Monitoraggio ISS: preoccupano le varianti virali

I dati della settimana 1-7 febbraio 2021


15/2/2021
Il monitoraggio settimanale dell'ISS e della Cabina di Regia (Report ISS n. 39 relativo alla settimana 1-7 febbraio 2021)  mostra dei segnali in contro-tendenza, che alla luce della diffusa circolazione delle varianti del virus, potrebbe preludere ad un nuovo rapido aumento del numero di casi nelle prossime settimane.

L’incidenza settimanale a livello nazionale è stabile, 133x100.000 abitanti, stesso valore della scorsa settimana. La Provincia autonoma di Bolzano continua a mostrare valori fuori controllo, ormai da diverse settimane, e ancora in aumento: 770x100.000 abitanti. Anche per la Toscana l’incidenza a 7 giorni sale a 116x100.000 abitanti (la scorsa settimana era 95x100.000 ab). Le altre Regioni/PA in cui si osserva un aumento dell’incidenza, anche se con intensità diverse, sono Abruzzo, Campania, Liguria, Molise, PA Trento e Umbria. Sul fronte opposto la Valle d’Aosta che presenta già da due settimane un valore di incidenza settimanale inferiore a 50 nuovi casi x100.000 abitanti, soglia sotto la quale potrebbe applicarsi l’allentamento delle restrizioni e il passaggio in zona bianca. Per la Toscana l’incidenza a 14 giorni si riporta sopra quota 200: 213x100.000 abitanti vs. i 177 della scorsa settimana.

Figura 1: Incidenza di nuovi casi positivi a 7 giorni (x100.000 ab.)
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L’Rt nazionale è in aumento: 0,95 rispetto a 0,84 della scorsa settimana. Aumenta il numero di Regioni/PA con un valore puntuale dell’Rt maggiore di 1 o molto vicino ad esso (figura 2). Toscana, Abruzzo e Liguria, come preannunciato nelle precedenti valutazioni, si portano su un valore di Rt significativamente sopra l’1, cioè non solo il valore puntuale ma anche il limite inferiore della forchetta, compatibili con uno scenario 2, cioè zona arancione.

Figura 2: Stima degli Rt regionali (dati sintomatici al 27 gennaio 2021)
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Sotto è riportato il quadro sintetico della valutazione del rischio per ciascuna Regione/PA (figura 3). Sono due le Regioni, Umbria e PA Bolzano, con classificazione complessiva del rischio “alta”; la scorsa settimana c’era anche la Puglia, che però era stata erroneamente posizionata in questa fascia a causa di un errore nella trasmissione dei dati relativi all’impatto sugli ospedali. Sono 9 le Regioni con classificazione “bassa” (la scorsa settimana erano 7), 5 quelle a rischio “moderato”, mentre aumenta a 5 il numero di Regioni nella fascia “moderata ad alto rischio di progressione” (la scorsa settimana era solo il Molise): tra queste la Toscana, che la scorsa settimana era classificata a rischio moderato.

Figura 3: Quadro sintetico della valutazione del rischio per Regione/PA
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Scende a 4 il numero di Regioni che presentano un rischio "alto" per quanto riguarda l’impatto sugli ospedali: nella precedente valutazione erano 6, tra cui per errore la Puglia, solo la PA Trento in rischio moderato, tutto il resto in fascia bassa.

Quindi sulla base di questi dati passano in  zona arancione Toscana, Abruzzo, Liguria e PA Trento, e vi resteranno per un minimo di 15 giorni. Restano in questa fascia di restrizioni la PA Bolzano e Umbria, al netto delle zone rosse introdotte in diverse aree sub-regionali.

In figura 4 un riepilogo di alcuni indicatori per la Toscana e il loro trend nelle ultime settimane. Oltre all’Rt torna salire anche la percentuale di positivi sul totale dei tamponi: 11% (esclusi i re-testing sulle stesse persone). Stabile al 100% la capacità di condurre un’analisi epidemiologica dei casi, da segnalare il caso del Veneto che ha un valore dell’86%. Si arresta il trend in decrescita dell’occupazione dei posti letto: si ferma al 20% quella dei posti in terapia intensiva e al 14% in area medica.

Figura 4: Indicatori Toscana
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Ciò che più preoccupa in questa fase epidemica è la circolazione delle varianti virali. In conformità con quanto stanno facendo anche altri Paesi europei, l’ISS, in collaborazione con i laboratori regionali, ha avviato una cosiddetta flash-survey per stimare la prevalenza della variante inglese sul territorio nazionale. Da questa indagine è emersa una stima di prevalenza nazionale del 17,8% (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania è sopra il 20%) ma con una forte disomogeneità tra i territori: si va da aree del Paese in cui la prevalenza stimata è bassissima, 0-5%, ad aree con prevalenza della variante inglese al 50-59%. Queste notevoli differenze sono dovute essenzialmente alla data di introduzione della variante inglese, ma un range di prevalenze così ampio è, però, anche un chiaro segnale di quanto questa epidemia di variante inglese non sia ancora matura, una variante che per sua natura tende a diventare predominante e a sostituire i ceppi circolanti, come è accaduto nel Regno Unito. Per quanto riguarda le altre varianti, la variante brasiliana ad oggi sembra circoscritta ad una area dell’Umbria e ad una piccola area contigua in Toscana, mentre la variante sudafricana è presente in Tirolo, Austria e Francia, quindi, una diffusione molto più limitata rispetto a quella inglese.

Quello che si osserva in queste settimane per effetto della circolazione delle varianti ad elevata trasmissibilità è l’insorgenza di aree anche molto ristrette ad altissima diffusione del virus, anche in regioni che non presentano situazioni particolarmente critiche. Intervenire chirurgicamente e tempestivamente, aldilà dell’indice Rt e della fascia di colore, mediante l’introduzione di aree rosse anche molto limitate, decisione non facile a causa dei forti impatti economici e sociali, è la via più efficace per bloccare questi focolai ad altissima incidenza. Del resto questa epidemia ci ha insegnato che più le misure restrittive sono tempestive, minore è il tempo necessario per arginare e contenere la diffusione del virus.

Un segnale positivo, rimarcato dall'ISS, è il decremento notevole della percentuale di operatori sanitari che risultano positivi al virus, segno dell’effetto della campagna di vaccinazione.


Consulta anche:
- Report n. 39 - sintesi nazionale
- Report n. 39 - dati indicatori
- Report n. 39 - sintesi Toscana

A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana




Per approfondire

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