Inquinamento atmosferico e COVID-19, una metodologia per individuare le variabili contestuali nell’ambito del progetto nazionale EpiCovAir


28/3/2022
EpiCovAir è uno studio epidemiologico nazionale su inquinamento atmosferico e Covid-19 condotto da Iss, Ispra-Snpa, in collaborazione con la Rete italiana ambiente e salute (Rias) per valutare gli effetti dell’esposizione residenziale di lungo periodo ai principali inquinanti atmosferici (PM10, PM2.5, NO2, ed O3) sulla suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2, la gravità dei sintomi e prognosi della malattia Covid-19, la distribuzione e frequenza degli esiti di mortalità. Lo studio, condotto su base comunale, è esteso a tutto il territorio nazionale. 
Un numero significativo di studi condotti dai primi mesi del 2020, prima in Cina e poi in Europa e Stati Uniti, ha riguardato le possibili relazioni tra i livelli di inquinamento atmosferico e l'epidemia di Covid-19. A livello nazionale questo tema ha suscitato un interesse particolare derivante dall'elevata concentrazione durante la prima ondata epidemica di casi Covid-19 nel bacino padano, notoriamente una delle aree geografiche maggiormente inquinate d´Europa.

Una delle ipotesi formulate è che l’esposizione pregressa ad elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici renda il sistema respiratorio più suscettibile all’infezione e alle complicanze della malattia da coronavirus. L’inquinamento atmosferico potrebbe comportarsi da amplificatore (booster) del contagio e degli effetti del virus. Questa ipotesi è sostenuta da un’accertata plausibilità biologica, derivante dai risultati di numerosi studi epidemiologici e sperimentali che hanno evidenziato come l'esposizione all'inquinamento ambientale, in particolare a biossido di azoto (NO2), particolato atmosferico (PM) e ozono (O3), possa aumentare la suscettibilità del parenchima polmonare umano alle infezioni virali. Sono state riscontrate associazioni tra PM e diagnosi di infezione acuta delle basse vie respiratorie sia nei bambini che negli adulti. Ozono e particolato fine sono risultati associati ad accessi in pronto soccorso e ospedalizzazioni per polmonite anche in popolazioni anziane.

Lo studio della relazione tra inquinamento e Covid-19 presenta diverse criticità di carattere metodologico. Tutti gli studi fino ad oggi pubblicati o rilasciati in modalità prestampa sono di tipo ecologico, cioè basati su dati di malattia e di inquinamento aggregati territorialmente. Il razionale semplificato dell’esistenza di una correlazione tra le aree più impattate dai due fenomeni, la relativa facilità di esecuzione delle analisi di associazione, nonché l’interesse mediatico, hanno reso il tema inquinamento-Covid-19 di grande attrattiva per molti gruppi di ricerca.

Numerosi interventi e commentari sulle debolezze metodologiche di queste ricerche su Covid-19 e inquinamento hanno evidenziato l’importanza di interpretare con cautela i risultati di studi con disegno ecologico e la necessità di sviluppare approcci più adeguati per indagare la relazione causale tra i due fenomeni.

Un tentativo di fornire una risposta a questo gap informativo è stato sviluppato nell’ambito del progetto nazionale EpiCovAir. In particolare un primo obiettivo del progetto è stato quello identificare e raccogliere per ciascuno dei 7.903 comuni italiani le variabili contestuali e sintetizzarne il contenuto informativo, per produrre indicatori adeguati negli studi epidemiologici ambientali nazionali, con particolare attenzione alla valutazione del possibile ruolo dell'inquinamento atmosferico sull'incidenza e sulla gravità di Covid-19.Sono state identificate 44 variabili iniziali, suddivise in 5 dimensioni definite a priori, ovvero:

  • caratteristiche geografiche (superficie, altitudine, isole, zone costiere, etc)
  • caratteristiche demografiche e antropiche (densità di popolazione, popolazione anziana, etc)
  • mobilità (indice di attrattività, pendolarismo, stazioni ferroviarie, aeroporti etc)
  • Caratteristiche socio-economiche e sanitarie (reddito medio, indice di deprivazione socio-economica, tassi di mortalità e ospedalizzazione, etc)
  • offerta dei servizi sanitari (ospedali, case di cura, numero di posti letto, distanza dai servizi sanitari, etc)
Per ciascuna delle 5 dimensioni è stata effettuata un’analisi delle componenti principali (PCA), con l'obiettivo di ridurre l'elevato numero di variabili iniziali in un numero minore di componenti, limitando il più possibile la perdita di contenuto informativo (variabilità). Complessivamente sono state ottenute 12 componenti principali, 3 per la dimensione delle caratteristiche territoriali del comune (varianza spiegata 72%), 2 per la dimensione delle caratteristiche demografiche e antropiche (varianza spiegata 62%), 3 per la dimensione della mobilità (varianza spiega 83%), 2 per il settore socio-economico-sanitario (varianza spiegata 58%) e 2 per la dimensione dell'offerta sanitaria (varianza spiegata 72%).Le componenti estratte risultano solo marginalmente correlate tra loro, dimostrando la loro potenziale capacità di cogliere aspetti diversi della distribuzione geografica di Covid-19.Questo lavoro ha fornito sia un metodo di sintetizzazione delle informazioni, sia un set di dati da utilizzare negli studi epidemiologici sulle associazioni tra esposizione cronica all'inquinamento atmosferico ed esiti di salute, non solo COVID-19, nel territorio italiano.


A cura di: Daniela Nuvolone, ARS Toscana