Prove di convivenza con il virus: la difficile sfida

A cura di: F.Voller, F.Profili, S.Bartolacci, M. Santini, M.Razzanelli


29/1/2021
La Toscana ha ancora l’incidenza di nuovi positivi al SARS-Cov2 più bassa tra le regioni italiane, 363 nuovi casi ogni 100mila abitanti nell’ultimo mese. Nello stesso periodo la media italiana è stata di 747 per 100mila e nella regione più colpita, il Friuli Venezia Giulia, si sono rilevati 1.438 nuovi casi per 100mila abitanti, quasi quattro volte il dato della nostra regione (figura 1).
L’area nord-orientale del paese, dal Friuli all’Emilia-Romagna, è ancora quella più colpita in questa fase dell’epidemia, mentre la situazione è più omogenea nel resto d’Italia, con differenze molto più modeste da regione a regione nel centro e nel sud-Italia.
Come detto nelle settimane scorse, i provvedimenti ministeriali che hanno decretato la zona arancione e rossa, oltre alle azioni di correzione nel tracciamento dei casi che si aggirano sempre intorno al 99% della casistica giornaliera, hanno giocato un ruolo chiave nel contenimento dei contagi nella nostra regione. Questo appare più evidente se ci confrontiamo con altre regioni d’Italia rimaste invece sempre in zona gialla.

Figura 1. Nuovi positivi al SARS-Cov2 nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

fig1 appr voller 29gen

Sarà importante adesso monitorare gli effetti del ritorno alla zona gialla, avvenuto in Toscana subito dopo il periodo di festività natalizie, che ha previsto la riapertura di bar e ristoranti fino alle 18 del pomeriggio, il probabile ritorno in presenza di molte attività lavorative svolte fino a quel momento in smart working, oltre alla ripresa delle lezioni in presenza (al 50%) per gli studenti delle scuole secondarie di II grado. È attesa inoltre una maggiore mobilità interna (gli spostamenti verso le altre regioni restano sospesi, se non per comprovate necessità), grazie alla possibilità di spostarsi in comuni diversi da quello di residenza.

Dall’8 al 28 gennaio, la media settimanale di nuovi positivi è scesa da 82,3 per 100mila abitanti della settimana 8-14 gennaio a 75,7 per 100mila della settimana 15-21 gennaio, per poi risalire a 90,4 per 100mila in quella appena trascorsa. Difficile dire se si tratti di un inizio di una nuova risalita della curva o di lievi oscillazioni del trend, per questo è necessario mantenere alta l’attenzione per non rischiare di dover reintrodurre misure di limitazione più stringenti.
Questo leggero rialzo sembra essere generalizzato nella popolazione, con la sola fascia d’età compresa tra i 3 e i 5 anni che mostra un trend in aumento più ripido delle altre (figura 2). Vediamo invece come nella settimana precedente, la diminuzione dell’incidenza era stata sostenuta da una forte riduzione dell’incidenza tra i toscani di 85 o più anni, balzata in alto tra l’8 e il 14 gennaio. Abbiamo più volte ribadito l’importanza di limitare il più possibile i contagi in questa fascia d’età, la più vulnerabile agli effetti fatali del virus.

Figura 2. Nuovi positivi per classe d’età – Numero per 100mila abitanti – Toscana
fig2 appr voller 29gen
Dalla scorsa settimana sono state modificati i criteri per l’individuazione dei positivi al SARS-Cov2, introducendo la possibilità di confermare il positivo non solo tramite tampone molecolare, ma anche tramite solo tampone rapido antigenico di terza generazione (per le altre tipologie di tampone rapido rimane invece la necessità di conferma del sospetto positivo con tampone molecolare).
Cambia quindi il trend degli indicatori relativi ai tamponi e alla percentuale di positivi tra questi e, di fatto, il dato attuale è poco confrontabile con quello antecedente alle modifiche dei criteri.

Nell’ultima settimana la Toscana ha eseguito mediamente 13.760 tamponi giornalieri (molecolari o antigenici rapidi), pari a 2.588 per 100mila abitanti, poco sotto la media italiana di 2.871 per 100mila.
L’area con più test rispetto alla popolazione residente è ancora una volta quella nord orientale, potremmo quindi essere portati a pensare che il maggior numero di tamponi eseguiti abbia contribuito ad una maggiore emersione di contagi in quelle regioni. Va segnalato, invece, che in quelle regioni si osserva comunque una percentuale di nuovi positivi sulle persone testate con tampone diagnostico, esclusi quindi i tamponi di controllo per verificare le guarigioni, più alta rispetto al resto d’Italia. In Toscana nell’ultima settimana abbiamo avuto 8,4 nuovi positivi ogni 100 test diagnostici (4° regione in Italia), a fronte del 15,7% in Italia e del 78,6% della P.A. di Bolzano, il 55% della P.A. di Trento o il 37,9% del Veneto.

Figura 3. Tamponi (molecolari e/o rapidi) nell’ultima settimana – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

fig3 appr voller 29gen

Prosegue, pur lentamente, l’alleggerimento della pressione sugli ospedali. Nell’ultimo mese siamo passati dai 1.054 pazienti ricoverati del 28 dicembre ai 772 del 28 gennaio (-27%). Ricordiamo che a metà novembre, avevamo raggiunto il picco della seconda ondata, con 2.101 persone ricoverate.
La Toscana è tra le quattro regioni che hanno diminuito maggiormente il numero di ricoverati rispetto alla popolazione residente, con una riduzione di circa 7,1 pazienti ogni 100mila abitanti (figura 4). Nello stesso periodo in Italia la riduzione è stata del 5,3 per 100mila. In controtendenza, rispetto alla generale riduzione, troviamo 5 regioni, in particolare Umbria, Sicilia e Marche, che mostrano aumenti più consistenti dei pazienti ricoverati in reparti Covid19.

Figura 4. Persone ricoverate in reparti Covid19, differenza nell’ultimo mese – Saldo di persone ricoverate per 100mila abitanti – Regioni italiane

fig4 appr voller 29gen
Considerazioni analoghe valgono per l’impegno delle terapie intensive. Dopo aver raggiunto il picco di 298 posti letto occupati a metà novembre in Toscana, il numero è sceso a 164 il 28 dicembre, fino a raggiungere i 100 attuali. Nell’ultimo mese quindi la riduzione è stata del 39%. Ci manteniamo ben al di sotto della soglia ministeriale di allerta fissata al 30% dei posti letto disponibili, considerando che è di circa 550 la disponibilità in regione.
La riduzione osservata in Toscana è seconda solo a quella del Veneto (figura 5). Sono 1,53 pazienti ricoverati in meno ogni 100mila abitanti nell’ultimo mese, a fronte di una media italiana di 0,44 per 100mila. Vediamo come, anche in questo caso, vi siano però segnali di aumento in diverse regioni, Valle d’Aosta, Umbria, Sicilia e Puglia in particolare.

Figura 5. Persone ricoverate in reparti di terapia intensiva Covid19, differenza nell’ultimo mese – Saldo di persone ricoverate per 100mila abitanti – Regioni italiane

fig5 appr voller 29gen
Contestualmente alla riduzione della pressione sugli ospedali si osserva l’aumento delle persone considerate guarite dalla malattia, dimesse dal ricovero senza più sintomi, con risultato negativo al tampone di controllo o per il trascorrere dei giorni senza sintomi necessari. La Toscana si conferma la seconda regione per percentuale di persone dichiarate già guarite dalla malattia in questa seconda ondata (dal 1° settembre a oggi), pari al 91,6%, a fronte della media italiana del 77,6% (figura 6).
Abbiamo ricordato negli scorsi approfondimenti, e sottolineiamo ancora una volta, il ruolo che potrebbero aver giocato le modifiche introdotte nei criteri per considerare un paziente come guarito dal Covid19 (riduzione da due a un solo tampone negativo, presenza di più giorni senza sintomi anche senza un risultato negativo al tampone). La capacità di contatto con i servizi e la tempestività nell’invio dei referti, infatti, possono aver favorito le regioni con servizi sanitari più efficienti e tempestivi.

Figura 6. Persone guarite dal Covid19 nella seconda ondata (dal 1° settembre 2020) – Numero per 100 positivi emersi – Regioni italiane

fig6 appr voller 29gen

Infine, abbiamo più volte ricordato nei report delle settimane scorse, la maggior mortalità che ha contraddistinto la seconda ondata rispetto a quella di marzo-aprile 2020, in tutto il paese, in particolare in quelle regioni che durante la prima ondata erano state probabilmente protette dall’introduzione del lockdown a livello nazionale.
In Toscana alla fine di giugno si contavano 1.100 decessi, avvenuti in gran parte tra marzo e la prima parte di maggio, mentre nei 5 mesi da settembre a oggi sono purtroppo decedute 3.004 persone, quasi il triplo.
La situazione prosegue a migliorare leggermente, ma molto lentamente, con una curva dei decessi che tende ad abbassarsi, con il ritardo di circa due settimane che abbiamo imparato ad osservare rispetto a quella dei nuovi contagi. Proprio per questo però, vista la stabilità dei contagi da circa 3 settimane, ci aspettiamo che anche i decessi tendano a stabilizzarsi su questi valori nelle settimane che seguiranno a breve.
Dal 28 dicembre i deceduti in Toscana sono stati 13,8 per 100mila abitanti, a fronte di una media italiana di 24 per 100mila (figura 7). A conferma di quanto detto inizialmente, l’area più colpita è ancora una volta quella nord orientale del paese, le regioni che hanno avuto recentemente un maggior numero di contagi nella popolazione (Friuli V.G., Veneto in primis).

Figura 7. Persone decedute per Covid19 nell’ultimo mese – Numero per 100mila abitanti – Regioni italiane

fig7 appr voller 29gen
Conclusione
I dati degli ultimi 30 giorni ci consegnano ancora la Toscana come la regione con il più basso tasso medio per 100.000 di casi positivi al Sars Cov-2 in Italia. Nell’ultima settimana stiamo assistendo ad un incremento di circa il 25% dei casi rispetto alla settimana precedente, frutto molto probabilmente della permanenza per la terza settimana in zona gialla e della maggiore e conseguente mobilità sul territorio della popolazione toscana dovuta alla riapertura delle attività commerciali ed al ritorno in presenza sui luoghi di lavoro. Questo però non sta portando la nostra regione in una zona di criticità, rimanendo sempre molto al di sotto del tasso medio settimanale italiano (la terzultima regione).
Per ora non si nota un aumento delle positività nell’età scolare, tranne che nella fascia 3-5 anni, che sappiamo gioca un ruolo nella trasmissione dell’infezione assai limitato nei confronti ad esempio della fascia adolescenziale. In questa fase sembrano essere la fascia d’età adulta e matura a sostenere (20-45 anni) l’incremento totale descritto e quindi un richiamo di maggiore attenzione alla frequentazioni sociali e sui luoghi di lavoro al distanziamento ed al corretto mascherina pare necessario.
Per un maggior controllo della circolazione del virus si sono ormai avviate da giorni le campagne Territori e Scuole Sicure promosse ed organizzate da Regione Toscana tramite l’assessorato alla Salute e assessorato all’Istruzione con la collaborazione attiva di Asl, Anci, Upi, Ars e delle più importanti organizzazioni di volontariato. Il compito è per la prima di provare a “spengere” eventuali focolai che possono nascere in comuni di media e piccola dimensione, intervenendo entro tre giorni dall’emersione del problema attraverso uno screening di massa utilizzando test antigenici di terza generazione, l’altra è una campagna di monitoraggio continuativa su di un campione di studenti di tutti gli istituti di scuola secondaria della nostra regione utilizzando gli stessi tipi di test. Sono 5 i comuni sottoposti a screening in 20 giorni ed un buon numero di scuole che hanno avviato la campagna.
Non sappiamo se queste azioni (ed i dati mostrati) basteranno nelle prossime settimana a mantenere la regione in zona gialla, perché il contenuto aumento dei casi potrebbe portare, attraverso la sua quota sintomatica, l’indice di contagiosità RT sopra 1.
Il tasso per 100.000 dei ricoveri totali in Toscana continua a scendere, anche se molto lentamente come abbiamo imparato a conoscere, a causa delle degenza media della malattia. Lo stesso andamento avviene anche per ricoveri in terapia intensiva, dove è apprezzabile il costante ritmo in discesa del numero di nuove ammissioni in quel reparto. Questi sono gli indicatori fondamentali assieme al numero di decessi per tenere sotto controllo gli effetti della diffusione della pandemia,e proprio il numero di decessi ha ricominciato a decrescere in Toscana in modo più forte che nelle altre regioni, questo è dovuto essenzialmente alla quota di over 70 anni che ogni giorno entrano a far parte della casistica degli infetti e che finalmente negli ultimi 15 giorni sta diminuendo.

Inutile sottolineare che ricoveri e decessi cominceranno decisamente a scendere quanto più la vaccinazione per il Covid-19, partita il 27 dicembre, avrà effetto sulla popolazione. La Toscana è la quarta regione per dosi somministrate in Italia: più di 75.000 tra operatori sanitari ed ospiti delle RSA (quasi il 13% del totale) sono stati vaccinati con la prima dose, mentre, tra questi, sono già più di 30.000 le persone che hanno goduto della vaccinazione completa (più di 5500 le persone ospiti delle RSA). In questo senso purtroppo lo stop alle forniture ha dato un brusco rallentamento al ritmo che il sistema sanitario regionale aveva impresso, ma rimane apprezzabile, a differenza di molte altre regioni, la scelta di aver nettamente privilegiato la vaccinazione degli ospiti delle RSA, luoghi colpiti dal contagio anche durante la seconda ondata.

La questione delle autorizzazioni (Astazeneca) e l’affacciarsi di molti vaccini in fase 3 con risultati promettenti ci fanno vedere con ottimismo al futuro in senso generale per l’uscita dalla pandemia, anche se purtroppo fanno rivedere i tempi in cui si potrà arrivare se non all’immunità di gregge almeno ad aver coperto tutte le fasce a rischio (anziani e malati cronici oltre a d alcune categorie professionali).

Ci attendono almeno 4 mesi di dura lotta contro il virus nel tentativo di convivere contemperando necessità assolute di salute e di organizzazione sanitaria a quelle più strettamente legate al modo economico e produttivo. Una sfida non facile che ci potrebbe vedere ancora costretti ad usare limitazioni ad “elastico”. Il sistema regionale pare aver messo in campo uno sforzo non indifferente per contenere il contagio. Le prossime due settimane ci diranno molto per valutare ad esempio l’impatto complessivo dell’apertura delle scuole superiori.

In conclusione se nell’ultimo approfondimento di due settimane fa avevamo parlato delle 4 T (testare, tempestivamente, tracciare e trattare) e della V (vaccinare) ci pare opportuno inserire una S (sequenziamento), e quindi auspicare un incremento della possibilità di sequenziare il virus, un’azione che pare fondamentale per provare ad intercettare eventuali varianti più contagiose che stanno avendo un ruolo importante nella ripresa del contagio in UK e in altri paesi appartenenti alla Comunità europea.


A cura di: Fabio Voller, Francesco Profili, Simone Bartolacci, Marco Santini, Matilde Razzanelli, Agenzia regionale di sanità della Toscana

Per altri dati di dettaglio sulla situazione in Toscana, consulta la nostra piattaforma dati coronavirus:

banner banca dati ars coronavirus3




Per approfondire

box sezione tematica nuovo coronavirus