ARS NEWS - 12/03/2013
Si è concluso con la presentazione dei
risultati nel
convegno del 1 marzo a Roma, il progetto CCM 2009
La prevenzione della disabilità nell’anziano ad alto rischio di declino funzionale, a cui l’
ARS ha partecipato guidando il
gruppo di lavoro formato dall’Università degli studi di Firenze, dall’Azienda sanitaria di Firenze, dalle Società della salute (SdS) Fiorentina sud-est e Valdichiana senese e dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S.).
Al centro del progetto il tema della
fragilità e della
prevenzione della disabilità negli anziani fragili.
Chi sono gli anziani fragili? Un anziano ancora autosufficiente nelle proprie attività della vita quotidiana, ma con alcune criticità che lo pongono a maggior rischio, rispetto ai propri coetanei, di diventare disabile e non autosufficiente, è un anziano fragile. Questi soggetti vivono una situazione di equilibrio precario e costituiscono il target prioritario della prevenzione della disabilità.
Gli interventi più efficaci in questo senso sono quelli che stimolano l’attività fisica e la socializzazione, come corsi di ginnastica o attività finalizzate all’invecchiamento attivo. Queste iniziative sono legate all’offerta sul territorio. In Toscana sono presenti ormai ovunque corsi di
attività fisica adattata (A.F.A.), mentre è eterogenea la progettualità che cerca di valorizzare l’anziano (risorsa per la comunità) e stimolarne l’
attività socio-ricreativa.
L’ARS ha portato il proprio contributo al convegno conclusivo con due interventi, che illustrano gli obiettivi principali del progetto, gli strumenti definiti e le pratiche adottate per la loro sperimentazione: in particolare il
percorso di
identificazione dell’anziano fragile sperimentato nei territori delle due SdS toscane coinvolte.
Il percorso ha inizio con un primo contatto tramite un semplice
questionario postale a risposta chiusa. Il questionario permette lo screening della fragilità sulla presenza di determinati
fattori di rischio legati alle capacità motorie, cognitive, a malattie croniche o alla copertura sociale. Sono quindi valutati tramite visita multidimensionale coloro che al questionario risultano potenzialmente fragili. La condizione di
fragilità si conferma in sede di visita se l’anziano è autosufficiente, ma con
almeno 3 tra le seguenti
criticità: ridotta forza muscolare, ridotta attività fisica, ridotta velocità del cammino, perdita di peso involontaria, facile affaticabilità (Fried LP, et al.
Frailty in older adults: evidence for a phenotype. J Gerontol Biol Sci Med Sci 2001 Mar; 56: M146-56).
Il medico curante e i servizi sociali, qualora siano emerse anche problematiche di tipo sociale, riceveranno in seguito una sintetica scheda riassuntiva che raccoglie i risultati della visita multidimensionale.
Il processo ha l’obiettivo di
identificare la persona fragile, farne emergere le principali criticità e fornire queste informazioni ai medici di medicina generale e agli operatori sociali affinché sappiano individuare gli interventi efficaci per prevenire la non autosufficienza.
In totale durante la sperimentazione sono stati
contattati circa 16.000 anziani, dei quali 8.000 hanno partecipato rispondendo al questionario postale. I valutati sono stati quasi 2.600 e circa
1.300 i fragili secondo i criteri adottati.
I dati raccolti costituiscono una preziosa base informativa per approfondire il tema della fragilità e verificare nel tempo l’efficacia degli interventi di prevenzione. Il progetto apre la strada a successive analisi nell’ambito della prevenzione della non autosufficienza, un tema al quale la Regione Toscana ha dimostrato particolare interesse. Sono di recente approvazione, infatti, le
Linee guida sulla fragilità a cura del Consiglio Sanitario Regionale, che raccolgono buone pratiche in questo ambito, recependo molti spunti dall’esperienza del progetto CCM.
Per approfondire: