Mortalità generale in Italia e in Toscana nel biennio 2020-21

a cura di: D. Nuvolone


La quarta ondata pandemica sostenuta dall’alta contagiosità della variante Omicron mostra da diversi giorni una tendenza alla flessione, sia dei nuovi contagi sia del carico sui servizi ospedalieri.

Il numero dei decessi Covid-19, come ormai abbiamo imparato in questi due anni, è l’indicatore che scenderà per ultimo, avendo una latenza di più giorni rispetto a contagi e ricoveri. Questo elemento riapre, soprattutto a livello mediatico, accese discussioni sull’elevata mortalità Covid-19 in Italia.

Più volte abbiamo evidenziato che riferirsi unicamente ai dati di mortalità Covid-19, soprattutto quando si vanno a fare confronti tra i diversi Paesi, può portare a letture distorte del reale impatto della pandemia sulla mortalità della popolazione.

In Italia l’ISS ha stabilito i criteri di definizione dei decessi Covid-19 individuando i seguenti elementi necessari: decesso occorso in un paziente definibile come caso confermato di Covid-19 (tampone positivo), presenza di un quadro clinico suggestivo di Covid-19, assenza di una chiara causa di morte diversa da Covid-19 o comunque non riconducibile all’infezione da SARS-CoV-2 (es. trauma), assenza di periodo di recupero clinico completo tra la malattia e il decesso. Al netto di questa chiara definizione, non si può escludere del tutto una possibile introduzione di una misclassificazione legata alla diversa sensibilità dei medici che certificano la causa di morte, soprattutto nei soggetti ad elevata coomorbidità. Ciò è ancora più determinate nel caso in cui si tenta di confrontare la mortalità Covid-19 tra i vari Paesi, tra i quali evidentemente la certificazione della causa di morte è soggetta a maggiore disomogeneità.

Per questi motivi, il metodo che più di tutti fornisce una stima più affidabile e meno distorta dell’impatto di Covid-19 è analizzare gli eccessi di mortalità, ovvero confrontare i livelli di mortalità generale, per qualsiasi causa e non solo per Covid-19, nei due anni di pandemia rispetto ai livelli di mortalità osservati negli anni precedenti. Del resto questo indicatore da conto non solo della mortalità diretta causata da Covid-19, ma anche di quella legata a fattori indiretti come, ad esempio, il ridotto accesso ai servizi di emergenza-urgenza per eventi cardiovascolari (infarto o ictus) o per la minore attenzione ai malati cronici (pazienti oncologici e non).

Nelle prime fasi più acute del 2020 l’eccesso di mortalità è stato utile anche per quantificare la quota di mortalità Covid-19 “nascosta”, ovvero quella sfuggita alle statistiche ufficiali per mancata esecuzione dei tamponi.

Fin dai primi mesi della pandemia l’ISTAT ha messo a disposizione i dati di mortalità per consentire la diffusione di informazioni utili alla comprensione della situazione legata all’emergenza sanitaria. Si tratta dei dati relativi al numero totale di decessi per qualunque causa, su base giornaliera e distinti per genere e classe d’età, registrati nei comuni italiani. Ad oggi sono disponibili i dati dei decessi a livello nazionale stimati al 31 dicembre 2021. Per il livello provinciale e comunale sono al momento disponibili i dati aggiornati al 30 novembre 2021. ISTAT mette a disposizione la serie storica dei decessi giornalieri dal 2011, ma il periodo 2015-2019 è quello che, in linea con le pubblicazioni ISTAT, viene assunto come riferimento per la valutazione dell’eccesso di mortalità per gli anni 2020 e 2021.

Complessivamente in Italia nel 2020 i decessi totali sono stati 764.146, ovvero 100.526 in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti, pari ad un eccesso del +15,6%, il dato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra (Figura 1). Nel 2021 l’eccesso di mortalità è stato più contenuto, circa 59mila decessi in più pari al +9,2%.

Figura 1: Variazioni percentuali dei decessi nel 2020 e 2021, rispetto al quinquennio 2015-2019. Confronto tra le regioni italiane.
mortalita istat 4feb fig1Nel 2020 è il Nord Italia a registrare l’eccesso di mortalità più alto, +24,6%, ed in particolare la Lombardia (+36,6%), mentre la Toscana nel 2020 registra un +8,6%, pari a circa 3800 decessi in più rispetto al periodo di riferimento, un dato sostanzialmente in linea con la media delle regioni del Centro Italia (+7,5%). Nel 2021 si nota una maggiore omogeneità tra Nord, Centro e Sud Italia: l’eccesso di mortalità più alto si registra in Puglia (+17,7%) mentre le regioni del Nord, più colpite nella prima fase epidemica, mostrano nel 2021 una netta flessione dell’eccesso di mortalità.

Questo andamento è spiegato per buona parte dalla differente velocità delle campagne di vaccinazioni anti-Covid che ha caratterizzato le regioni del Nord e del Centro rispetto a quelle del Sud. Anche in Toscana nel 2021 l’impatto di Covid-19 sulla mortalità è leggermente più basso rispetto al 2020: si registrano 3321 decessi in più rispetto al 2015-2019, pari a +7,5%, una diminuzione dell’eccesso più contenuta rispetto alla media italiana. La forte eterogeneità geografica degli eccessi di mortalità tra le varie ondate pandemiche è ancora più evidente nella distribuzione per provincia (Figura 2): nel 2020 le province più colpite sono Bergamo, Cremona e Lodi; nel 2021 le province di Bari, Taranto e Prato mostrano gli eccessi di mortalità più alti, anche se su livelli più contenuti rispetto al 2020.

Figura 2: Variazioni percentuali dei decessi nel 2020 (mappa a sinistra) e nel 2021 (periodo gennaio-novembre 2021, mappa a destra), rispetto al quinquennio 2015-2019. Confronto tra le province italiane.
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* si riferisce al periodo gennaio-novembre

Se si confrontano gli eccessi di mortalità osservati nei mesi tra gennaio 2020 e novembre 2021 nei vari Paesi europei (dati provvisori EUROSTAT, EU-27) l’Italia mostra complessivamente un andamento in linea con la media EU-27 (Figura 3). Solo nella prima fase epidemica (marzo-aprile 2020), quando l’Italia fu il primo Paese europeo ad essere investito dalla pandemia, gli eccessi di mortalità mostrano, insieme a Spagna e Belgio, valori più alti della media europea. Negli ultimi mesi considerati, da agosto a novembre 2021, l’Italia si pone su valori al di sotto della media EU.

Figura 3: Variazioni percentuali mensili dei decessi da gennaio 2020 a novembre 2021. Confronto tra Stati europei. Fonte EUROSTAT (aggiornamento 14/01/2022), periodo di riferimento 2016-2019.
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Tornano al confronto Toscana-Italia (Figura 4), sia nel 2020 che nel 2021, l’impatto del Covid-19 sulla mortalità è stato più forte negli uomini rispetto alle donne, sia a livello nazionale che regionale toscano. In tutte le fasi pandemiche l’eccesso di mortalità negli uomini è più alto, ad eccezione della fase di transizione dell’estate 2020, in cui le donne hanno sperimentato una mortalità più alta, presumibilmente legata alle ondate di calore.

Figura 4: Variazioni percentuali dei decessi per genere nelle varie fasi pandemiche: confronto tra Toscana e Italia.
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Relativamente alla distribuzione per classi di età, nel 2020 è sui più anziani (ultraottantenni) che la pandemia determina un impatto maggiore in termini di mortalità: l’eccesso di mortalità è del +18,7% in Italia e del +10,9% in Toscana (Figura 5). Minori ma comunque rilevanti anche gli eccessi nelle classi d’età 65-79 anni (+12,2% in Italia e +5,2% in Toscana) e 50-64 anni (+10,3% in Italia e +3,4% in Toscana). Nel 2021 diminuisce significativamente, sia a livello nazionale che in Toscana, l’impatto sui più anziani e aumenta, soprattutto in Toscana, la quota di eccesso di mortalità nella classe 50-64 anni. Sia nel 2020 che nel 2021 la mortalità nella classe 0-49 anni è più bassa rispetto ai livelli del quinquennio precedente.

Figura 5: Variazioni percentuali dei decessi per classi d’età: confronto tra Toscana e Italia.
mortalita istat 4feb fig5* si riferisce al periodo gennaio-novembre

Anche a livello intra-regionale toscano, si osserva una forte disomogeneità geografica, mostrata nella differenziazione per provincia (Figura 6) e per zone distretto (Figura 7). La provincia di Massa-Carrara presenta nel 2020 l’incremento più alto, +15,9%, seguita da Prato (+12%) e Firenze (+10,2%). Le zone distretto con incrementi di mortalità più alti sono le Apuane, la Val Tiberina e la Fiorentina Nord-Ovest. Il valore più basso si registra nella provincia di Siena (+1,4%). Nel 2021 (gennaio-novembre) sono, invece, le province di Prato (+22,2%) e Pistoia (+17,4%), in particolare la zona distretto della Val di Nievole, a mostrare eccessi di mortalità più alti rispetto alle altre province toscane.

Figura 6: Variazioni percentuali dei decessi nel 2020 e nel 2021, rispetto al quinquennio 2015-2019. Confronto tra le province della Toscana.

mortalita istat 4feb fig6* si riferisce al periodo gennaio-novembre

Figura 7: Distribuzione spaziale per zona distretto delle variazioni percentuali della mortalità nel 2020 (mappa a sinistra) e nel 2021 (periodo gennaio-novembre, mappa a destra).
mortalita istat 4feb fig7Si riporta, infine, per la Toscana una valutazione sul confronto tra i decessi Covid-19 e gli eccessi di mortalità totale. L’informazione sui decessi Covid-19 deriva dalle segnalazioni raccolte e centralizzate dalle Regioni in merito ai decessi dichiarati come Covid-19 attribuibili e trasmesse entro le ore 14 ogni giorno alla Protezione Civile.

Complessivamente nel 2020 in Toscana sono stati notificati 3673 decessi Covid-19, che rappresentano il 7,6% dei decessi totali e il 96,1% dell’eccesso di mortalità (Figura 8). Nel 2021 i decessi Covid-19 sono stati 3606, pari al 9,7% della mortalità totale e circa il 20% in più dell’eccesso di mortalità. Quest’ultimo dato suggerisce che la maggiore mortalità causata da Covid-19 è stata controbilanciata da una diminuzione della mortalità per altre cause, come ad esempio l’influenza, e comunque da un cosiddetto effetto “harvesting”, ovvero dal fatto che la pandemia ha anticipato una quota di decessi, soprattutto tra i più anziani e fragili, che comunque erano attesi nel breve periodo.
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A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana