Allarme salute nelle carceri toscane: sette detenuti su 10 sono ammalati (13/06/2013)


UNITA`TOSCANA 13 giugno 2013 pag. 23
I dati del rapporto Ars: nella maggioranza dei casi si tratta di disturbi psichici legati a dipendenze che portano anche a gesti di autolesionismo

Sovraffollamento, ma non solo. Perché dentro alle carceri toscane la situazione è assai delicata dal punto di vista medico-sanitario. Secondo quanto emerge dall'indagine condotta dall'Agenzia regionale di sanità della Toscana nel 2012 (e i cui risultati completi saranno presentati in un convegno nazionale il 17 giugno a Firenze) emerge infatti che quasi tre detenuti su quattro in Toscana sono malati.

LE PATOLOGIE Un dato che si scontra con l'età media piuttosto bassa (38,5 anni) ma che si spiega facilmente con l'analisi delle patologie di cui soffre la popolazione carceraria. I disturbi psichici, infatti, rappresentano il 41% dei casi riscontrati: fra questi prevalgono i disturbi da dipendenza da sostanze (52,5%), la cui incidenza è cresciuta di 15 punti in un triennio, e secondo i ricercatori è legata ai reati di droga.
Fra gli altri disturbi psichici diagnosticati sono diffusi anche quelli di natura nevrotica e di adattamento (28,4%), mentre nella rilevazione generale seguono per frequenza i disturbi dell'apparato digerente (14,4%, in particolare del cavo orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%), fra le quali uno dei problemi maggiori è rappresentato dall'epatite C, probabilmente legata alla tossicodipendenza. Non solo. A testimonianza delle proibitive condizioni della vita carceraria, infatti, nel 2012 il 6,1% dei detenuti toscani visitati ha messo in atto un gesto di autolesionismo (un dato paradossalmente perfino migliore di quello italiano che si assesta al 10,6%), mentre l'1,3% (44 soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia è l'1,9%).
Secondo quanto emerso il 95% dei detenuti toscani che ha tentato il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze (70%). Quanto alla loro permanenza in cella, lo studio riferisce che i detenuti trascorrono mediamente in cella oltre 17 ore al giorno. Tra loro, soltanto un terzo (il 33,9%) svolge un'attività lavorativa o manuale durante la detenzione, e da una prima analisi sembra che i detenuti che svolgono un qualche tipo di attività abbiano una salute migliore rispetto agli altri.

L'ANAGRAFICA Lo studio ha infine dedicato un focus anche alla tipologia delle persone che si trovano attualmente detenute. Secondo quanto emerso si tratta di persone con basso livello di istruzione, per metà stranieri (i nord africani sono il gruppo etnico più rappresentato) e per la quasi totalità (96,5%) di sesso maschile. Fra i minori detenuti nelle carceri toscane (78 ragazzi che hanno avuto accesso alle strutture, di cui 51 maschi) solo il 29,5% è italiano, la fascia di età più rappresentata è quella 16-17 anni ed oltre il 30% dei ragazzi detenuti presentano una patologia soprattutto legata a dipendenza da sostanze (in misura maggiore rispetto ai loro coetanei liberi).


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