Elementi di efficacia per il contrasto al gioco d’azzardo

Il convegno di ANCI Toscana e Regione Toscana


8/3/2019
Nel corso del convegno “Non t’azzardare eh! Confronti e dialoghi per lo sviluppo di politiche di contrasto e prevenzione del Disturbo da gioco d’azzardo (DGA)” tenutosi il 27 febbraio a Firenze e promosso da Anci Toscana e Regione Toscana, nell’ambito del Piano regionale di contrasto al DGA, il dott. Voller, coordinatore dell'Osservatorio di epidemiologia dell’ARS, ha affrontato il tema dell’efficacia degli interventi di prevenzione e di riduzione del danno da gioco d’azzardo.

Il gioco d'azzardo, come altri comportamenti a rischio e alcuni stili di vita, risente del “paradosso della prevenzione”, secondo cui gli interventi di contrasto sembrano essere efficaci non solo sui giocatori ad alto rischio di DGA, ma anche sui soggetti a basso rischio, che oltre a riportare una prevalenza più alta di persone, risentono (anche se in misura diversa dai primi) dei danni derivanti dal gioco d’azzardo. Inoltre, se i soggetti a basso rischio appartengono a segmenti di popolazione vulnerabili, marginalizzate o economicamente svantaggiate, gli effetti dei danni a breve e lungo termine possono provocare conseguenze maggiori, contribuendo ad aggravare il sistema di disuguaglianze socio-economiche.
Secondo quanto riportato in letteratura e, in linea con quanto descritto nel paradosso della prevenzione, gli interventi di riduzione del danno (tra cui l’autoesclusione, i messaggi pop-up, la rimozione degli ATM o la limitazione alla vincita e alla scommessa massima), sembrano avere un riscontro più forte, in termini di contrasto al DGA, rispetto alle strategie di riduzione dell’offerta di gioco (limitazione agli orari di apertura o al numero di videolotterie e slot machine presenti sul territorio e nei pressi di luoghi sensibili) e a quelle di riduzione della domanda (prevenzione su target specifici, età legale ecc.).
Tuttavia è importante non trascurare il ruolo della prevenzione (sia in termini di domanda che di offerta), in particolar modo se si parla di target specifici o vulnerabili. Nel caso degli adolescenti, i programmi di educazione al gioco d'azzardo che mirano ad aumentare la conoscenza sul gioco e a ridurre le credenze erronee o la riduzione dell’impatto pubblicitario mediatico indiscriminato, anche se non supportati da risultati a lungo termine (poiché carenti di follow-up), sembrano possedere un notevole potenziale, in quanto indeboliscono la propensione a far diventare un valore sociale e di costume i comportamenti d’azzardo (proprio come per le politiche di riduzione del fumo di tabacco). Questo approccio, così come le strategie di comportamento preventivo, possono altresì funzionare a fronte di un efficiente controllo del gioco d’azzardo illegale e un sistema organizzato del gioco on-line in grado di effettuare il controllo incrociato della verifica dell'età.

In linea generale, tra i più importanti contributi scientifici e review internazionali sull’efficacia degli interventi di contrasto al gioco d’azzardo emerge una carenza di studi primari che si traduce in una difficoltosa confrontabilità tra le diverse strategie realizzate e dunque, ad oggi, in una scarsità di evidenze forti che possano indirizzare verso specifiche politiche di riduzione del danno.