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L’uso dei farmaci per asma e BPCO in Toscana

Data pubblicazione: 24 Gennaio 2025

A cura di: 

Francesco Profili, Paolo Francesconi (ARS Toscana, Osservatorio di Epidemiologia); Walter Castellani (Azienda Usl Toscana Centro)



In Toscana, l’utilizzo di farmaci per l’asma e la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) [1] nel periodo 2016-2023 è diminuito, con una variazione media annuale (CAGR) [2] del -2,2%. La variazione è stata più decisa a partire dal 2021, quando si rileva una diminuzione del 6,3% in un solo anno, confermata poi nel biennio successivo. È possibile che la pandemia da Covid-19 abbia condizionato le terapie per altre patologie respiratorie e, al tempo stesso, il contagio da SARS-CoV-2 abbia avuto conseguenze peggiori tra i malati di BPCO, compromettendone lo stato di salute generale. 

Le patologie bronco ostruttive, pur essendo in aumento, continuano a essere ancora trattate in maniera insufficiente. Lo dimostra il fatto che, tra i nuovi utilizzatori, a un anno dall’inizio del trattamento oltre la metà lo ha già interrotto. Su questo aspetto, peraltro già noto ai clinici, ha inciso fortemente la pandemia da Covid-19 e, plausibilmente, anche l’introduzione della Nota 99 [3] che, richiedendo l’esecuzione di un test spirometrico, ha avuto l’indubbio merito di portare a una diagnosi anche funzionale delle patologie bronco ostruttive. Questo comporta il fatto che, a una quota di pazienti (non quantificabile con i dati a nostra disposizione) che non presentano ostruzione bronchiale, possa essere sospesa una terapia broncodilatatrice che in realtà è inappropriata.

Le differenze che emergono tra le Zone-distretto o le Asl sono plausibilmente associate a fattori ambientali, lavorativi e anagrafici, che determinano prevalenze di malattia diversi da zona a zona della Toscana. Si pensi alla qualità dell’aria, all’esposizione lavorativa e ambientale a luoghi e attività che producono sostanze potenzialmente nocive per la salute dell’apparato respiratorio, e alla più o meno elevata presenza di persone anziane, a maggior rischio di sviluppare malattie respiratorie per un decadimento funzionale fisiologico e un effetto cumulativo dell’esposizione a fattori di rischio (tra i quali anche il fumo di sigaretta) avuta durante la vita.

In questo contesto di discreta variabilità è evidente comunque una diminuzione dell’aderenza terapeutica ed è quindi imperativo incrementare lo sforzo dell’assistenza sanitaria, in particolare medica, nell’insistere sull’importanza della persistenza al trattamento cronico, e non solo al bisogno, di patologie come l’asma bronchiale o la BPCO, trattandosi di malattie con un impatto rilevante sulla durata e sulla qualità della vita, con forti riflessi nell’ambito sociale in termini di assenza lavorativa e di ricorso ad intensità di cure più elevate ed oneroso.


 Note 

  1.  Per i farmaci considerati si veda l’appendice.

  2.  Il CAGR (indice medio di variazione annua) è calcolato come media geometrica della variazione misurata dal 2016 al 2023.

  3. https://www.aifa.gov.it/nota-99


prima di copertina rapporto farmaci asma e BPCO

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