20/5/2024
Il Lancet Countdown on health and climate change è una collaborazione internazionale, nella quale sono coinvolti numerosi studiosi rappresentanti di diverse discipline, che monitora, in modo indipendente, l’evoluzione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute, attraverso una serie di indicatori che vengono aggiornati annualmente.

La relazione prodotta annualmente ha l’obiettivo di ricordare come i rischi derivanti dal cambiamento potrebbero peggiorare drasticamente negli anni a venire se non si interviene prontamente, inoltre, fornisce spunti su azioni da realizzare a favore della salute in materia di cambiamenti climatici.

Il 12 maggio 2024 è stato pubblicato il report 2024 della serie Lancet Countdown on health and climate change: unprecedented warming demands unprecedented action.

Executive summary

Il 2023 è stato un anno da temperature record.

Senza un adeguato intervento sul clima, è probabile che gli impatti negativi sulla salute legati al clima si aggraveranno in tutto il mondo, colpendo miliardi di persone. Le temperature in Europa si stanno riscaldando ad un ritmo doppio rispetto alla media globale, minacciando la salute delle popolazioni di tutto il continente e provocando inutili perdite di vite umane.

Il Lancet Countdown in Europe è stato istituito nel 2021 proprio per valutare il profilo sanitario del cambiamento climatico e con l’obiettivo di stimolare la politica affinché si impegni nell’attuare azioni di mitigazione degli effetti sulla salute dovuti al cambiamento climatico. Nel 2022 è stato pubblicato il primo rapporto, che descriveva gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute, attraverso l’analisi di 33 indicatori e 5 domini.

Il nuovo rapporto, appena pubblicato, individua 42 indicatori, suddivisi in 5 aree (impatto, esposizione e vulnerabilità ai cambiamenti climatici; adattamento, pianificazione e resilienza per la salute; azioni di mitigazione e co-benefici sanitari; economia e finanza; impegno pubblico e politico) che monitorano gli impatti negativi del cambiamento climatico sulla salute umana, i ritardi nell’azione di contrasto da parte dei Paesi europei e le opportunità mancate per proteggere o migliorare la salute con un’adeguata azione. Nel rapporto 2024 sono stati aggiunti 9 nuovi indicatori, volti ad analizzare la sicurezza alimentare, l’assistenza sanitaria, gli investimenti nell’energia pulita, l’impegno della scienza e della politica e le opportunità mancate.

Infine, si ricorda che gli impatti sulla salute legati al clima non sono uguali a livello regionale e globale e il presente rapporto punta l’attenzione anche sugli aspetti di disuguaglianza e giustizia, evidenziando i gruppi a rischio e le responsabilità dell’Europa.

Il cambiamento climatico non è uno scenario lontano nel tempo

Il rapporto evidenzia gli impatti multidimensionali dei cambiamenti climatici sulla salute e sui determinanti di salute.

Tutti gli indicatori analizzati dimostrano che c’è stato un peggioramento degli impatti del clima sulla salute, con l’aumento dei decessi dovuti al caldo in tutta Europa. Inoltre, lo stress da calore sta provocando una riduzione dell’attività fisica, per esempio, rispetto al 1990 fare sport nelle ore più calde è considerato più rischioso, sia per le attività mediamente faticose (come il ciclismo o il calcio), che per quelle più faticose (rugby o mountain bike).

Sul lungo periodo la riduzione dell’attività fisica porta ad aumento del rischio di malattie non trasmissibili, ma anche le malattie trasmissibili aumentano, in quanto si accrescono le possibilità di diffusione di patogeni e vettori di malattie sensibili al clima, ad esempio la dengue, la zika, la malaria, il west virus del Nilo, la leishmaniosi e le zecche.

Aumentano anche gli eventi estremi, sia nella frequenza che nell’intensità. Negli ultimi anni sono pericolosamente aumentati gli incendi e nel periodo dal 2000 al 2019 l’Europa occidentale, meridionale e orientale ha registrato un aumento sostanziale delle condizioni di siccità estrema. Nel 2021, quasi 12milioni di persone hanno subito gli effetti dell’insicurezza alimentare dovuta ai cambiamenti climatici.

Approfondimento sulle disuguaglianze sanitarie in un mondo che si riscalda

Gli impatti sulla salute tendono ad essere distribuiti in modo diseguale e disomogeneo tra le popolazioni, a causa delle differenze di esposizione, sensibilità e capacità di adattamento, che spesso riflettono modelli intersecati di sviluppo socioeconomico, emarginazione e iniquità.

Le popolazioni più colpite tendono ad essere quelle meno responsabili e con minori probabilità di essere riconosciute o messe al centro delle priorità. L’Europa meridionale tende ad essere più colpita da malattie legate al caldo, da incendi, da insicurezza alimentare dovuta alla siccità e dalla leishmaniosi, mentre il nord Europa è maggiormente colpito da virus e zecche. All’interno dei paesi, a subire di più gli impatti del clima sono le minoranze etniche, le comunità a basso reddito, i migranti le minoranze sessuali e di genere.

Il rapporto dimostra che la mortalità dovuta al caldo è stata due volte maggiore per le donne rispetto agli uomini; le famiglie a basso reddito hanno una probabilità sostanzialmente più alta di sperimentare un’insicurezza alimentare e i decessi attribuibili a carenze alimentari sono più elevati tra le donne.

Non tutti gli indicatori permettono approfondimenti sui diversi gruppi di popolazioni, ma proprio per questo il rapporto rimarca l’importanza di una ricerca più approfondita sugli impatti diseguali e su quali potrebbero essere le misure di protezione da attuare per salvaguardare tutte le popolazioni.

Nonostante sia ormai confermato che il cambiamento climatico esacerba le disuguaglianze esistenti, da parte della politica c’è una scarsa attenzione al tema. Inoltre, l’equità ambientale non è un obiettivo esplicito delle attuali politiche dell’UE.

Assumersi la responsabilità e accelerare l’azione

Molti paesi europei rimangono i principali produttori delle emissioni a gas serra e sono anche quelli che ne hanno beneficiato di più con la crescita economica, mentre altri paesi – che hanno emesso meno gas serra – sono invece i più colpiti dai cambiamenti.

Il cambiamento climatico è un problema di giustizia sociale e ambientale.

L’assenza di un’azione coraggiosa rischia di intensificare ulteriormente gli impatti del cambiamento, che sono già in atto, e non intervenendo tempestivamente si rischia di perdere l’opportunità di apportare considerevoli co-benefici a breve termine per la salute, come la riduzione della mortalità prematura dovuta alla riduzione delle polveri sottili nell’ambiente.

Le strutture politiche e di governance in tutta Europa dovrebbero impegnarsi con il settore sanitario e lavorare di concerto. Va anche segnalato che mentre l’impegno e l’attenzione da parte del settore scientifico ha continuato a crescere, nel 2022 si sono registrati bassi livelli di impegno e di attenzione da parte dei media, della politica e a livello individuale.

Una transizione ambientale giusta e sana

Per soddisfare le raccomandazioni dell’ultimo rapporto del Gruppo Intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e sull’azzeramento delle emissioni entro il 2040, le emissioni dei Paesi europei dovrebbero diminuire di tre volte rispetto al tasso attuale.

Analizzando la questione dal punto di vista della giustizia, l’azione per il clima non solo garantisce una transizione ambientale sana e giusta, ma riduce anche le disuguaglianze nei principali percorsi di impatto sulla salute. Assodato l’impatto dei cambiamenti climatici all’interno e al di fuori dell’Europa e il ruolo della stessa nella creazione della crisi, l’Europa dovrebbe impegnarsi in una transizione ambientale più giusta, che includa l’assunzione di responsabilità e il sostegno alle comunità più colpite.

Indicatori 2024 del Lancet Countdown

Lista degli indicatori di The 2024 Europe report of the Lancet Countdown on health and climate change: unprecedented warming demands unprecedented action


Sezione 1. Impatto, esposizione e vulnerabilità ai cambiamenti climatici

Il primo gruppo di analisi comprende 14 indicatori che monitorano l’impatto dell’aumento delle temperature e la maggiore vulnerabilità di alcuni gruppi di popolazione alle ondate di calore (anziani, donne incinta, migranti, persone che lavorano all’aperto) e la mortalità legata al caldo (nel 2022 sono state circa 60.000 le morti premature dovute al caldo). È presente poi un indicatore sugli eventi estremi, che include gli incendi e la siccità. Un’ampia parte è dedicata al monitoraggio dell’aumento delle malattie infettive con agenti patogeni che proliferano in determinate condizioni climatiche.
Sono stati aggiunti tre nuovi indicatori, che riguardano la sicurezza alimentare, la maggiore diffusione delle malattie legate alle zecche e la leishmaniosi.

Sezione 2. Adattamento, pianificazione e resilienza per la salute

Gli indicatori di questa sezione analizzano che tipo di valutazione del rischio climatico viene attuata a livello internazionale e nelle singole città e lo sviluppo di sistemi di allert tempestivi. Inoltre, monitorano l’attuazione di strategie sostenibili come la costruzione di spazi verdi.
La transizione verso un adeguato adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici richiede un approccio intersettoriale, con la cooperazione di più settori e una maggiore adesione e applicazione degli accordi sul clima.

Sezione 3. Azioni di mitigazione e co-benefici sanitari

I progressi globali fatti nel campo della mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sono stati insufficienti e molto lontani dagli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi e dalla COP28. Nel 2021 le emissioni serra dell’UE-27 sono state inferiori solo del 30% rispetto al 1990, rimanendo molto lontane dagli obiettivi previsti per il 2030.
Intervenire ora sulla mitigazione dei cambiamenti climatici potrebbe apportare grandi benefici per la salute. I potenziali co-benefici sanitari potrebbero essere la leva per incentivare il cambiamento dei comportamenti individuali e motivare le scelte politiche.

Questa sezione include 9 indicatori volti a monitorare le azioni messe in campo dagli stati europei per mitigare il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra e i relativi benefici sanitari associati, come la riduzione della mortalità associata all’inquinamento atmosferico e la transizione verso regimi alimentari più sostenibili.

Tra i nuovi indicatori inseriti, c’è il monitoraggio delle emissioni prodotte dal settore sanitario. Quest’ultimo, infatti, è responsabile di una parte importante di emissioni di gas serra e di inquinamento atmosferico: le emissioni prodotte sono legate all’uso di prodotti medicali e macchinari, oltre all’energia richiesta e al problema dello smaltimento dei rifiuti prodotti.

Sezione 4. Economia e finanza

Il cambiamento climatico ha anche inevitabili costi economici, come per esempio l’aumento di costi sanitari o la riduzione della produttività dovuta allo stress da caldo. La sezione 4 analizza gli impatti economici del cambiamento climatico e quali azioni sarebbero necessarie per una transizione verso economie a zero emissioni di carbonio.

Sezione 5. Impegno pubblico e politico

Per attuare politiche di mitigazione efficaci è necessario l’impegno delle istituzioni politiche e dei vari attori coinvolti.
Questa sezione monitora l’attenzione e l’impegno sul tema dei cambiamenti climatici da parte della comunità scientifica (attraverso pubblicazione di articoli scientifici), dei governi e dei politici. È inoltre valutata l’attenzione data dai cittadini al tema, attraverso l’analisi dell’uso dei social media.

Conclusioni

Il rapporto conferma che il cambiamento climatico sta già incidendo negativamente sulla salute delle popolazioni europee e che, in assenza di un’adeguata azione sul clima, questo impatto continuerà ad aumentare nel prossimo futuro.

Gli indicatori analizzati confermano che gli effetti negativi sono in aumento rispetto ai livelli di riferimento. Le minacce alla salute e la vulnerabilità sono state riscontrate in diverse regioni e gruppi di popolazione e si riscontrano impatti differenziali anche all’interno di uno stesso paese, ad esempio le donne sono a maggior rischio di mortalità correlata al caldo, le aree deprivate sono più esposte al fumo degli incendi e gli anziani sono più suscettibili alle ondate di calore.

Rispetto al rapporto 2022, si sono registrate alcune tendenze incoraggianti in alcune parti d’Europa (per esempio l’aumento delle aree verdi in Romania, Serbia e Ungheria o il sistema sanitario britannico che si è formalmente impegnato per l’azzeramento delle emissioni di carbonio). Tuttavia, tale tema resta troppo spesso trascurato per questioni legate alle risorse finanziarie.

È fondamentale che l’Europa acceleri l’azione per il clima, richiedendo volontà politica e impegno a tutti gli attori coinvolti: soprattutto ai media e ai singoli individui e si sottolinea come non venga prestata abbastanza attenzione alle disuguaglianze associate.

Il cambiamento climatico non è uno scenario teorico lontano nel tempo: è ora e sta già uccidendo. È molto probabile che gli impatti dei cambiamenti climatici peggioreranno all’interno e al di fuori dell’Europa, incidendo sul benessere di miliardi di persone.


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