Inverno 2023-2024: intervista a Bernardo Gozzini di Lamma Toscana


7/5/2024
In occasione dell’uscita del report stagionale Inverno 2023-24. Report meteo-climatico sulla Toscana, abbiamo rivolto alcune domande a Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio LaMMA - Laboratorio per il monitoraggio e la modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile.

Nonostante l’inversione di tendenza nel mese di aprile, quest’anno i mesi invernali sono stati particolarmente miti, cosa ci dicono i dati?

A livello europeo la temperatura media del trimestre invernale dicembre-febbraio è stata 1.4°C superiore alla media del trentennio 1991-2020, portando questo inverno al secondo posto tra i più caldi registrati in Europa.

In Italia, secondo i dati di CNR ISAC (Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima) l'inverno 2023/24 è stato il più caldo dall'inizio delle rilevazioni, ovvero dal 1800. Un record che ha riguardato tutte le aree geografiche del nostro Paese, con un’anomalia di +2.5 °C nel Nord Italia, +2.3 °C al Centro e +2.0 °C al Sud. Il mese di febbraio è stato quello con le anomalie più alte rispetto alla media.

E nella nostra regione?

Anche in Toscana l’inverno 2023-2024 è stato il più caldo degli ultimi 70 anni (1955-2024). La temperatura media ha registrato un +2.4 °C rispetto agli ultimi 30 anni (1991-2020) e un +2.8 °C se si confronta con i decenni ancora precedenti (1961-1990). Come si vede nel grafico, nella nostra regione, gli effetti del cambiamento climatico sulle temperature medie invernali sono molto più evidenti negli anni più recenti.

Grafico 1: Gli inverni più freddi e più caldi in ToscanaGrafico 1: Gli inverni più freddi e più caldi in Toscana


Se si analizzano i singoli giorni dei tre mesi invernali (Grafico 2), sono stati ben 64 i giorni al di sopra della media e solo 12 quelli sotto la media. Nel mese di febbraio la temperatura è stata costantemente sopra la media, la giornata più calda in assoluto il 1 dicembre con una temperatura di 18.2 °C.

Grafico 2: Anomalie giornaliere di temperatura media in Toscana nell’inverno 2023-2024

Grafico 2: Anomalie giornaliere di temperatura media in Toscana nell’inverno 2023-2024

Sappiamo che, come le ondate di calore, anche le basse temperature sono fortemente associate ad un aumento della mortalità, l’inverno appena trascorso non ha destato problemi in tal senso?

Sì, in effetti diminuisce significativamente la frequenza delle ondate di freddo, sia di breve che di lunga durata. Nell’inverno 2023-2024 i giorni molto freddi (ovvero i giorni in cui la temperatura media giornaliera è inferiore di almeno una deviazione standard rispetto alla temperatura media giornaliera “normale”) sono stati solo 6 e si sono dimezzati negli ultimi 50 anni. Sono state meno numerose anche le gelate in pianura, ne sono state registrate 10 rispetto ad un atteso di 25.

L’altro aspetto del cambiamento climatico che suscita molta preoccupazione riguarda le precipitazioni. Qual è stata la tendenza nell’inverno passato?

I dati dell’inverno 2023-2024 confermano l’effetto del cambiamento climatico anche su questo parametro. Mediamente in Toscana l’inverno trascorso è stato più piovoso del normale, circa un 13% di pioggia in più, con precipitazioni concentrate soprattutto nel mese di febbraio. Le province di Livorno e Pistoia hanno rispettivamente registrato un +32% e un +25%, mentre si è osservato un -16% nella provincia di Arezzo.

Nonostante i giorni di pioggia siano risultati in media o anche leggermente sotto (Grafico 3, immagine a destra), la quantità di pioggia caduta è risultata superiore alla media (aree azzurre immagine a sinistra). In molte aree quindi quando è piovuto, lo ha fatto più abbondantemente del normale.

Grafico 3: Piogge più abbondanti quando è piovuto
Grafico 3: Piogge più abbondanti quando è piovuto

Al momento, dunque, il problema siccità non sembra così allarmante in Toscana?

Nella nostra regione, cosi come in altre aree del Nord Italia, le piogge, soprattutto quelle concentrate nel mese di febbraio, hanno apportato un surplus anche molto elevato, come ad esempio in Trentino-Alto Adige e nelle Alpi lombarde. Resta invece molto critica la situazione in numerose aree del Centro e Sud Italia, dove l’SPI (Standardized Precipitation Index, un indice climatico basato sulla precipitazione che permette di identificare periodi secchi/umidi a diverse scale temporali) raggiunge anche livelli di siccità estrema (Grafico 4).

Grafico 4: indice climatico basato sulle precipitazioni in Italia
Grafico 4: SPI - Standardized Precipitation Index a 3 mesi in Italia

Un’ultima considerazione sulle aree montane toscane. Quali sono i trend climatici?

Anche all’Abetone l’inverno 2023-2024 è stato il più caldo da quando si hanno le osservazioni. Nelle aree montane l’aumento della temperatura è ancora più evidente rispetto a quanto osserviamo nelle aree di pianura, dove l’inversione termica tende a mitigare l’impatto. In montagna la tendenza mostra un incremento costante delle temperature medie, con un +1.5 °C ogni 50 anni.

E per quanto riguarda le precipitazioni nevose, che come sappiamo costituiscono il principale settore economico di queste aree?

L’inverno appena passato è stato forse il peggiore di sempre per la stagione sciistica. La quantità di neve caduta mostra una tendenza in diminuzione ma non significativa. L’inverno 2023-2024 non è stato il meno nevoso (nono posto), ma la neve caduta non ha avuto tempo di consolidarsi a causa delle alte temperature e degli eventi di pioggia. In altre parole all’Abetone le precipitazioni oggi sono più frequentemente piovose e non prevalentemente nevose rispetto al passato.

Grafico 5: Nevosità abetone inverno 2023-2024Grafico 5: Nevosità Abetone dal 1969 ad oggi


Per saperne di più: