31/12/2010
Il Progetto CORIST (COntrollo Rischio Infettivo in Sanità della Toscana) è stato lanciato nel 2003-2004 dall’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana, in collaborazione con la Direzione Generale Diritto alla Salute e l’Università degli Studi di Pisa, con l’obiettivo di mettere in atto azioni coordinate per il controllo del rischio infettivo da attività sanitarie e per la prevenzione-riduzione delle Infezioni Correlate a Pratiche Assistenziali (ICPA o ICA).Nel periodo 2004-2005 l’ARS Toscana ha portato a termine la prima fase del Progetto, realizzando soprattutto:
• una ricognizione tra le Aziende USL e Ospedaliere, condotta mediante un questionario strutturato vòlto a rilevare informazioni su attività, risorse, esperienze, criticità, segnalazioni di priorità nel campo delle infezioni nosocomiali;
• un’indagine di prevalenza che ha coinvolto 41 Ospedali pubblici della regione;
• l’allestimento di un sito web dedicato, tuttora attivo e diventato uno dei riferimenti web sul rischio infettivo più consultati in Italia: www.corist.it.
Negli anni 2006-2008 è stata avviata la seconda fase del progetto CORIST, che ha visto un impegno pressoché esclusivo nel settore delle TI e l’avvio del progetto CORIST-TI Le attività sviluppate a partire dal 2006 hanno perseguito tre obiettivi generali:
• migliorare le conoscenze: diffondere tra i professionisti delle TI toscane conoscenze condivise con solidi riferimenti scientifici;
• migliorare la sorveglianza: facilitare la sorveglianza sulle infezioni nelle TI della Toscana, potenziando e mettendo in rete strumenti e risorse già disponibili;
• migliorare la pratica: dare supporto metodologico alla conduzione di progetti collaborativi tra le TI, mirati all’implementazione di pratiche efficaci nella prevenzione delle infezioni.
Nel corso degli ultimi 6 anni il Progetto CORIST e il sottoprogetto CORIST-TI hanno costruito e messo a disposizione del sistema sanitario regionale della Toscana un patrimonio di conoscenze condivise, di strumenti e di esperienza collaborativa preziosi che, se ulteriormente valorizzati e bene utilizzati, contribuiranno anche in futuro in modo sostanziale, e soprattutto sostenibile nel tempo, al controllo del rischio infettivo da attività sanitarie.