Quanto è diffusa l’abitudine al fumo? In occasione della giornata mondiale senza tabacco 2024 ripercorriamo le abitudini dei toscani e degli italiani

a cura di: S. Olivadoti, F. Voller


30/5/2024
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare e in Italia è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura.
Indice
Introduzione
Il contrasto al tabagismo nella Regione Toscana
I fumatori in Italia e in Toscana
Le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato
Le abitudini di fumo dei giovani
Attività sul territorio
Conclusioni
Fonti bibliografiche

Introduzione

In Italia si stima che circa 90mila decessi all’anno dei circa 630mila totali siano attribuibili al consumo di tabacco, con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro. Il fumo di tabacco è una causa nota o probabile di almeno 27 malattie, tra le quali broncopneumopatie croniche ostruttive e altre patologie polmonari croniche, cancro del polmone e altre forme di cancro, cardiopatie, vasculopatie. 

Il World No Tobacco Day, che si celebra ogni anno il 31 maggio, è stato indetto dall’OMS nel 1988 ed è un’importante occasione per fare il punto sulle politiche e gli interventi, messi in atto a livello internazionale, nazionale e locale, per il contrasto al tabagismo. L’OMS e i suoi partner nel mondo rinnovano in questa giornata il proprio impegno sia nella promozione di politiche in grado di ridurre il consumo di tabacco, sia nella diffusione di informazioni sui rischi legati alla salute da essi provocati.

Il tema scelto per l’edizione 2024 è Protecting children from tobacco industry interference (Proteggere i bambini dalle interferenze dell’industria del tabacco), per porre fine all’uso dannoso dei prodotti del tabacco da parte dei più giovani. L’OMS chiede ai governi di proteggere i giovani dalle tattiche predatorie del marketing del tabacco, intervenendo con politiche più restrittive. L’industria del tabacco si rivolge principalmente ai giovani per creare “clienti” a vita.

Secondo l’OMS il fumo di tabacco è la più grande minaccia per la salute e il primo fattore di rischio delle malattie croniche non trasmissibili a livello mondiale, con circa un miliardo di fumatori. Il 70% dei fumatori inizia a fumare prima dei 18 anni di età e il 94% prima dei 25 anni.

Nell’Unione europea il consumo di tabacco è responsabile di 700mila decessi ogni anno degli oltre 5 milioni totali. Circa il 50% dei fumatori muore prematuramente, con conseguente perdita media di 14 anni di vita per fumatore. Per quanto riguarda la mortalità fumo-attribuibile, com detto all’inizio, in Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93mila morti (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne) con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas).  Il 16% dei decessi negli uomini italiani è dovuto a malattie croniche attribuibili al fumo, mentre nelle donne risulta essere il 5%. Il trend è in diminuzione per la popolazione maschile, ma in aumento in quella femminile, rispecchiando gli andamenti nel tempo del consumo di tabacco.

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Il contrasto al tabagismo nella Regione Toscana

La Regione Toscana ha da sempre un’attenzione al contrasto al tabagismo, in un’ottica tesa ad assicurare sia l’osservanza dei divieti di legge e la tutela dal fumo passivo sia lo sviluppo della prevenzione primaria e del supporto alla disassuefazione. Il modello di intervento privilegiato è quello di un approccio globale intersettoriale e interdisciplinare che integra le competenze sanitarie con quelle sociali. Le norme e i vari provvedimenti regionali sono confluiti nella legge regionale 4 febbraio 2005, n. 25 - Norme in materia di tutela della salute contro i danni derivanti da fumo.

Più recentemente, il Piano regionale della prevenzione 2020-2025 ha inserito nella sua programmazione interventi di promozione della salute e prevenzione del consumo di tabacco e di tutte le altre modalità di fumo (sigarette elettroniche, e-cig…). Azioni per il contrasto al fumo sono presenti in diversi programmi del Piano, che intervengono nei diversi contesti. Tali azioni, che riprendono le linee d’indirizzo dell’OMS, mirano a sviluppare, consolidare e coordinare la rete tra gli attori coinvolti a vario titolo nella prevenzione e nel contrasto del tabagismo, rafforzando particolarmente i seguenti aspetti:

  • promozione della salute e di uno stile di vita libero dal fumo nella scuola e nei contesti extrascolastici di aggregazione giovanile, nei luoghi di lavoro, nei contesti sanitari e nella comunità in generale
  • facilitazione dell’accesso ai servizi e interventi per il trattamento del tabagismo
  • controllo del fumo passivo
  • comunicazione e formazione
La realizzazione dei programmi prevede interventi di comunicazione e sensibilizzazione, formazione degli operatori sanitari, promozione dell’applicazione della normativa sul divieto di fumo e prevenzione e ritardo dell’iniziazione e interventi a sostegno della disassuefazione.

Nel 2015 l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi ha approvato il regolamento aziendale sulla “Tutela della salute contro i danni derivanti dal fumo”, che estende il divieto di fumare in tutta l’area ospedaliera, anche negli spazi aperti. È un atto di coerenza con la mission dell’AOU Careggi, che mira alla tutela della salute dei propri utenti e dei lavoratori. L’impegno dell’AOU si è mantenuto negli anni con la programmazione di eventi formativi rivolti al personale sanitario e ai pazienti e la collaborazione con il Centro Antifumo Careggi e l’ordine dei medici di Firenze.

I servizi per le Dipendenze hanno al loro interno percorsi specifici per i tabagisti, in cui si attuano programmi per la cessazione dell’uso di tabacco che prevedono terapie farmacologiche, sostegno e monitoraggio del percorso di disassuefazione al fumo.

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I fumatori in Italia e in Toscana

I dati sulla prevalenza del fumo tra gli adulti sono raccolti annualmente dall’ISTAT con l’indagine Aspetti sulla vita quotidiana e dall’Istituto superiore di sanità con le sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento.

Nel 2023 secondo i dati ISTAT, i fumatori tra la popolazione di 14 anni e più, sono poco meno di 10 milioni, circa il 19,3% (i toscani sono circa il 18,5%), con grosse differenze di genere: sono gli uomini a fumare di più, il 22,9% vs 15,3% delle donne (Toscana: uomini 25,2%, donne 20,2%). Il fumo di tabacco è risultato più diffuso nella fascia di età tra i 25-44 anni.

Negli anni si è assistito ad una diminuzione dei fumatori passando, a livello nazionale da un 25% del 1993 al 19% del 2021, diminuzione che si è registrata anche a livello regionale, rimanendo comunque con livelli più alti della media nazionale. In Toscana siamo passati dal 27,3% del 1993 al 22% attuale.

Figura 1. Trend storico fumatori, Italia, Toscana, fonte: Multiscopo, ISTAT, 2021
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Il trend rilevato negli anni a partire dal 2014, che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene confermato nel 2021, dove si assiste ad un incremento nella percentuale delle fumatrici, con valori simili ai primi anni Novanta. Per gli uomini, invece, si assiste ad una diminuzione costante negli anni, con una riduzione di quasi 10 punti percentuali.

Figura 2. Fumatori femmine e maschi, trend storico Toscana. Fonte: Multiscopo, Istat, 2021.
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Se analizziamo il dato degli ex fumatori, emerge che coloro che dichiarano di non fumare più sono in costante aumento negli anni, questo spiegherebbe anche la diminuzione dei fumatori attuali: non sono in diminuzione i nuovi fumatori, ma sono in aumento le persone che scelgono di smettere di fumare, passando così da una categoria all’altra. In Toscana, gli ex fumatori sono passati dal 21,3% del 1993 al 26,3% del 2021. Ancora più interessante l’analisi per fasce d’età, che conferma che chi comincia a fumare presto mantiene l’abitudine stabile nel corso della propria vita ed è solo dopo i 55 anni che il dato sugli ex fumatori inizia ad aumentare. Sotto i 20 anni sono solo il 4,9% che smette di fumare, contro il 31,5% degli over 55 anni e il 37,7% degli over 65enni. Nel 1993 erano il 3,2% gli ex fumatori sotto i 20 anni.

Figura 3. Ex Fumatori Toscana, trend storico. Fonte: Multiscopo, Istat, 2021.
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L’87,9% dei fumatori toscani sono fumatori abituali, mentre il 12,1% fuma saltuariamente. In questo caso non si rilevano grosse differenze di genere, con una percentuale leggermente più alta tra le fumatrici occasionali (14,3% vs 10,1%). Se analizziamo per fasce d’età, sono i più giovani, 14-19 anni a fumare di più occasionalmente con il 43,4%, tale dato va diminuendo con l’aumentare dell’età, confermando che dalle prime sperimentazioni fatte nell’adolescenza si passa ad un’abitudine confermata e stabile nell’arco della vita.

I fumatori toscani fumano in media tra le 6 e le 10 sigarette al giorno e solo il 2% dei fumatori ne fuma più di 20 al giorno. Il totale dei giovani fumatori non fuma più di 10 sigarette al giorno. In questo caso, i toscani sono più virtuosi dei connazionali: i livelli regionali di sigarette fumate al giorno sono inferiori alla media nazionale.

Leggermente più alti i dati rilevati da PASSI. Secondo l’indagine dell’Istituto superiore di sanità i fumatori in Italia sono il 24% (nella fascia d’età 18-69 anni), l’ISS rileva anche il dato su gli ex fumatori: in Italia nel 2022 ad aver smesso di fumare sono il 17% degli italiani, mentre un 59% non ha mai fumato. I dati toscani [il campione non è del tutto rappresentativo della Regione Toscana, in quanto nel 2021 le interviste furono realizzate nella sola AUSL Toscana Sud-est. Nel 2022 invece sono rappresentate tutte e tre le AUSL] si allineano molto a quelli nazionali: sono fumatori il 23,8%, ex fumatori il 18% e non hanno mai fumato il 58,2%. Si conferma invece la graduale riduzione dei fumatori negli anni.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei fumatori toscani, abbiamo già rilevato che per la maggioranza sono uomini, appartenenti alla fascia d’età 25-34 anni e per il 29,4% sono stranieri. Si delinea anche un gradiente sociale significativo, sono infatti le persone con maggiori difficoltà economiche (38,5%) e con titolo di studio medio basso (45% tra licenza elementare e media inferiore) a fumare di più.

Figura 4. Caratteristiche dei fumatori toscani. Fonte: Passi 2021-2022
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Va infine segnalato che in Toscana il 55,7% dei fumatori ha ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un sanitario (il dato italiano si ferma al 47%).

Dai dati di PASSI d’Argento, nel biennio 2021 – 2022, il 62% degli over 65enni non fuma e solo una persona su 10 è ancora fumatore. A livello regionale sono fumatori l’8,1% degli anziani toscani, mentre sono ex fumatori il 25,8%, un valore che è rimasto stabile negli anni.

L’indagine LOST in Toscana ha indagato le abitudini e i comportamenti dei toscani e degli italiani durante il lockdown e nel periodo successivo. Le abitudini riportate in Toscana differiscono da quelle nazionali. In particolare, si osserva un incremento della prevalenza dei fumatori dal 23,8% al 25,8% nella prima rilevazione, mentre nell’ultima rilevazione la percentuale dei fumatori scende al 22,1%. A livello nazionale, durante il lockdown si è osservata una iniziale diminuzione della prevalenza dei fumatori, passando dal 23,3% al 21,9%. Successivamente, nella prima fase post pandemia si è verificato un aumento dei fumatori (24,4%), per poi tornare ai livelli pre-pandemia.

Figura 5. Prevalenza di fumatori correnti, per sesso e classe di età, Toscana. Fonte: LOST in Toscana
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Dalle analisi dello studio LOST in Italy è emerso che, durante il lockdown, il 5,5% del campione ha smesso o ridotto il fumo, mentre il 9% ha iniziato, ripreso o aumentato l’intensità del fumo. L’aver smesso o diminuito è associato alla giovane età e al fumo occasionale, invece l’aumento del consumo di sigarette durante il lockdown è maggiormente riportato tra le persone che hanno vissuto un peggioramento della qualità della vita, una riduzione della quantità di sonno e un aumento dei sintomi di ansia e depressione.

Il questionario prevedeva anche domande sull’intensità di fumo e i tentativi fatti per smettere. Dalla prima rilevazione è emerso che i rispondenti fumavano mezza sigaretta al giorno in più, rispetto a prima del lockdown, con un aumento di oltre 1 sigaretta al giorno per le persone con livello di istruzione più basso, età più avanzata, di sesso maschile ed utilizzatori di psicofarmaci. Infine, lo studio ha evidenziato che a 2 anni dalla fine della pandemia, l’intensità di fumo non era ancora tornata ai livelli pre-pandemia.

Analizzando il dato in relazione alle caratteristiche sociodemografiche, per quanto riguarda l’età, si conferma un’intensità di fumo maggiore tra le persone più anziane, mentre i fumatori lievi (<5 sigarette al giorno) sono prevalentemente più giovani. I forti fumatori (>15 sigarette al giorno) sono principalmente persone con basso titolo di studio, occupati e coniugati.

Tabella 1. Caratteristiche sociodemografiche dei fumatori per intensità di fumo, Toscana. Fonte: LOST in Toscana.
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Le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato

Un altro dato importante, di cambiamento, è l’incremento dei nuovi prodotti del tabacco. Negli ultimi anni si è registrato un aumento delle persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato e le e.cig, inoltre, il loro consumo si accompagna alla falsa percezione di consumare prodotti meno nocivi per la salute: più di una persona su tre (36,6%) le considera meno dannose delle sigarette tradizionali.

In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono il 2,4% della popolazione, ovvero circa 1.200.000 persone. Dopo un trend che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, questi nel 2022 sembrano essere di nuovo in aumento (erano il 2,5% nel 2017, 2,1% nel 2018, 1,7% nel 2019). L’81,9% di chi usa la sigaretta elettronica è anche un fumatore, dunque un consumatore duale che fuma le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig. Il 2,8% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono invece persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali.  

In Toscana i fumatori di sigarette elettroniche sono il 3%, di poco superiori le donne rispetto agli uomini (3,1% vs 2,9%). Essendo un fenomeno relativamente recente, non abbiamo grandi comparazioni negli anni, però, dal 2014 anno in cui l’Istat ha inserito la domanda, l’abitudine all’uso delle sigarette elettroniche è andato aumentando, con un calo solo nel 2020.

Figura 6. Fumatori di sigarette elettroniche, serie storica, Toscana. Fonte: Multiscopo ISTAT, 2021.
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Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato (HTP), queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmente dal 3,3% della popolazione italiana, circa 1.700.000 persone. Il loro consumo è triplicato, passando dall’ 1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022. Relativamente alla percezione del rischio per la salute derivante dall’uso delle sigarette a tabacco riscaldato, si osserva che sebbene la maggioranza dei fumatori (il 52,2%) ritenga che esse siano dannose al pari delle sigarette tradizionali, il 36,6% ritiene che lo siano meno: quest’ultima percezione si è maggiormente diffusa tra i fumatori rispetto a quanto rilevato nel 2019 (era il pensiero del 25,3% dei fumatori).  Inoltre, il 38,8% della popolazione (48,4% dei fumatori) ritiene che questa tipologia di prodotti non portino al consumo di sigarette tradizionali mentre il 26,1% degli italiani (37,2% dei fumatori) ritiene che l’esposizione passiva al consumo di sigarette a tabacco riscaldato non faccia male alla salute.

Tra i toscani usano prodotti a tabacco riscaldato circa il 3% del campione, in linea col dato nazionale e non si rilevano differenze di genere. Principalmente i fumatori di prodotti a tabacco riscaldato, anche occasionale, sono persone fino ai 44 anni d’età.

Infine, abbiamo un 1,2% dei toscani (0,5% Italia) che fuma la pipa e il 3,6% i sigari (2,5% dato italiano).

In Toscana, dai dati della sorveglianza PASSI, emerge che il 3,5% usa prodotti a tabacco riscaldato non bruciato e il 2,4% sigarette elettroniche. Sono principalmente i giovani a usare l’HTP, il 12,7% nella fascia 18-24 anni e il 4,9% tra i 25-34enni. Il 4,1% ha un’abitudine di poliuso.

L’OMS nel suo Rapporto 2019 sul tabacco WHO report on the global tobacco epidemic 2019: offer help to quit tobacco use mette sotto accusa le sigarette elettroniche. Nel report viene spiegato come questi prodotti vengano commercializzati e promossi come alternative più sane alle sigarette convenzionali, come prodotti a rischio ridotto e come aiutino a smettere di fumare, in realtà, non sono privi di rischi e l’impatto sulla salute a lungo termine e sulla mortalità è ancora sconosciuto. Ad oggi, non esistono prove indipendenti sufficienti per sostenere che l’uso di questi prodotti possa realmente aiutare le persone a smettere di usare il tabacco convenzionale. Inoltre, le prove disponibili non supportano l’affermazione dell’industria del tabacco secondo cui questi prodotti sarebbero meno dannosi rispetto ai prodotti del tabacco convenzionale.

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Le abitudini di fumo dei giovani

Il consumo di prodotti a base di nicotina e dei nuovi dispositivi risulta essere piuttosto diffuso nella popolazione studentesca, secondo solo a quello dell’alcol. Le motivazioni che spingono i giovani a fumare dipendono da un processo multifattoriale complesso, che include fattori di rischio ambientali, la facile accessibilità ai prodotti a base di tabacco, l’accettazione nel contesto sociale, la scarsa capacità di resistere all’influenza sociale.

Per contrastare il fenomeno, che racchiude in sé sia aspetti sanitari che sociali, la comunità scientifica raccomanda programmi di prevenzione da rivolgere sia alla società nel suo complesso e alla popolazione “sana” che a gruppi e individui a rischio. L’obiettivo degli interventi di prevenzione è quello di contrastare l’uso di sostanze nella comunità e tra i giovani e il contesto privilegiato dove poter sviluppare programmi efficaci è quello scolastico. La scuola è anche il contenitore all’interno del quale vengono effettuate le diverse sorveglianze che servono a monitorare il fenomeno.

HBSC indaga, sin dalle prime rilevazioni, il fenomeno del fumo di sigaretta nel corso della vita e negli ultimi 30 giorni. Nell’indagine 2021-2022 è stata introdotta anche la domanda sull’uso della sigaretta elettronica.

Tra i ragazzi toscani intervistati la maggior parte ha dichiarato di non aver mai fumato, anche se, com’è prevedibile, la percentuale si abbassa con l’aumentare dell’età, infatti sono il 99% e il 92% degli undicenni e tredicenni a non aver mai fumato, ma diventano il 76% dei quindicenni.

Tabella 2. Frequenza del fumo di sigaretta negli ultimi 30 giorni, per età (%), Toscana. Fonte: HBSC, 2022.
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Rispetto alle differenze di genere, non si rilevano particolari differenze nei più piccoli, ma aumentano con il crescere dell’età e risultano essere le ragazze a fumare di più dei coetanei.

Tabella 3. Frequenze del fumo di sigaretta, per genere e età (%). Fonte: HBSC, 2022.
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Inizia a diffondersi anche tra i ragazzi l’abitudine alla sigaretta elettronica, anche in questo caso si può osservare un gradiente legato all’età, e fortunatamente con valori molto bassi.

Tabella 4. Frequenza del fumo di sigaretta elettronica negli ultimi 30 giorni, per età. Fonte: HBSC, 2022.
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L’edizione 2022 di HBSC ha inserito per la prima volta i diciassettenni. In questa fascia d’età fumano il 16,3% dei maschi e il 20,1% delle ragazze.

L’indagine EDIT 2022, focalizzata sulla popolazione adolescente toscana ha rilevato che negli anni la situazione è migliorata ma si osserva un’inversione di consumo rispetto al genere, infatti, la diffusione è maggiore nelle ragazze ma l’intensità rimane maggiore nei ragazzi. Dall’indagine emerge che il 54,7% degli studenti toscani ha provato a fumare, con le ampie differenze di genere: 60,2% delle ragazze contro il 49,6% dei ragazzi. Rispetto all’edizione precedente, quella del 2018, i numeri sono in calo, anche se si mantiene la differenza per genere (nel 2018 fumavano il 63% delle ragazze e il 58% dei ragazzi).

Figura 7. Adolescenti che hanno provato a fumare sigarette per genere ed età. Fonte: EDIT 2022.
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Anche tra chi fuma regolarmente, la percentuale è più alta tra le ragazze, 18,2% vs 13,2%, così come l’età di inizio al fumo conferma questa tendenza, registrando andamenti peggiori tra le ragazze. Il 76,4% delle ragazze ha dichiarato di aver cominciato a fumare prima dei 16 anni, contro il 67,5% dei coetanei maschi. Mentre il numero di sigarette quotidiane resta maggiore tra i ragazzi.

Figura 8. Studenti e studentesse che fumano regolarmente, serie storica. Fonte: EDIT 2022.
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EDIT 2022 ha anche rilevato l’utilizzo della sigaretta elettronica, rilevando che il 45,3% del campione l’aveva provata, senza particolari differenze di genere (maschi 45,7%, femmine 44,8%). Per quanto riguarda la frequenza, tra coloro che l’hanno utilizzata almeno una volta nella vita,1 rispondente su 2 non l’ha usata nei 30 giorni precedenti, ed è un’abitudine quotidiana per il 18,9% delle ragazze e il 12,4% dei ragazzi.

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Attività sul territorio

La lotta al fumo è uno dei cardini fondamentali della LILT, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, e in occasione del 31 maggio, la stessa è protagonista di un’intensa mobilitazione, con la presenza nelle piazze, la distribuzione di materiale informativo e una forte campagna di sensibilizzazione.

Decidere di smettere di fumare è un passo importante nella vita dei tabagisti e a volte possono essere necessari più tentativi. L’ISS ha costruito una piattaforma online “Smettodifumare”, che oltre a fornire consigli e strategie per superare i momenti critici, offre la mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti sul territorio nazionale e le indicazioni di accesso.

Il 31 maggio 2024 presso l’Istituto superiore di sanità si terrà l’annuale convegno XXVI Convegno nazionale tabagismo e Servizio sanitario nazionale, durante il quale verranno presentati i risultati del Rapporto sul consumo di tabacco e nicotina in Italia.

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Conclusioni

L’abitudine al fumo, a differenza di altre abitudini e comportamenti non salutari, continua ad essere abbastanza diffusa nella popolazione (anche se in calo). Inoltre, il fumatore di oggi è un policonsumatore: aumentano sempre di più le persone che oltre alle sigarette usano altri prodotti, il più delle volte in associazione e non in alternativa. Tale fenomeno è registrato soprattutto nelle fasce giovanili.

Possiamo confermare che il trend della diminuzione dell’abitudine al fumo in corso da anni comprende anche la Toscana. Emerge, però, che il trend è in diminuzione per la popolazione maschile, ma in aumento per quella femminile, evidenziando come il cambiamento socio-culturale della donna abbia portato anche all’acquisizione di comportamenti considerati in passato tipicamente maschili. Ovviamente, come ogni nuovo fenomeno, richiede il continuo monitoraggio per poter meglio approfondire e stilare nuovi modelli di comportamento.

Al fine di contrastare la diffusione del consumo di tabacco le organizzazioni internazionali e gli enti pubblici si impegnano con l’ideazione di interventi e l’applicazione di politiche rivolti soprattutto a disincentivare la diffusione del consumo di tabacco nella popolazione più giovane.

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Fonti bibliografiche

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 A cura di:

» Simona Olivadoti, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana