SOLE 24 ORE SANITA TOSCANA 27 novembre 2012 pag. 1
L'Agenzia regionale di Sanità fa il punto su dati e comportamenti
Prevale la diffusione tra gli eterosessuali e cresce l'età della diagnosi
In
Toscana il registro regionale alimentato dai medici attivi presso le
Unità operative di Malattie infettive delle aziende sanitarie segnalava - dall'inizio dell'epidemia al 31 dicembre 2011 - 4.125 casi di Aids relativi a soggetti residenti, ovunque diagnosticati, il 78% dei quali di genere maschile. I casi pediatrici (età alla diagnosi inferiore a 13 anni) risultavano quarantotto: 47 registrati prima del 2001, uno nel 2011. Questi sono alcuni dei dati aggiornati che saranno illustrati il 29 novembre presso l'Auditorium dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, al convegno organizzato dall'Agenzia regionale di Sanità della Toscana dal titolo "
Hiv e Aids in Toscana: un'epidemia sotto controllo?"
Secondo le ultime informazioni a disposizione ci si ammala di Aids in
età sempre più avanzata: l'età mediana alla diagnosi presenta, nel corso degli anni, un aumento progressivo sia per i maschi che per le femmine sino a raggiungere 45,5 anni nei primi e 42 nelle seconde, con un rapporto maschi/femmine di 4 a uno. Il trend in Toscana è analogo a quello nazionale: dal 1995 si registra una progressiva diminuzione, che si è stabilizzata nell'ultimo decennio a circa 100 nuovi casi l'anno. L'assestamento delle nuove diagnosi è una conseguenza dell'allungamento del tempo di incubazione dell'Aids dovuto all'effetto della terapia antiretrovirale combinata.
Le Ausl di Prato, Viareggio e Pisa presentano, nell'ultimo triennio, tassi di incidenza superiori a 3 casi ogni 100.000 residenti, mentre Arezzo registra il tasso di incidenza aziendale più basso (2 per 100.000 residenti).
Nel contesto nazionale la Toscana secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità - si colloca per tasso di incidenza al quinto posto (2,0 per 100.000 ab.) preceduta da Lazio (2,8), Lombardia (2,8), Emilia Romagna (2,6) e Liguria (2,2). Le persone malate di Aids attualmente viventi in Toscana sono 1.580. Il tasso di letalità dell'intero periodo è di 62,3% (2.480 decessi).
Tra i
casi di Aids, la modalità di trasmissione del virus Hiv ha subìto nel corso degli anni un'inversione di tendenza: il maggior numero di infezioni non avviene più, come agli inizi dell'epidemia, per la tossicodipendenza ma è attribuibile a trasmissione sessuale, soprattutto eterosessuale. Questo dato sottolinea l'abbassamento del livello di guardia nella popolazione generale: gli eterosessuali non si ritengono soggetti a rischio e invece sono la categoria che più ha bisogno di informazione.
Dall'istituzione del
nuovo registro regionale e nazionale Hiv (2008), cioè in 3 anni di sorveglianza, sono state notificate 813 nuove diagnosi di infezione da Hiv in soggetti non pediatrici di cui 744 (91,5%) relative a cittadini residenti in Regione. Il tasso di incidenza è pari a 7,3 casi ogni 100.000 residenti. Il 79% dei casi riguarda il genere maschile (rapporto maschi/femmine pari a 3,77:1) e il 55,0% si concentra nella fascia d'età 35-59 anni.
Le donne scoprono più precocemente degli uomini l'infezione: l'età mediana è di 32 anni rispetto ai 40 anni dei maschi.
I pazienti stranieri a cui viene diagnosticata un'infezione da Hiv sono 201 (il 24,8% del totale); di questi il 57,7% è di sesso maschile. I maschi provengono principalmente dall'America Centro Sud e le femmine dall'Africa Centro Sud, origine più legata al mondo della prostituzione. La maggioranza delle infezioni da Hiv è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l'86,3% di tutte le segnalazioni. I rapporti eterosessuali rappresentano la modalità di trasmissione nettamente più frequente per le donne (89,9%). Nei maschi il contagio è sia omosessuale che eterosessuale: 48,3% e 37,1% rispettivamente.
Le persone che si sono infettate a causa dell'uso di droghe iniettive sono intorno al 7 per cento.
La consapevolezza da parte del paziente del proprio stato di sieropositività è un elemento molto importante, in quanto permette di accedere tempestivamente alla terapia antiretrovirale e di ridurre la probabilità di trasmissione dell'infezione legata a comportamenti a rischio.
Fabio Voller, Monica Da Frè - Agenzia regionale di Sanità della Toscana
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