25/1/2021
L’ultimo monitoraggio settimanale di ISS e Cabina di Regia,
report n. 36 riferito alla settimana 11-17/01/2021, conferma l’
impatto positivo delle restrizioni introdotte durante il periodo delle festività. A livello nazionale l’incidenza a 7 giorni e a 14 giorni sono entrambe in diminuzione: da 183 a 145x100.000 ab. per l’incidenza a 7 giorni e da 369 a 339x100.000 ab. per quella a 14 giorni.
Anche questa settimana la
Toscana conferma il valore più basso di incidenza a 7 giorni (72x100.000 ab.), in diminuzione rispetto alla settimana precedente (vedi figura 1). Particolarmente elevato, invece, il valore della PA Bolzano (300x100.000 ab.), mentre in netto calo il dato del Veneto che nelle scorse settimane aveva fatto registrare valori molto elevati. Anche per quanto riguarda l’incidenza a 14 giorni la Toscana presenta il valore più basso nel panorama nazionale (158x100.000 ab.).
Figura 1: Incidenza a 7 giorni (x 100.000 ab.) nelle Regioni/PA.
Dopo 5 settimane di crescita, l’
Rt nazionale segna un’inversione di tendenza e si riporta sotto l’1, con un valore pari a 0,97 (0,85-1,11), relativo al periodo 30 dicembre-12 gennaio.
Nella figura 2 sono mostrati gli Rt regionali, aggiornati al 6 gennaio: i valori sono in generale diminuzione rispetto alla settimana precedente. Diverse Regioni mostrano valori sopra l’1 ma considerando anche gli intervalli di confidenza per nessuna Regione il valore supera significativamente la soglia dell’1,25 (scenario 3), e solo Sicilia e Puglia presentano un Rt significativamente sopra l’1 (scenario 2). Anche in Toscana l’Rt torna sotto la soglia dell’unità, 0,98 (0,93-1,03), compatibile con uno scenario di tipo 1.
Figura 2: stima degli Rt regionali (dati aggiornati al 6 gennaio).
Per una valutazione degli altri indicatori del sistema di monitoraggio si riporta il quadro sintetico della classificazione del rischio per ciascuna Regione/PA (figura 3).
Figura 3: Quadro sintetico della valutazione del rischio (fonte: Ministero della Salute-ISS).
Scende rispetto alla scorsa settimana il numero di Regioni/PA per le quali la
valutazione complessiva del rischio è “ALTA” e sono PA Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria, a causa essenzialmente dell’impatto sugli ospedali ancora molto alto. Per questi motivi PA Bolzano e Sicilia restano in zona rossa, l’Umbria resta in zona arancione e la Sardegna, pur avendo un Rt compatibile con uno scenario di tipo 1, passa da zona gialla a zona arancione a partire da domenica 24 e per un minimo di 14 giorni.
Altre 11 Regioni/PA hanno una
classificazione complessiva del rischio “MODERATA” o “MODERATA ad alto rischio di progressione a rischio alto”, mentre
6 Regioni, tra cui la Toscana, sono a rischio complessivo “BASSO”. Emilia-Romagna e Calabria restano in zona arancione poiché i dispositivi ministeriali prevedono una permanenza di almeno 14 giorni prima del passaggio ad una fascia a minore restrizione: la scorsa settimana entrambe avevano una valutazione del rischio ancora “ALTA”, quindi solo se gli indicatori di questa settimana venissero confermati, si potrebbe ipotizzare un ritorno in zona gialla. Per il Veneto l’ingresso in zona arancione è stato motivato essenzialmente da una richiesta specifica del Presidente di Regione, sebbene i dati siano sempre stati compatibili con una zona gialla.
Ha fatto molto discutere il
caso della Lombardia che questa settimana mostra un netto miglioramento degli indicatori e che, diversamente da quanto stabilito dai DPCM ministeriali, da domenica 24 gennaio rientra in zona arancione, dopo una sola settimana di permanenza in zona rossa. Tale nuova disposizione è motivata da un errore di calcolo dell’Rt della scorsa settimana (era stato stimato un Rt pari a 1,4) che
ISS e Ministero in una nota specifica attribuiscono al fatto che nell’ultimo aggiornamento del database da parte della Regione Lombardia siano state introdotte delle modifiche anche ai dati relativi alla settimana precedente, con diminuzione del numero dei sintomatici ed aumento del numero dei guariti. Complessivamente questi cambiamenti riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt basato sulla data inizio sintomi dei soli casi sintomatici calcolata al 30 dicembre. In altre parole secondo ISS e Ministro la sovrastima di Rt della scorsa settimana, che ha di fatto determinato l’ingresso in zona rossa, è stato dovuto ad una errata comunicazione dei dati da parte della regione Lombardia.
Resta ancora
alta la pressione sugli ospedali: in 12 Regioni sono ancora superate le soglie critiche di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (30%) e/o area medica (40%) (figure 4 e 5). Decisamente elevato il valore del Piemonte per i letti in terapia intensiva (51%) e quelli di FVG e Marche per quelli in area medica (54% e 50% rispettivamente). Per la Toscana questi due indicatori sono positivi: quinta regione per quanto riguarda le terapie intensive (tasso di occupazione del 22%) e valore più basso per i posti letto in area medica (14%).
Figura 4: Percentuale di occupazione posti letto in terapia intensiva (soglia critica 30%).
Figura 5: Percentuale di occupazione posti letto in area medica (soglia critica 40%).
Nella figura sottostante si riporta un riepilogo dell’andamento dei principali indicatori per la Toscana. Oltre all’Rt diminuisce anche la % di positivi sui tamponi (si intendono tamponi molecolari, esclusi i re-testing di controllo sulle stesse persone), stabilizzandosi su un valore del 9%. Arriva al 100% la capacità di condurre una indagine epidemiologica dei casi positivi con ricerca dei contatti stretti. Torna a scendere la % di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, dopo il dato stabile della scorsa settimana (22% vs. 25%) e continua ancora a diminuire la pressione anche nei reparti di area medica (14%).
Si conferma, quindi, anche questa settimana la riflessione fatta nel precedente approfondimento su un cambio di lettura e interpretazione dei dati da parte di Ministero e tecnici ai fini della colorazione dei territori regionali. Oltre al valore dell’
Rt viene finalmente dato
più peso anche ad altri indicatori, in primis l’incidenza dei casi positivi e la pressione sui servizi assistenziali. Il caso della Lombardia ci ricorda, inoltre, quanto siano determinanti la qualità e tempestività dei dati raccolti e trasmessi al sistema centralizzato, ai fini del monitoraggio dell’epidemia e dell’implementazione delle misure necessarie per contrastarne la diffusione.
Ad oggi la
Toscana mostra una situazione favorevole nel panorama nazionale, frutto del
lungo periodo di permanenza in zona rossa/arancione: gli indicatori di incidenza, probabilità di diffusione, impatto su ospedali e servizi territoriali sono tra i più bassi. La ripresa delle attività, l’aumento della mobilità e la riapertura (seppur parziale) delle scuole superiori in presenza dopo le festività natalizie impone una forte cautela e il rispetto di tutte le misure di contrasto (distanziamento, mascherine, igiene delle mani). Le prossime settimane saranno decisive per capire l’impatto dell’allentamento delle misure di restrizione sulla circolazione del virus, fermo restando il perdurare di numerosi divieti (spostamento tra regioni, mobilità notturna, limitazioni a bar, ristoranti, attività culturali e ricreative).
Consulta anche:
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Report settimanale ISS
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Monitoraggio settimanale ISS: solo sei regioni restano “gialle”, Toscana compresa -
Lo stato dell’epidemia da Sars-Cov-2 in Toscana e in Italia nell’ultimo mese
A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana