Da tempo la dieta mediterranea viene considerata come un regime alimentare ottimale per il mantenimento della salute e la
prevenzione delle malattie croniche, ma in tempi di crisi economica può risultare difficile seguire le nostre tradizioni alimentari.
{slider=Che cosa s'intende per "dieta mediterranea"?}Un modello nutrizionale tradizionalmente seguito nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, caratterizzato da elevato apporto di verdure, legumi, frutta fresca e secca e cereali (che in passato erano in gran parte non raffinati), consumo di olio d'oliva come principale fonte di lipidi, moderato consumo di pesce (a seconda della vicinanza del mare) e prodotti lattiero-caseari, basso apporto di carne e pollame, e una regolare assunzione, ma moderata, di vino rosso e in genere durante i pasti.{/slider}
La validità del modello mediterraneoLe prime evidenze emersero nello
studio longitudinale Seven Countries, iniziato nel 1958 e proseguito per 25 anni, che esaminò la relazione tra stile di vita, dieta e cardiopatia coronarica in gruppi di popolazioni provenienti da diverse regioni del mondo: Stati Uniti, Finlandia, Olanda, Italia, ex Yugoslavia, Grecia e Giappone. Le popolazioni più protette risultarono quelle dei paesi dell’Europa meridionale e del Giappone.
La ricerca evidenziò che il
pattern dietetico era un determinante importante delle differenze di mortalità per
cardiopatia coronarica: quello caratterizzato da burro, latticini e prodotti animali era associato ad un’alta mortalità, mentre il consumo di cereali, legumi, vegetali, pesce, olio e vino era associato ad una bassa mortalità (Menotti A, Kromhout D, Blackburn H, et al.
Food intake patterns and 25-year mortality from coronary heart disease: cross-cultural correlations in the Seven Countries Study. Eur J Epidemiol. 1999).
Negli anni, la letteratura si è arricchita di molti lavori. Una recente sintesi sistematica dei numerosi studi pubblicati sulla relazione tra aderenza alla dieta mediterranea ed esiti per la salute conferma la
protezione nei confronti delle più importanti
malattie croniche degenerative, con una riduzione di incidenza o morte per malattie cardio- e cerebro-vascolari e neoplasie e di incidenza di malattie neurodegenerative (Sofi F, Abbate R, Gensini GF, Casini A.
Accruing evidence on benefits of adherence to the Mediterranean diet on health: an updated systematic review and meta-analysis. Am J Clin Nutr. 2010).
Nel 2010, la
dieta mediterranea è stata iscritta nella
Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell’
UNESCO, nell’ampia accezione di insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e competenze legate alla raccolta, conservazione, preparazione del cibo tramandate di generazione in generazione.
Il reddito come fattore determinante nelle scelte alimentariTuttavia, le ricerche ci indicano che
l’adozione di uno stile di vita salutare, come il modello alimentare mediterraneo,
può essere condizionata da diversi fattori.
È questo il caso di un recente studio realizzato in Italia che esamina l’associazione tra
lo stato socioeconomico, identificato dal livello di reddito e di istruzione, l’aderenza alla dieta mediterranea e la prevalenza di obesità (Bonaccio M, Bonanni AE, Di Castelnuovo A, et al.
Low income is associated with poor adherence to a Mediterranean diet and a higher prevalence of obesity: cross-sectional results from the Moli-sani study. BMJ Open. 2012). La ricerca è stata condotta in un campione di popolazione del Molise (13.262 soggetti di età pari o superiore a 35 anni). È risultato che
i soggetti con maggior reddito hanno una maggiore aderenza allo stile alimentare mediterraneo, valutato con specifici punteggi ottenuti utilizzando indici di adesione differenti. In particolare, i soggetti nella fascia più alta di reddito hanno il 54% o il 72% di probabilità in più (a seconda dell’indice usato) di posizionarsi nella fascia di alta adesione alla dieta mediterranea. Suddividendo i partecipanti allo studio in fasce definite dal livello di istruzione, è emersa una maggiore aderenza alla dieta mediterranea nei più istruiti. Inoltre, anche
all’interno di ogni gruppo di diverso livello di istruzione è sempre il reddito che influenza l’aderenza alla dieta mediterranea. Infine, nei soggetti con reddito più alto si osserva una minore prevalenza di obesità rispetto ai meno agiati (20% vs 36%), anche se questa relazione non sembra legata alla qualità della dieta.
Il reddito, in sintesi, gioca un ruolo fondamentale nel determinare le scelte alimentari degli individui, favorendo i più abbienti nel compiere scelte alimentari più sane. Questo risultato, commentano gli autori, può essere in parte spiegato dal fatto che
la dieta mediterranea risulta più dispendiosa rispetto, ad esempio, al sempre più diffuso pattern alimentare occidentale, ricco in cereali raffinati, grassi saturi, zuccheri e carni rosse. Il costo può rappresentare, pertanto, un forte ostacolo alla diffusione di una dieta più salutare. Tuttavia, occorre evidenziare il vantaggio economico del modello alimentare mediterraneo in termini di
costo-efficacia. Oltre a dimostrare e diffondere i benefici per la salute apportati dal modello alimentare mediterraneo, risulta fondamentale
mettere in grado gli individui di poter scegliere di aderire a questo pattern dietetico.