ARS SEGNALA - 22/05/2013
I comportamenti acquisiti in età giovanile possono influire sull’insorgenza di malattie e sul mantenimento di stili di vita sbagliati in età adulta. Lo
studio internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) condotto ogni quattro anni in 43 paesi ha come obiettivo quello di comprendere l’influenza del
contesto sociale e
culturale sui
comportamenti, sugli
stili di vita e sulla
salute dei
ragazzi tra gli 11 e 15 anni.
L’
Italia partecipa all’indagine dal 2001. La novità dell’edizione 2010 sta nel coinvolgimento di tutte le regioni perché lo studio è entrato a far parte del sistema di sorveglianza “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni” promosso dal Ministero della salute: sono stati circa
75 mila i
questionari raccolti.
Quali sono i comportamenti a rischio degli adolescenti italiani?Dall’analisi dei dati HBSC-Italia 2010 emerge che:
- più del 20% dei ragazzi italiani presenta un eccesso di peso
- molti ragazzi trascorrono due o più ore al giorno davanti alla TV
- bassa risulta la percentuale di coloro che svolgono almeno un’ora di attività fisica al giorno
- un giovane su quattro salta la colazione, soltanto il 18% consuma frutta “più volte al giorno” e l’8% verdura
- il 20% consuma bevande zuccherate
- l’abitudine al fumo, al consumo di alcol e all’utilizzo di cannabis aumenta con l’età: i maschi risultano maggiormente coinvolti anche se per il fumo di tabacco a partire dai 13 anni la differenza di genere tende ad appiattirsi o è addirittura superiore nelle ragazze
- un quarto dei quindicenni ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi e in maschi e femmine non emergono differenze rispetto all’età dichiarata del primo rapporto sessuale completo che si attesta intorno ai 14 anni
Come rendere incisivi gli interventi di prevenzione e promozione? Saper comunicare i risultatiI ragazzi presentano diversi comportamenti e abitudini di vita considerati a rischio: l’adolescenza non è soltanto il periodo in cui i giovani vivono le prime esperienze di utilizzo di sostanze lecite e non, ma anche il momento in cui queste esperienze tendono a diventare comportamenti abituali difficili da modificare.
Fondamentale risulta quindi lo sviluppo di programmi e azioni concrete di
promozione della salute per i giovani e la divulgazione di
informazioni per i decisori sulla reale diffusione dei fenomeni.
La comunicazione dei messaggi deve essere efficace, in grado di trasformare i contenuti scientifici in messaggi chiari e significativi e avvalersi di linguaggi mirati a target diversi. Nell’ambito del percorso formativo “HBSC-Italia 2010: comunicare per l’azione” la comunicazione diventa così lo strumento principale per condividere i contenuti scientifici e migliorare così le conoscenze dei giovani e per promuovere strategie di advocacy ovvero quell’insieme di azioni progettate per ottenere il sostegno delle politiche e il consenso sociale.
Quali strumenti di comunicazione sono ritenuti più efficaci?I focus paper sono strumenti di comunicazione che “mettono a fuoco” non solo i dati, ma anche elementi che possono essere di supporto al cambiamento.
I focus paper utilizzati per lo studio sintetizzano i
risultati principali dell’indagine contestualizzandoli a livello regionale, nazionale e internazionale, forniscono punti di riferimento per leggere i messaggi più rilevanti e propongono suggerimenti per
guidare ad azioni di salute efficaci. Tra le tematiche esplorate sono divenuti temi centrali dei focus paper: il fumo, di sigarette, il consumo di alcolici, gli stili alimentari e l’obesità correlati da testo sintetico, grafici leggibili e indicazioni puntuali per le azione di prevenzione.
Il kit educativo multimediale Open mind HBSC è composto da un CD-rom per la classe e un opuscolo per ciascuno degli studenti. I capitoli, che trattano il consumo di alcol e dei suoi effetti, le conseguenze del fumo e delle abilità cognitive degli adolescenti, sono organizzati in domande-stimolo finalizzate alla riflessione sugli argomenti proposti e al confronto tra i ragazzi.
Il kit non permette soltanto di acquisire nuove informazioni, ma favorisce l’esplorazione guidata dei contenuti da parte dell’insegnante ed è organizzato in modo che gli stessi alunni possono diventare
peer educator, ovvero trasmettere ai compagni le proprie conoscenze ed esperienze in autonomia e con maggiore libertà.
Per approfondire