18/1/2021
Il monitoraggio settimanale di ISS e Cabina di regia (
Report n. 35 relativo al periodo 4-10 gennaio 2021) mostra un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza settimanale a livello nazionale è in lieve aumento (183 x 100.000 ab., rispetto a 166 x 100.000 ab. della scorsa settimana), anche grazie alle misure di restrizione introdotte durante le festività. In figura 1 è riportato il
dato di incidenza settimanale delle singole Regioni/PA.
Figura 1: Incidenza di nuovi casi positivi a 7 giorni (4-10 gennaio, x 100.000 ab.) per Regione/PA.
La
Toscana anche questa settimana presenta il
valore più basso di incidenza di nuovi casi positivi a 7 giorni, 85x100.000 ab, non molto lontano dall’obiettivo dei 50 nuovi casi ogni 100.000 ab. che è fissata come soglia sotto la quale è ipotizzabile un controllo efficace dell’epidemia, la cosiddetta zona bianca, fissata con l’ultimo
decreto legge del 14 gennaio. Ancora molto alto, sebbene in diminuzione, il valore di incidenza settimanale del Veneto (366x100.000 ab.), mentre in aumento il valore della PA Bolzano (321x100.000 ab., rispetto a 231 della scorsa settimana).
L’
indice Rt a livello nazionale è ancora in crescita da 5 settimane e raggiunge il valore di 1,09 (range 1,04– 1,13). In figura 2 sono riportati valori puntuali e range di variabilità delle stime di Rt per ogni Regione/PA, relative ai dati aggiornati al 30 dicembre, quindi più di 15 giorni fa.
La PA Bolzano e la Lombardia presentano valori dell’indice significativamente superiori di 1,25, non solo il valore puntuale (1,5 per Bolzano e 1,4 per la Lombardia), ma anche il limite inferiore dell’intervallo di confidenza. Secondo le diposizioni ministeriali vigenti, il valore di Rt significativamente maggiore di 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3, si associa ai livelli di restrizione previsti in “zona rossa”. Oltre a Lombardia e PA Bolzano, da domenica 17 gennaio (e fino al 31 gennaio), passa in zona rossa, su esplicita richiesta del Presidente di Regione, anche la Sicilia, i cui dati sarebbero compatibili con la zona “arancione”.
Figura 2: Indici Rt (valori puntuali e intervalli di confidenza) per ogni Regione/PA
Altre 7 nuove Regioni (Umbria, Valle d’Aosta, Puglia, Abruzzo, Liguria, Piemonte e Lazio) presentano un valore dell’Rt significativamente maggiore di 1 (anche con l’intervallo inferiore) e passano, quindi, in zona arancione (dal 17 a 31 gennaio). L’Emilia-Romagna e la Calabria, già in zona arancione dalla scorsa settimana, confermano il valore dell’ Rt>1. Curioso ancora il caso del Veneto, che a fronte di un Rt significativamente <1, quindi compatibile con uno scenario da zona “gialla” è in zona “arancione” già dalla scorsa settimana.
Anche in
Toscana l’
Rt è in aumento rispetto alla settimana precedente e dopo 5 settimane si riporta su un valore maggiore di 1, anche se di poco, Rt=1,01 con un range di variabilità pari a 0,96-1,07. Dal momento che l’intervallo di confidenza inferiore è ancora, anche se di un soffio, inferiore a 1, per la Toscana si mantengono i livelli di restrizione della zona “gialla”. Restano in zona gialla anche PA Trento, Sardegna, Campania, Basilicata e Molise.
Per due regioni, Marche e Friuli Venezia Giulia, sono necessari ulteriori approfondimenti per spiegare il passaggio a zona “arancione”. Infatti dall’inizio della seconda ondata abbiamo più volte sottolineato e criticato come la colorazione delle Regioni fosse unicamente governata dal parametro Rt, a fronte di un sistema molto più articolato e composto da 21 indicatori. Da questa settimana sembrerebbe essere stata introdotta una variazione nella lettura dei dati e nell’ impatto sul livello di restrizioni. L’uso del condizionale è d’obbligo perché, come abbiamo più volte evidenziato, i criteri e le pesature che, a partire dai dati del monitoraggio, vengono applicati dal Ministero della Salute nella colorazione dei territori regionali non sono mai stati resi trasparenti.
Infatti sia Marche che FVG, hanno un Rt inferiore a 1, per il FVG addirittura anche l’intervallo di confidenza superiore è <1, quindi una situazione anche migliore della Toscana e di altre regioni “gialle”. Per provare a spiegare il passaggio a zona “arancione” si riporta il quadro sintetico della valutazione del rischio, presente nel report settimanale.
Come si nota, sia Marche che FVG hanno uno scenario di trasmissione di tipo 1 (zona gialla), ma a differenza delle altre in scenario 1 la classificazione complessiva del rischio è valutata per entrambe “Alta” (le altre regioni “gialle” hanno una valutazione complessiva “moderata” o “moderata ad alto rischio di progressione a rischio alto” come nel caso della Toscana). Sia per Marche che FVG il rischio complessivo “alto” è essenzialmente determinato da una valutazione di impatto sugli ospedali a rischio alto. C’è da dire che anche la scorsa settimana sia Marche che FVG, ma anche altre Regioni presentavano una situazione del tutto analoga, Rt in scenario 1 e valutazione complessiva del rischio “alta”, ma questo non ha determinato il passaggio in zona “arancione”. Ribadiamo che si tratta di una interpretazione basata sulla lettura dei dati che meriterebbe però di essere supportata (o smentita) da una maggiore trasparenza da parte di Ministero e tecnici.
In figura 3 è riportato un
riepilogo per la Toscana di alcuni indicatori del sistema di monitoraggio. Torna a diminuire, dopo un lieve aumento della scorsa settimana, la % di positivi sul totale tamponi (esclusi i re-testing sugli stessi soggetti). In Toscana si assesta su un valore dell’11%, rispetto ad una media nazionale del 19% (PA Bolzano e Puglia 37%, Sicilia 29%, Lazio 28%). A proposito di questo indicatore, è opportuno sottolineare che dal prossimo report settimanale è probabile attendersi delle variazioni legate al fatto che dal 15 gennaio il bollettino giornaliero della Protezione Civile riporta anche i dati relativi ai tamponi antigenici rapidi. Inoltre, dato che recentemente il Ministero della Salute ha diramato nuove indicazioni che equiparano i test antigenici rapidi di terza generazione ai tamponi molecolari, la % dei positivi sulle nuove persone testate (esclusi i tamponi di controllo) è destinata a diminuire e questo nuovo conteggio rende vano il confronto con le settimane precedenti.
Resta stabile e alta in
Toscana la capacità di tracciamento, monitorata mediante la % di casi di cui si riesce a condurre l’indagine epidemiologica (99% rispetto ad una media nazionale del 94%). Stabile anche la % di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, che ormai da diverse settimane mostrava una lenta ma costante diminuzione. Il valore si stabilizza su un 25%, rispetto ad una media nazionale del 28% (48% PA Trento, 43% Umbria, 39% FVG) e comunque inferiore alla soglia critica del 30%. Continua, invece, la diminuzione della % di occupazione di posti in area medica, che raggiunge un valore del 15% ed è decisamente più bassa della media nazionale del 37% (57% Pa Trento, 53% FVG, 50% Marche).
Infine una considerazione sulla
scala geografica di monitoraggio degli indicatori e conseguente applicazione dei colori e dei diversi livelli di restrizione. Più voci della comunità scientifica promuovono un passaggio di questo sistema di monitoraggio da una scala regionale ad un dettaglio provinciale. La motivazione scientifica è chiara: all’interno delle singole regioni si osservano situazioni di diffusione dell’epidemia fortemente eterogenee, anche in Regioni, come il caso della Lombardia, che di nuovo si ritrova in uno scenario di area rossa con restrizioni a notevole impatto economico e sociale. Se da una parte adattare il sistema degli indicatori (al netto delle difficoltà legate al fatto che alcuni di essi sono raccolti solo su scala regionale) ad una granularità territoriale maggiore permetterebbe un monitoraggio più accurato, dall’altra l’applicabilità pratica delle misure di restrizione (controllo degli spostamenti e chiusura delle attività) su porzioni di territorio più ridotte potrebbe portare a criticità che rischiano di vanificare l’efficacia delle stesse misure. Trovare un equilibrio tra efficacia degli indicatori di monitoraggio ed efficacia delle misure di restrizione pone questioni assai complesse, fermo restando che l‘isolamento tempestivo delle catene di contagio e dei nuovi focolai, mediante tracciamento e campagne di screening, è la strada maestra per contenere la diffusione del virus, in attesa che la vaccinazione e la stagione più calda portino i loro benefici.
Consulta anche:
-
Report settimanale ISS-
Lo stato dell’epidemia da Sars-Cov-2 in Toscana e in Italia nell’ultimo mese-
Italia in zona rossa durante le feste: luci e ombre del sistema di monitoraggio “a semaforo”-
La luce in fondo al tunnel della pandemia: cosa fare per uscirne più velocemente
A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana