Questo studio si inquadra nel più ampio panorama di
attività previste dal progetto triennale “Geotermia e salute” finanziato da Regione Toscana, che fanno seguito ai primi studi condotti nelle aree geotermiche che hanno evidenziato in Amiata delle criticità sanitarie, sulle quali si è ritenuto necessario condurre degli approfondimenti epidemiologici. L’obiettivo principale di questo progetto triennale che ARS coordina in collaborazione con ARPAT, Asl, medici di famiglia e pediatri di libera scelta, è quello di
valutare lo stato di salute degli amiatini, in relazione sia alla presenza delle centrali geotermiche sia a altri fattori di rischio, individuali e ambientali.
L’obiettivo di questo studio è quello di valutare le
associazioni tra le concentrazioni urinarie ed ematiche di arsenico (As) e mercurio (Hg) e gli effetti cronici sulla salute.
Nel 1998 l’Asl 7 di Siena, in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità (ISS) ha condotto uno studio campionario sulla popolazione residente in quattro comuni dell’area senese del Monte Amiata (Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Radicofani, Castiglione d’Orcia) per valutare le fonti di esposizione ad arsenico (As) e mercurio (Hg) nell’area. Quest’area vulcanica, infatti, è caratterizzata da una
presenza diffusa di metalli, come confermano i livelli di arsenico misurati in alcune sorgenti utilizzate per la captazione dell’acqua potabile, tant’è che in diversi comuni dell’area amiatina solo dal 2010, grazie all’installazione di filtri abbattitori, è terminata la richiesta di deroghe al decreto del 2001, con il quale il limite fu abbassato da 50 a 10 µg/l, ed i valori di arsenico sono rientrati nei limiti normativi per le acque potabili. Inoltre, quest’area è stata storicamente teatro di una intensa
attività mineraria per la produzione di mercurio, conclusasi agli inizi degli anni ’80. E nel frattempo, proprio agli inizi degli anni ’90, è andata sviluppandosi anche l’attività di sfruttamento dell’energia geotermica per la produzione di energia elettrica.
Nell’indagine del
1998 furono campionate circa
900 persone, di età compresa tra i 20 ed i 55 anni, escludendo tutti coloro che precedentemente potessero aver avuto un esposizione di tipo lavorativo (principalmente attività mineraria, lavorazione di metalli, produzione di pesticidi). Ai soggetti arruolati fu chiesto di compilare un
questionario su stili di vita (fumo, alcol, abitudini alimentari, consumo di pesce, attività fisica) e possibili
fonti di esposizione a metalli (uso di lenti a contatto, otturazioni dentali, ecc.) e, contestualmente, furono raccolti campioni di sangue e urine per misurare la concentrazione urinaria di As e Hg e quella ematica di Hg.
Gli Autori dello studio del ’98, evidenziarono un’associazione tra i livelli nelle matrici umane di As e Hg con il consumo dell’acqua dell’acquedotto locale e con l’ingestione di particolari cibi (pesce in particolare), meno probabile l’associazione con l’esposizione legata alle emissioni delle centrali geotermiche.
Il presente studio, concluso a settembre 2016, ha avuto l’obiettivo di testare eventuali associazioni tra le concentrazioni di As e Hg nel sangue e nelle urine e possibili effetti sulla salute, durante i 16 anni seguenti al campionamento del 1998 attraverso l’utilizzo di flussi sanitari correnti. L’ipotesi valutata è se a concentrazioni di metalli maggiori nelle urine e nel sangue fossero corrisposti maggiori rischi maggiori per la salute.
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Esposizione a basse dosi di arsenico e mercurio ed eff etti sulla salute: uno studio di coorte in Amiata