Continua la serie di
pubblicazioni del gruppo di ricerca islandese sugli
effetti dell’esposizione alle emissioni geotermiche, in particolare ad acido solfidrico, sulla salute della popolazione residente. L’area in studio, come in altri lavori precedenti, è l’area metropolitana di Reykjavik, la cui principale fonte di esposizione a H2S è determinata da una centrale geotermica posta a 26 Km di distanza dal centro città.
Al fine di stimare le concentrazioni medie giornaliere di H2S in diversi settori dell’area metropolitana, è stato applicato un
modello di dispersione che gli stessi autori definiscono “semplice”, che tiene conto solo della velocità del vento, della direzione del vento e della radiazione solare. Nell’immagine sottostante una rappresentazione dell’area in studio e della modellazione delle concentrazioni giornaliere di H2S secondo cinque diversi settori geografici (A-E).
I valori stimati dal modello sono stati confrontati con i valori misurati nelle due sole centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria presenti nell’area in studio (centraline GRE e HEH nella figura sopra).
Come effetti sanitari acuti delle oscillazioni giornaliere di H2S, sono stati considerati i
ricoveri giornalieri e gli
accessi al pronto soccorso della popolazione adulta
causati da malattie cardiache, in particolare quelle ischemiche, l’arresto cardiaco, le aritmie e lo scompenso, da malattie respiratorie, in particolare quelle infettive delle basse vie respiratorie e l’insufficienza respiratoria e dall’ictus.
L’obiettivo era stimare l’associazione tra i conteggi giornalieri degli outcome sanitari e gli andamenti delle concentrazioni medie giornaliere di H2S utilizzando un modello statistico specifico (modello lineare generalizzato). Il periodo in studio è quello tra gennaio 2007 a giugno 2014.
Le concentrazioni medie giornaliere di H2S stimate per i 5 settori oscillano da un minimo di 3,02 µg/m3 ad un massimo di 4,04 µg/m3. Complessivamente
il 75% dei valori stimati sono inferiori ai 5 µg/m3. Il valore più elevato riscontrato è di 69,5 µg/m3. Si tratta quindi di valori medi giornalieri di H2S piuttosto bassi, abbastanza simili a quelli misurati dalle centraline nelle aree geotermiche toscane.
Il numero totale di eventi sanitari in analisi è di
32.961 visite urgenti, sostenute da
pazienti con una età media di 70 anni. Il modello statistico complessivo, che tiene conto anche di età, genere, stagionalità, esposizione al traffico, distanza dalla centrale geotermica e temperatura, mostra una associazione significativa tra valori di
H2S superiori a 7 µg/m3 ed il numero di visite urgenti per malattie cardiache. Nell’analisi distinta per genere e gruppi di età, l’associazione resta significativa solo nei maschi (con un incremento del rischio di visita urgente per malattia cardiaca dell’8,7%), e in quelli di età superiore ai 73 anni con un aumento del rischio stimato pari al 7,5% negli esposti a H2S maggiore di 7 rispetto a coloro che sono esposti a livelli di H2S <=7 µg/m3. Nessun’altra associazione è emersa tra esposizione ad H2S e singole patologie cardiache e le malattie respiratorie prese in esame.
Questo studio islandese mostra perciò una correlazione tra andamenti giornalieri di H2S nell’aria e numero di ricoveri e accessi al pronto soccorso per malattie cardiache a livelli di H2S piuttosto bassi. Per il disegno di studio applicato, i ricercatori si sono concentrati sugli effetti dell’esposizione a H2S di tipo acuto, a carico dell’apparato circolatorio e respiratorio. Sono perciò escluse valutazioni rispetto a effetti di tipo cronico, come l’insorgenza di tumori, per le quali sono necessari studi e modelli statistici diversi. L’aver portato l’attenzione sugli
effetti acuti delle basse concentrazioni di H2S rappresenta un valore aggiunto rispetto all’attuale stato delle conoscenze su H2S e salute. Gli studi precedenti, inclusi quelli del gruppo di ricerca del prof. Bates, hanno preso in considerazione gli effetti di esposizioni acute ad alte dosi di H2S, fino anche all’intossicazione, o gli effetti legati ad esposizioni prolungate, anche a dossi relativamente basse di H2S.
La mancanza di associazioni tra oscillazioni giornaliere delle concentrazioni di H2S ed esiti respiratori acuti mostrata dallo studio islandese è comunque in linea con i risultati dello
studio condotto a Rotorua dal gruppo di ricerca di Bates, che non ha evidenziato relazioni tra esposizione ad
H2S e sviluppo di sintomi asmatici ed effetti sulla funzionalità respiratoria.
Anche
nelle aree geotermiche toscane, il nostro Osservatorio su “Geotermia e salute”, tra le varie attività in corso, sta lavorando ad uno studio simile a quello degli islandesi, ma con maggiori informazioni. L’obiettivo è sempre quello di valutare la
correlazione tra gli andamenti giornalieri di H2S, soprattutto negli anni passati quando nelle centrali geotermiche non erano stati ancora installati gli abbattitori di acido solfidrico e mercurio (AMIS), e gli
eventi sanitari acuti, sfruttando le numerose banche sanitarie a disposizione dell'ARS (mortalità, ricoveri, accessi al pronto soccorso). A differenza dello studio islandese, quello
toscano può contare però sui dati di un maggior numero di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria, presenti nelle aree geotermiche già dagli anni 2000. Questo patrimonio informativo ambientale consente, quindi, di stimare l’esposizione giornaliera in maniera piuttosto affidabile, con un particolare interesse nel caso di eventi sanitari avversi acuti legati ai picchi di concentrazione di H2S registrati negli ultimi 15 anni.