4/6/2024
La popolazione infantile è molto più soggetta ai danni dei cambiamenti climatici degli adulti. Gli studi delle organizzazioni internazionali (Unicef e Save the Children) e le pubblicazioni scientifiche confermano il peggioramento della condizione infantile a causa dei mutamenti ambientali.

L’Unicef ha stimato che nel mondo sono almeno un miliardo i bambini che vivono in situazioni di inquinamento atmosferico elevato e circa 820 milioni subiscono gli effetti delle ondate di caldo estremo (Unicef, 2023).

Inoltre, a causa delle loro differenze anatomiche e fisiologiche, rispetto agli adulti, sono molto più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici e anche la salute psichica ne risente.

Il rapporto dell’Unicef The coldest year of the rest of their lives. Protecting children from the escalating impacts of heatwaves (2022) ribadisce come le ondate di calore siano più dannose per i bambini, in quanto hanno una minore capacità di regolare la loro temperatura corporea rispetto agli adulti. Inoltre, più i bambini sono esposti, maggiori sono le probabilità di sviluppare malattie respiratorie croniche e asma, mentre i neonati hanno più alti rischi di mortalità legata al caldo.

Una recente review, How climate change degrades child health: a systematic review and meta-analysis di Weeda et al. 2023, ha valutato l’entità degli effetti sulla salute che i bambini devono affrontare e analizzando gli studi epidemiologici già prodotti quale sia la minaccia maggiore per loro. Dei 1301 articoli selezionati sui principali database, 163 sono stati ritenuti idonei per la review.

Sono state quindi identificate le associazioni tra cambiamento climatico e salute infantile ed è emerso che la più forte è l’aumento del rischio di parto pretermine dovuto all’esposizione a temperature estreme.

Un’altra causa analizzata riguarda gli inquinanti atmosferici, responsabili di malattie respiratorie, mortalità e morbilità. In questo caso, però, gli studi analizzati presentano un effetto debole, infatti la maggior parte degli studi è stata condotta in Paesi ad alto reddito, quindi, se da una parte abbiamo un fattore di rischio (paesi più inquinati), dall’altra abbiamo anche dei fattori protettivi, come miglior accesso ad un’assistenza sanitaria di qualità, infrastrutture adeguate, stabilità economica e sicurezza alimentare. Emerge quindi come sia essenziale lavorare sulle cause di origine antropica.
La review conclude fornendo alcune raccomandazioni per la ricerca futura.

Gli effetti del clima sui bambini possono avvenire ancor prima della loro nascita, con ripercussioni nel corso della vita. Yadav e Pacheco (2023) nel loro articolo analizzano i dati epidemiologici sulle esposizioni ambientali delle madri in gravidanza e la salute respiratoria dei nascituri. L’impatto dannoso della crisi climatica sulla salute respiratoria pediatrica inizia prima della nascita, evidenziando la vulnerabilità di alcune donne. Purtroppo gli studi in questo campo sono ancora limitati. È necessario attuare maggiore ricerca e sensibilizzazione, insieme a misure di mitigazione e adattamento, per proteggere le donne incinte più vulnerabili.

Di Cicco e colleghi (2022) hanno studiato l’associazione tra aeroallergeni e i ricoveri per asma nei bambini nell’area della Toscana nord occidentale.
Nel loro studio The Effect of Outdoor Aeroallergens on Asthma Hospitalizations in Children in North-Western Tuscany, Italy, gli autori hanno analizzato i dati di 85 bambini ricoverati presso l’Ospedale universitario di Pisa, per sintomi quali asma e infezioni respiratorie.
Negli ultimi decenni la prevalenza delle malattie respiratorie allergiche è aumentata, soprattutto nei paesi industrializzati. In Italia, attualmente, soffrono di asma il 9,3% dei bambini e il 10,3% degli adolescenti, mentre la rinite allergica colpisce il 12,3% dei bambini e il 20,9% degli adolescenti. Le cause di tali dati, sono rintracciabili nelle variazioni delle condizioni metereologiche e dell’inquinamento atmosferico.
I risultati dello studio confermano l’associazione tra aumento di allergeni esterni e asma e malattie simili nei bambini, in particolare i dati mostrano un’associazione significativa fino ad almeno due giorni prima del ricovero, suggerendo che il monitoraggio della conta degli aeroallergeni può essere utile per migliorare la gestione dei bambini affetti da malattie allergiche respiratorie.

Infine, si segnala che il 28 agosto 2023 il Comitato ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha adottato il General Comment n.26 su diritti dei minori e ambiente, con un focus speciale sul cambiamento climatico. Il documento ribadisce con forza come la triplice crisi dell’inquinamento, del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità sia una minaccia sistematica ai diritti dei bambini di tutto il mondo. Il tema ambientale era già incluso nella Dichiarazione dei diritti dei bambini, ma con il General Comment n.26, l’ONU riconosce formalmente il diritto di bambini e bambine ad un ambiente pulito, sano e sostenibile.