Polmonite e Pronto soccorso, l’alto impatto per accesso e ricoveri in Toscana


pronto soccorsoARS NEWS - 28/08/2014
Quanto incidono le malattie infettive nell’attività di un Dipartimento dell’Emergenza-urgenza (DEU)? Quali sono le patologie infettive più frequenti? E che percorso seguono questi pazienti? A queste domande cercano di dare risposta tre articoli pubblicati sul portale Infezioni Obiettivo Zero dell'ARS Toscana dedicato al tema della prevenzione e trattamento delle infezioni correlate all’assistenza.
Ciò che emerge è l’importanza delle malattie infettive come motivo di accesso al DEU (tra il 6% e l’8% degli accessi complessivi). Inoltre le infezioni sono alla base di una parte consistente dei ricoveri in ospedale da DEU.  Tra le patologie infettive ad alto impatto sul Pronto soccorso risulta la polmonite sia per il numero di accessi sia soprattutto per l'elevata percentuale di ricoveri e di re-ingressi.

La corretta e tempestiva stratificazione prognostica al DEU di questi pazienti è fondamentale nell'iter di cura, sia per evitare che la patologia evolva in forme infettive più gravi come sepsi severa o shock settico, sia per guidare la giusta allocazione del paziente nell'ospedale. Un articolo descrive l’iter diagnostico del paziente con sospetta polmonite impiegato nei DEU di due ospedali fiorentini. In queste realtà il punteggio Fine viene utilizzato per valutare la necessità di ricovero del paziente e l’eventuale destinazione in ospedale (degenza ordinaria, terapia subintensiva oppure intensiva). Inoltre è anche alla base della decisione in merito alla terapia antibiotica empirica.

Oltre la metà dei pazienti che arrivano al DEU con polmonite vengono ricoverati in ospedale. Un articolo ha messo a confronto percorsi ed esiti dei pazienti ricoverati con polmonite in  due realtà regionali: l’Azienda ospedaliero-universitaria Pisana e l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. In entrambe le realtà emergono due gruppi di pazienti. Da un lato si rileva una quota ridotta di malati ricoverati per polmonite, cronici con pluripatologie che utilizzano frequentemente l’ospedale. Dall’altro vi è una quota rilevante di pazienti che si ricovera per polmonite, non soffre di gravi comorbilità, ha avuto meno accessi all’ospedale e presenta comunque una consistente mortalità.

Valutazioni più approfondite relativamente ad appropriatezza e tempestività dei percorsi diagnostici e terapeutici attivati andrebbero fatte in relazione alla gravità dell’infezione, ovvero alla stratificazione in sepsi, sepsi severa e shock settico.

Per questo riteniamo che sarebbe fondamentale intervenire sulla rilevazione e raccolta di dati nel DEU. Infatti i medici del DEU mostrano scarsa confidenza nel classificare la gravità dell’infezione con le diagnosi ICD9CM. Migliorare questa rilevazione è possibile, ad esempio prevedendo la raccolta di un parametro specifico che misuri la gravità dell’infezione. Questo potrebbe essere di supporto, oltre che sul piano epidemiologico, anche su quello clinico, ad esempio prevedendo warning che aiutino ad attivare percorsi terapeutici adeguati alla stratificazione prognostica.

Per approfondire: