Fragilità, un invito all’azione


immagine Fragilità, un invito all’azioneARS SEGNALA - 06/09/2013
Recentemente un gruppo di esperti internazionali, afferenti alle principali organizzazioni sanitarie americane ed europee, si è riunito per discutere di “fragilità”. Obiettivo dell’incontro: giungere ad una definizione univoca del fenomeno e condividere possibili interventi di prevenzione. I risultati sono stati pubblicati nel giugno scorso sul Journal of the American Medical Directors Association (JAMDA).

Generalmente con il termine fragilità viene descritta una condizione di vulnerabilità dell’anziano, caratterizzata da un elevato rischio di evento sanitario avverso (fratture, ospedalizzazioni) o addirittura di morte, nel caso incorrano particolari agenti stressanti. La fragilità può essere esclusivamente fisica, psicologica o una combinazione delle due. Ciò ha reso finora difficile una definizione univoca e ha incentivato il proliferare di scale e metodi di classificazione. Gli interventi di prevenzione nei soggetti fragili possono ridurre il rischio di peggioramento delle condizioni psico-fisiche, che potrebbero portare l’anziano alla non autosufficienza con un conseguente aumento dell’impatto sui servizi sociosanitari, in termini di utilizzo di risorse comunitarie, ospedalizzazione e cure domiciliari.

I 4 punti che hanno trovato unanime consenso tra i partecipanti al gruppo di lavoro
La definizione di fragilità
Sindrome medica che presenta molteplici cause e fattori, caratterizzata da una riduzione della forza, della resistenza e delle funzioni fisiologiche, nonché da un’elevata vulnerabilità per lo sviluppo di non autosufficienza o decesso.

Strumenti di screening
È possibile definire strumenti di screening della fragilità per individuare con sufficiente precisione l’anziano fragile.

La fragilità fisica è una condizione gestibile
Vi sono quattro possibili interventi di prevenzione di provata efficacia:
1. esercizio fisico (resistenza ed aerobico)
2. supporto calorico e proteico
3. vitamina D
4. riduzione del numero di farmaci evitabili
Questi interventi sono in grado di ridurre il rischio di cadute, fratture di femore, ospedalizzazione, eccesiva perdita di peso e mortalità.

Gli ultra70enni i più esposti
Dopo i 70 anni dovrebbero essere attivati interventi di sorveglianza caratterizzati da screening per individuare precocemente i fragili ed intervenire per prevenire la disabilità.

Fragilità: quali sono i progetti in Toscana?
La Regione Toscana ha da tempo affrontato il tema della fragilità, attivando un tavolo regionale e approvando le Linee guida sulla fragilità in Consiglio sanitario regionale. Il documento fornisce indicazioni utili alle Aziende sanitarie per l’individuazione degli anziani fragili e l’attivazione di interventi di prevenzione.

L’ARS ha da poco concluso un progetto in due Società della salute (SdS) della Toscana (Fiorentina Sud-Est e Valdichiana senese) che aveva come obiettivo lo screening della fragilità nella popolazione anziana residente, la valutazione funzionale e sociale e l’attivazione di interventi di prevenzione della disabilità con la collaborazione dei medici di famiglia. Sono stati circa 16.000 gli anziani contattati, quasi 2.600 valutati, la metà dei quali è risultata fragile secondo i criteri adottati.

L’attività dell’Agenzia sul tema va avanti. Attualmente lo stesso gruppo di lavoro, composto dai ricercatori dell’Università di Firenze, dell’Azienda sanitaria di Firenze (ASF), dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S.) e delle due SdS, sta lavorando alla validazione dello strumento di identificazione della fragilità adottato nella sperimentazione, ovvero un questionario a risposta chiusa composto da semplici domande in grado di rilevare i possibili fattori di rischio (sociali, sanitari o funzionali) presenti. Inoltre, la coorte di anziani individuata durante la sperimentazione sarà oggetto di monitoraggio per la verifica dell’evoluzione del fenomeno e dell’efficacia degli interventi di prevenzione della disabilità attivati.


Per approfondire