Cerebrolesi, percorsi ad hoc


1/11/2011
SOLE 24 ORE SANITA' 1-7 novembre 2011 pag. 2

Il 3 novembre a Firenze, presso l’Auditorium di Sant’Apollonia, si terrà un convegno dell’Agenzia regionale di Sanità della Toscana (Ars) in cui verranno presentate le attività scientifiche del progetto che punta a monitorare l’articolazione dei percorsi di assistenza e riabilitazione sull’intero territorio regionale per ciò che riguarda le gravi cerebrolesioni acquisite (Gca). Durante l’incontro si farà il punto sulle attività sperimentali condotte dall’Agenzia, con lo scopo di coinvolgere tutta la rete dei servizi e dei professionisti del sistema regionale nell’implementazione dei percorsi.
Le Gca sono in costante aumento: l’Ars ha stimato che nel nostro territorio si registrano ogni anno tra le 460 e le 700 Gca (fonte Sdo). Le Gca rappresentano una delle cause principali di disabilità fisica, cognitiva, psicologica e una delle più importanti limitazioni alla partecipazione sociale nelle persone in giovane età, oltre a provocare spesso cambiamenti importanti dello stile e della qualità della vita sia del soggetto malato che del nucleo familiare.

Nella maggioranza dei casi, dopo la fase di ospedalizzazione sono necessari interventi di carattere sanitario e sociale a lungo termine per affrontare menomazioni e disabilità persistenti e difficoltà di reinserimento familiare, sociale, scolastico e lavorativo. L’impatto delle Gca nella nostra regione è significativo, sia in termini di cura e assistenza che di impegno di spesa. La Regione Toscana è intervenuta in materia con la delibera 599/2009, che ha delineato un percorso di cura standard per organizzare la presa in carico del paziente dal ricovero al suo rientro al domicilio. Il percorso si caratterizza per la multidisciplinarità della valutazione del paziente da parte di professionisti
con diversa specialità: dal neurologo, al rianimatore, al neuroriabilitatore, al terapista.

L’Ars, su mandato della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana, sta conducendo diverse attività progettuali muovendosi su due traiettorie: la prima intende predisporre strumenti di valutazione appropriati per la presa in carico e la condivisione delle informazioni, mediante la raccolta dei dati significativi sulla malattia, il censimento dei casi e la stima dell’incidenza, ottenuti anche attraverso l’integrazione di diverse fonti informative. Sugli stessi strumenti di valutazione converge la seconda traiettoria, che raccoglie e analizza le esperienze dei pazienti e dei familiari durante le tappe del percorso. Dalle loro opinioni, infatti, si possono trarre indicazioni utili per identificare i nodi virtuosi del sistema delle cure, ma anche gli aspetti da migliorare per facilitare la “presa in carico familiare”. Ma produrre dati oggettivi sulla casistica e sui percorsi delle Gca, e in particolare sul monitoraggio del follow-up degli stati vegetativi e di minima coscienza, diventa in questo momento molto importante anche per rinforzare il fondamento scientifico utile a orientare la discussione in corso a livello nazionale sul testamento biologico.

Anche di questo aspetto si discuterà nel convegno: per contestualizzare l’apporto del progetto regionale nell’ambito delle implicazioni etiche e deontologiche della proposta di legge attualmente in discussione al Senato. Interverranno al dibattito Amedeo Bianco,
presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei chirurghi e degli odontoiatri; Antonio Panti, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze e vice-presidente del Consiglio sanitario regionale della Toscana, e il direttore del Dipartimento cardiologico dell’azienda sanitaria di Firenze, Alfredo Zuppiroli.

Scarica il pdf dell'articolo

Vai alla pagina del convegno


Per approfondire
Vai alla pagina Gravi cerebrolesioni acquisite