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L’uso dei farmaci per l’ipertensione arteriosa e lo scompenso cardiaco in Toscana

Data pubblicazione: 23 Dicembre 2024

A cura di: 

Francesco Profili, Paolo Francesconi (ARS Toscana, Osservatorio di Epidemiologia); Michele EmdinClaudio Passino (FTGM, Scuola Superiore Sant’Anna); Filippo Quattrone (Scuola Superiore Sant’Anna)



Le analisi sull’utilizzo dei farmaci per l’ipertensione e lo scompenso cardiaco mostrano una sostanziale stabilità nel periodo 2016-2023. Anche durante la pandemia, il Servizio sanitario regionale ha dimostrato una buona resilienza nel rispondere ai bisogni prescrittivi di questa popolazione. L’aderenza complessiva alla terapia è in aumento negli ultimi cinque anni, con il 62,8% dei pazienti trattati che presenta un’alta aderenza, anche se ci sono ancora margini di miglioramento.

La gestione dell’ipertensione e dello scompenso cardiaco ha subito cambiamenti significativi, in particolare con il crescente utilizzo delle associazioni di farmaci per l’ipertensione e con l’introduzione di nuove terapie per lo scompenso cardiaco, come gli ARNI e gli inibitori di SGLT2, oggi raccomandati dalle Linee guida. La prevalenza di assunzione di farmaci appartenenti alle quattro classi disease-modifying e life saving rimane inadeguata, l’impiego di triplice o quadruplice terapia rimane ampiamente sotto il risultato atteso. Una limitazione della analisi presente è legata alla definizione dello scompenso (24% non assume nessun farmaco dello scompenso), alla sua caratterizzazione (HFreF vs. HFpEF) che si può giovare del criterio ecocardiografico relativo alla frazione di eiezione ventricolare sinistra e del criterio di elevazione della concentrazione dei peptidi natriuretici di tipo B presenti e desumibili in banche dati aggiuntive.
Nuove categorie di farmaci, come gli antagonisti del GLP-1, stanno dimostrando la loro efficacia negli studi clinici. Questi trattamenti innovativi stanno migliorando la prognosi dello scompenso che rappresenta una delle principali cause di ospedalizzazione evitabile e mortalità. Tuttavia, pongono questioni importanti sulla sostenibilità del sistema sanitario e sull’equità di accesso per tutti i cittadini toscani, indipendentemente dal luogo di residenza.

A livello delle tre aree vaste, i consumi di farmaci sono complessivamente simili, ma un’analisi più dettagliata per distretti mostra una variabilità regionale significativa. Questo fenomeno non è del tutto spiegabile da differenze epidemiologiche e si osserva che le aree interne presentano livelli di consumo estremi, con possibili rischi di undertreament o overtreatment.
Per quanto riguarda le differenze di genere, gli uomini consumano più farmaci per ipertensione e scompenso cardiaco rispetto alle donne, fino alle età più avanzate, quando il consumo diventa simile tra i due sessi. Tuttavia, le donne tendono ad avere livelli di aderenza e persistenza alla terapia inferiori. L’utilizzo dei farmaci di recente introduzione, come glifozine, sacubitril/valsartan e analoghi del GLP-1, è più alto tra gli uomini, mentre le donne mostrano un consumo maggiore di diuretici dell’ansa.

Il numero elevato di persone con ipertensione e scompenso cardiaco nelle fasi più avanzate della vita sottolinea l’importanza della prevenzione primaria. La prevenzione secondaria e la terapia non possono essere sostenibili senza un impegno collettivo per ridurre i principali fattori di rischio, come il fumo, la sedentarietà e il sovrappeso/obesità.
Un aspetto cruciale è la continuità dell’assunzione dei farmaci da parte dei pazienti, specialmente in un contesto di politerapia e invecchiamento della popolazione. Una corretta e costante assunzione dei farmaci, insieme a uno stile di vita sano, è fondamentale per contrastare l’ipertensione e rallentare la progressione della malattia nel caso dello scompenso. Le differenze territoriali nella persistenza della terapia e la sua diminuzione degli ultimi anni mettono in evidenza la necessità di sviluppare modelli organizzativi territoriali e strumenti tecnologici che supportino i pazienti nell’aderenza terapeutica.

Indicatori relativi alle terapie assunte dai pazienti ipertesi e scompensati e la loro aderenza e prevalenza possono essere estremamente utili da portare alla riflessione dei clinici, tanto medici di medicina generale che specialisti. Iniziative di restituzione dei dati secondo la teoria dell’audit e feedback (come nell’iniziativa PrOTer-MaCro di ARS) offrono ai professionisti una piattaforma per riflettere e prendere iniziative concrete. Questi processi possono aiutare a ridurre la variabilità evitabile e garantire la diffusione delle pratiche terapeutiche più aggiornate, migliorando l’equità e la qualità delle cure.




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