzioni intorno al 50% in alcuni presidi ospedalieri) e in proporzione più alta rispetto alla media italiana (15,7%).
In caso di I
VG chirurgica, l’intervento è eseguito nel 56,3% dei casi in anestesia totale ma negli ultimi anni si sta diffondendo l’utilizzo della sedazione profonda e dell’anestesia locale.
Un altro aspetto da sottolineare riguarda la
diminuzione dei tempi di attesa tra il rilascio della certificazione e l’intervento, indicatore di efficienza del servizio. La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento è aumentata negli anni ed è di conseguenza diminuita la percentuale di donne che attendono più di 3 settimane.
Secondo la legge 194, i
consultori familiari (istituiti dalla legge 405 del 1975) hanno un ruolo fondamentale nell'assistenza alle donne che decidono di ricorrere all'Ivg. In Toscana, la politica sanitaria ha favorito il ruolo dei consultori per la consulenza, la prenotazione delle analisi pre-IVG e per l’intervento. Infatti, negli ultimi 15 anni la proporzione di donne che ha effettuato la certificazione per l’autorizzazione all’intervento nei consultori familiari è raddoppiata: nel 2017 il 53,1% dei certificati è stato rilasciato dal consultorio, in proporzione più alta rispetto al valore nazionale. Mentre anni fa erano quasi esclusivamente le straniere a rivolgersi al consultorio, adesso italiane e straniere vi si rivolgono in uguale proporzione.
Obiezione di coscienza: i numeriL’Incifre riporta infine i dati sull’obiezione di coscienza in Toscana, ottenuti attraverso un monitoraggio ad hoc che verifica la piena applicazione della legge 194.
Nelle strutture sanitarie della Toscana che praticano IVG la proporzione dell’obiezione di coscienza riguarda più della metà dei ginecologi (59,2%), con una grande variabilità tra i diversi presidi. Tuttavia la proporzione toscana è nettamente più bassa rispetto al 70,9% rilevato in Italia nel 2016. I ginecologi non obiettori eseguono mediamente una IVG alla settimana. Il numero globale dei ginecologi che non esercita il diritto all’obiezione di coscienza è quindi congruo con il numero di interventi di IVG e non emergono problemi che rappresentino un ostacolo alla piena applicazione delle legge 194.
Monia Puglia
Ricercatore ARS Toscana