TIRRENO GROSSETO 23 gennaio 2015 pag. XI Santa Fiora, s'indaga sull'aumento della mortalità e se c'entra la geotermia
Perché si muore di più in Amiata, rispetto al resto della Toscana? II perché dell'eccesso di mortalità del 14% a cui ancora non sono state date risposte esaustive nonostante studi e ricerche, lo dirà un pull di ricercatori e di esperti. Col supporto istituzionale. È stato, infatti, istituito, in Amiata, a Santa Fiora, l'osservatorio permanente sulla salute dei cittadini. Come preannunciato da tempo, e come richiesto a gran voce da comitati antigeotermici e abitanti "geotermici", prende il via il nuovo step del progetto di ricerca "Geotermia e salute", con un osservatorio speciale, una sorta di radar sulla salute, coordinato da Ars Toscana, in collaborazione con enti e istituti toscani, Arpat, Cnr, Asl, medici di base e pediatri delle zone interessate.
L'osservatorio avrà una sede materiale e stabile nel comune di Santa Fiora (sportello aperto, figure professionali competenti a disposizione), ma atti, iniziative e risultati potranno essere visionabili sul portale "Geotermia e salute" nel sito www.ars.toscana.it. L'annuncio della nascita dell'osservatorio l'hanno dato ieri mattina i dirigenti di Ars, Arpat, Asl, e i sindaci di Santa Fiora, Castel del Piano, Arcidosso, Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio, nel corso di una conferenza stampa.
Le finalità dell'osservatorio e l'importanza del progetto geotermia e salute lo ha illustrato Francesco Cipriani di Ars, che ha ricordato che dall'indagine precedente messa in campo dalla Regione, si è rilevato che nei comuni geotermici amiatini c'è una mortalità in eccesso, in specie maschile, del 14%.
«Questo progetto - ha spiegato - promosso dalla Regione e finanziato con 840.000 euro per tre anni, fa seguito alle precedenti indagini condotte in collaborazione col Cnr di Pisa. I risultati raccolti finora non hanno rilevato correlazioni dimostrabili fra lo stato di salute dei cittadini e la geotermia, lasciando aperta l'ipotesi che le criticità rilevate possano dipendere da un mix di fattori. Dunque la nuova indagine epidemiologica, che comincia da subito, ci permetterà di approfondire vari fattori di rischio, legati a storie di vita personali e condizioni familiari».
Rispetto al passato, quando si è lavorato solo su documenti e archivi sanitari, cambia l'approccio metodologico. Non saranno usati solo dati sanitari esistenti ma saranno messe in campo indagini mirate: «Biomonitoraggio - spiega Cipriani - visite mediche, esami clinici, questionari, analisi aria, acqua e rilevazioni nelle case dei soggetti rappresentativi presi a campione. Analizzeremo anche la salute degli animali e gli alimenti prodotti. L'indagine sarà estesa anche ai comuni non geotermici». L'obiettivo è rispondere alla domanda: se non è responsabile la geotermia, di chi è la responsabilità di eccesso di mortalità nell'Amiata? «Come in passato spiega Cipriani - collaboreremo con le università e abbiamo intenzione di avviare una collaborazione con ricercatori esteri nella stessa materia, per esempio con Michael Bates e Bruce Reed, che da anni portano avanti una ricerca sugli effetti dell'esposizione cronica a basse concentrazioni di vapori di acido solfidrico nell'area geotermica neozelandese di Rotorua». Primi risultati fra sei mesi. Per diffonderli, previste iniziative pubbliche.