Toscana al primo posto per consumo di antidepressivi


24/1/2012
UNITA' TOSCANA  24 gennaio 2012    pag. VI
E' quanto emerge dall'indagine dell'Agenzia regionale della sanità
Aumentano ansia e depressione, calano i suicidi, ma non in montagna

FIRENZE - Salute mentale, diminuiscono i ricoveri regionali, ma aumentano i disturbi legati all'ansia e alla depressione, tanto da far salire la Toscana al primo posto nella classifica delle regioni che consumano più antidepressivi (cresciuti del 100% dal 2001 al 2010 i farmaci rimborsati dal servizio sanitario nazionale), seconda la Liguria, seguita dall'Emilia Romagna, ultima la Campania.
E' quanto risulta dallo studio dell'Agenzia regionale di sanità che sarà presentato in modo più dettagliato domani a Firenze nel convegno dal titolo "Epidemiologia della salute mentale in Toscana" (dalle 14 presso l'auditorium Cosimo Ridolfi della Cassa di risparmio, via Carlo Magno, 7). «Esiste un picco nel consumo di antidepressivi nella lucchesia e nella costa legato a cause tuttora da chiarire - dice il direttore dell'agenzia Francesco Cipriani - e in generale il largo utilizzo di questi farmaci porta a un minore ricorso al ricovero».

Numeri alla mano, nel 2010 i pazienti che hanno fatto ricorso a un servizio territoriale di salute mentale sono stati il 2% della popolazione, 78mila tra 24.423 minorenni e 54.245 maggiorenni, di questi quasi il 40% risultano nuovi utenti.
La degenza è sempre meno determinata dai disturbi schizzofrenici, come invece accadeva nel passato, e sempre più da ansia e disturbi bipolari, psicosi manica depressiva che rappresenta la principale causa di ricovero per entrambi i sessi.

In ogni caso il numero complessivo dei ricoveri è in netta diminuzione, anche se sale quello del day hospital che dal 2002 ad oggi aumenta di 9 punti percentuali, passando dal 17.9% del 2002 al 26.9% del 2010. Ma chi sono i più colpiti da problemi psichiatrici? Maschi in giovane età e donne oltre i 40 anni, giusto per circoscrivere un po' di più il fenomeno. Ma il vero problema resta l'emergenza suicidio nelle zone montane, tanto che la Regione ha istituito un numero verde. In realtà, tra il 1988 e il 2008 il ricorso al suicidio è diminuito di 4 punti percentuali, passando da 314 casi nel 1988, di cui 238 maschi e 76 femmine, ai 263 del 2008, di cui 205 maschi e 58 femmine. Ma sono cifre che non riguardano le zone di montagna, in particolare l'Amiata, l'appennino pistoiese e il Casentino dove il basso grado di urbanizzazione e l'isolamento sembrano spianare la strada alla disperazione, soprattutto quando si tratta di maschi in età avanzata. Il rapporto dell'Agenzia regionale di sanità individua soprattutto la primavera come periodo più esposto al pericolo, ma non finisce qui. Nei sei mesi che precedono il suicidio emerge un ricorso ai servizi territoriali praticamente raddoppiato e un uso dei farmaci triplo rispetto alla media toscana. «Questo studio sarà uno strumento prezioso per orientare le politiche sanitarie verso interventi sempre più mirati - conclude l'assessore regionale alla Salute Daniela Scaramuccia - Nei prossimi anni i servizi di salute mentale dovranno individuare i disturbi più gravi come una priorità del sistema sociosanitario».

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