Mese della prevenzione alcologica: i consumi di alcol in Toscana e in Italia rimangono stabili dopo il Covid

a cura di: S. Olivadoti, F. Voller


24/4/2024
Il mese della prevenzione alcologica (individuato nel mese di aprile) è un intero mese dedicato a ricordare che l’abuso e la dipendenza da alcol rappresentano un grave problema di salute.

Indice
Introduzione
WHO: Piano d’azione globale sul consumo dannoso di alcol 2022 – 2030
Normative e servizi toscani
Le sorveglianze
 » HBSC
 » EDIT
 » LOST in Toscana
 » PASSI
 » PASSI d'Argento
 » Indagine Multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana
 
» Conclusioni

 » Note
 » Fonti bibliografiche


Introduzione

L’alcolismo è una dipendenza che ha effetti pesanti sulla salute della persona e sulla sua vita lavorativa e relazionale. L’alcol è una sostanza che interagisce sia a livello psichico che fisico e che produce danni non solo al bevitore ma anche su terzi, con implicazioni negative per i setting sociali e relazionali.

Secondo i dati dell’OMS, l’Europa ha la più alta percentuale di bevitori e il più alto consumo di alcol nel mondo. Il consumo di alcol è un fattore di rischio prevenibile, che può causare la morte prematura e oltre 200 malattie, tra cui diversi tipi di tumore, malattie cardiovascolari, cirrosi epatica e disturbi neuropsichiatrici. Il consumo di alcol è responsabile di circa 1 milione di decessi ogni anno e del 5,1% di anni di vita persi nel mondo al netto della disabilità. Nella fascia d’età tra i 20 e i 24 anni l’alcol è responsabile di un decesso su quattro, diventando una delle principali cause di anni di vita lavorativa persi. Tra i giovani maschi fino ai 29 anni l’incidentalità stradale alcolcorrelata continua a rappresentare la prima causa di morte in Europa.

Le conseguenze sulla salute del consumo di alcol varino in modo significativo per impatto tra i bevitori, le prove accumulate indicano che, al netto di qualunque evidenza disponibile di potenziali effetti benefici, l’alcol determina sempre pregiudizio alla salute e il consumo di alcol è associato a rischi per la salute a qualunque livello di consumo: non esistendo livelli pur moderati di consumo sicuri per la salute (ISS, 2023).

Ridurre il consumo di alcol e il suo impatto negativo sulla salute implica affrontare il tema delle disuguaglianze socio-economiche e di come determinati gruppi sociali siano maggiormente colpiti dai danni legati all’alcol. Le strategie e le azioni messe in campo devono garantire che tutti i segmenti della popolazione beneficino delle attività di prevenzione e che non ci siano effetti contrari. Per esempio, le misure rivolte a modificare l’accessibilità economica dei prodotti, possono creare un danno associato, in quanto le bevande alcoliche più costose potrebbero essere sostituite con altre più economiche con eccipienti più dannosi.

L’alcol rappresenta oggi uno dei maggiori fattori di rischio evitabile. I dati epidemiologici e il monitoraggio alcol-correlato rappresentano gli strumenti indispensabili e insostituibili per la pianificazione e attuazione delle strategie di prevenzione e degli indirizzi sanitari e sociali che sono alla base della maturazione di un’auspicabile cultura del benessere, invocata, ma spesso ostacolata, da modelli e stili di vita tutt’altro che salutari.

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WHO: Piano d’azione globale sul consumo dannoso di alcol 2022 – 2030

Il Global Action Plan 2022-2030, approvato a maggio 2022, durante la 75° Assemblea mondiale della sanità, nasce dalla necessità di promuovere un’efficace implementazione della strategia mondiale per ridurre il consumo dannoso di alcol come priorità di salute pubblica. Inoltre, è parte integrante della più ampia strategia mondiale di lotta alle malattie cronico-degenerative, azione principe dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che prevedono la riduzione del 10% del consumo rischioso e dannoso di alcol entro il 2025.

Il Piano definisce sei aree d’azione a cui corrispondono obiettivi e indicatori specifici. Per ciascuna delle sei aree, il piano propone azioni e misure da mettere in campo da parte degli Stati membri, dalle associazioni professionali e dal mondo accademico per implementare misure efficaci per ridurre il consumo dannoso di alcol a tutti i livelli.

L’obiettivo è promuovere le azioni volte a diminuire gli effetti dell’uso dannoso di alcol nella popolazione, con particolare riguardo ai contesti più vulnerabili (bambini, adolescenti, giovani, donne ed anziani) e a alle situazioni in cui l’alcol può rappresentare un maggior rischio (gravidanza, adolescenza, contesti lavorativi, alcol e guida).

Infine, viene affrontato il tema dell’interferenza dell’industria, a livello nazionale, le dinamiche pervasive dei conflitti d’interesse pesano nelle scelte politiche che vengono ostacolate da logiche di convenienza economica prevalenti su quelli di tutela della salute.

Da qualche decennio analizzare il consumo di alcol in Italia ed in Toscana vuol dire studiare modelli e traiettorie di consumo particolarmente differenti all’interno della stessa popolazione generale: sembra oramai consolidato uno stile di consumo particolarmente globalizzato per le fasce d’età adolescenziale e giovanile, basato su larghe quantità di alcol, in particolare aperitivi, birra e super alcolici, consumate in poche occasioni durante il fine settimana, con poca differenza tra i due generi. Man mano che le traiettorie di vita conducono verso il consolidamento del nucleo familiare e di più stabili posizioni lavorative, il consumo di alcol vira verso modelli più tradizionali, maggiormente basati sul vino bevuto in quantità moderata in contesti conviviali amicali e familiari. A questi modelli di consumo corrispondo anche differenti tipologie di conseguenze sulla salute delle persone: quello globalizzato giovanile più orientato verso conseguenze acute (incidenti stradali, risse, omicidi etc etc etc) dovuto alla maggiore propensione di incorrere in episodio eccedentario come l’ubriacatura, mentre quello tradizionale più orientato verso le conseguenze croniche (tumori, malattie del fegato etc etc).

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Normative e servizi toscani

La programmazione delle attività sanitarie è guidata dalle indicazioni fornite nel Piano regionale della prevenzione 2020-2025. Il documento si propone di promuovere la salute favorendo il benessere e i corretti stili di vita della popolazione toscana, con azioni specifiche nei diversi setting di vita (scuola, luogo di lavoro, comunità), per sviluppare consapevolezza e responsabilità nei confronti della propria salute, attraverso un approccio integrato, continuativo, sostenibile, multifattoriale e multidisciplinare, orientato all'equità, che tenda ad una governance della salute in un’ottica di One Health, oltre l’ambito strettamente sanitario.

Concetti centrali ed imprescindibili sono quelli delle life skill e dell’empowerment dei singoli, dei gruppi e delle comunità, perché conquistare il massimo potenziale di salute richiede di essere in grado di conoscere i fattori determinanti di salute, per fare scelte consapevoli e adottare sani stili di vita. In particolare: alimentazione corretta, attività fisica regolare, cessazione e non iniziazione al fumo e consapevolezza nel consumo limitato di alcol sono i pilastri di una strategia di prevenzione su cui Regione Toscana lavora ormai da anni.

Punto di riferimento regionale per le attività alcologiche, con un ruolo di coordinamento, consulenza tecnico-scientifica e supporto alle realtà territoriali, è il Centro alcologico regionale toscano (CART), istituito con deliberazione del Consiglio regionale n. 281 del 15 settembre 1998. Dal 2002 è collocato presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi.

Tra le sue funzioni il CART si occupa di dati epidemiologici, in collaborazione con l’ARS, di monitorare il fenomeno e di sperimentazione e validazione di nuovi modelli di intervento. Inoltre, predispone materiale informativo dedicato ai cittadini.

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Le sorveglianze

Le sorveglianze di popolazione consistono in una raccolta continua e sistematica di dati la cui interpretazione viene messa a disposizione di coloro che devono progettare, realizzare e valutare interventi di salute pubblica. Attualmente, tutte le sorveglianze esistenti coprono tutto l’arco della vita e forniscono informazioni sui principali determinanti di salute.

HBSC
La sorveglianza HBSC – Health Behaviour in School-aged Children - raccoglie la frequenza auto-riportata delle abitudini sul consumo di alcolici degli adolescenti. In particolare viene chiesto a ragazzi e ragazze di riportare il numero di volte in cui hanno bevuto alcol, se si sono ubriacati negli ultimi 30 giorni e se hanno praticato binge drinking (la consumazione di 5 bicchieri o più di bevande alcoliche, anche diverse, in un’unica occasione) nell’ultimo anno. Vengono inoltre raccolte anche le frequenze auto-riportate nel consumo di diverse bevande alcoliche e nello specifico: birra, vino, superalcolici, alcolpops (bevande gassate leggermente alcoliche) e aperitivi (spritz o bevande simili).

HBSC indaga una fase particolare della vita, in cui il gruppo dei pari e le relazioni sociali acquisiscono sempre maggiore importanza e aumenta la probabilità di sperimentare e adottare comportamenti trasgressivi che possono avere conseguenze sulla salute attuale e futura, tra questi, l’uso di sostanze lecite come l’alcol e il tabacco.

L’alcol rimane la sostanza maggiormente utilizzata dai giovani, è quindi indispensabile monitorarne i consumi, identificare i fattori ad essi associati e stabilire politiche utili a limitarli. Tali politiche devono tener conto anche dei cambiamenti che negli ultimi anni si stanno osservando sul consumo di bevande alcoliche. Nel nostro Paese a fronte di una riduzione del consumo di vino durante i pasti, si registra un progressivo aumento di consumo di bevande alcoliche occasionale al di fuori dei pasti.

Dai dati dell’indagine 2022 emerge che il consumo di alcol, così come le ubriacature, cresce all’aumentare dell’età e in misura maggiore nelle ragazze. A livello nazionale il 37,9% degli adolescenti riporta di aver bevuto alcolici negli ultimi 30 giorni e il 14,5% riporta di essersi ubriacato. Il 38,3% dei partecipanti riporta di aver fatto esperienza di binge drinking nell’ultimo anno.

Il trend emerso a livello nazionale si conferma anche per il territorio toscano. La maggior parte dei ragazzi intervistati ha dichiarato di non aver mai bevuto alcol, come per il campione nazionale, la percentuale si riduce col crescere dell’età: passando dal 87,9% degli undicenni al 67,5% dei tredicenni, fino al 31,4% dei quindicenni.

Tabella 1. Frequenza del consumo di alcol nella vita, per età, Toscana (%). Fonte: HBSC, 2022
tab1 approf alcol

Si osservano anche delle differenze di genere, che cambiano con l’età. Nei più piccoli, 11 e 13, bevono di più i ragazzi, mentre dai quindici anni in su, le ragazze superano i ragazzi, tendenza confermata anche a livello nazionale.

Tabella 2. Frequenza di consumo di alcol ogni giorno negli ultimi trenta giorni, per genere ed età, Toscana (%). Fonte: HBSC, 2022
tab2 approf alcol
È stato poi indagato il fenomeno dell’ubriacatezza, in questo caso, il dato presentato è relativo ai ragazzi e ragazze che dichiarano di essersi ubriacati almeno due volte nella vita. Com’era prevedibile, il fenomeno aumenta significativamente con l’età: sono lo 0,7% dei ragazzini e delle ragazzine toscane di 11 anni ad essersi ubriacate almeno 2 volte nella vita (contro l’1% dei maschi italiani e lo 0,7% delle femmine italiane); abbiamo poi il 2,9% dei tredicenni toscani (3,7% dato italiano) e il 5,6% delle tredicenni toscane (4,1% dato italiano). La differenza più grossa, anche per genere, si osserva tra i quindicenni. Nella Regione Toscana sono il 28,4% delle quindicenni ad essersi ubriacate e il 18% dei maschi, a livello nazionale sono il 21,3% delle femmine contro il 15,6% dei maschi. Emerge chiaramente e forte come il dato delle ragazze sia significativamente più alto rispetto a quello dei maschi e come il dato toscano sia, purtroppo, superiore alla media nazionale.

Figura 1. Frequenza di coloro che dichiarano di essere stati ubriachi 2 volte o più nella vita, per età e genere, Toscana. Fonte: HBSC, 2022
fig1 approf alcol
Se si analizza il dato dei soli quindicenni e si compara tra le regioni, possiamo notare come la Toscana sia sopra alla media nazionale (18%) e sia tra le regioni con le più alte percentuali.

Figura 2. Quindicenni che si sono ubriacati almeno due volte nella vita, per regione. Fonte: HBSC, 2022
fig2 approf alcol
L’edizione 2022 di HBSC ha introdotto anche la fascia dei 17enni. Per i diciasettenni toscani si conferma il dato emerso con i 15enni: sono le ragazze a bere di più e ad ubriacarsi di più (58,2% vs 54,3%), mentre sono i ragazzi ad aver sperimentato di più il binge drinking, anche se di poco superiore.

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EDIT

La VI° edizione di EDIT (Epidemiologia dei Determinanti dell’Infortunistica stradale in Toscana) è stata realizzata nel 2022 ed ha coinvolto circa 8mila studenti della secondaria di II° grado.

Dalla rilevazione del 2022 è emerso che 8 adolescenti su 10 hanno bevuto almeno una volta nella vita, percentuale inferiore rispetto al 2018 (93%), l’abitudine è più diffusa tra le ragazze (83,7% vs 80,5%).

Per quanto riguarda il fenomeno delle ubriacature, è emerso che nei 12 mesi precedenti la somministrazione del questionario 1 adolescente su 2 in Toscana si è ubriacato almeno una volta. Si tratta di una pratica più diffusa tra le ragazze, 55,9% contro il 48,5% dei compagni maschi e con differenze territoriali, con un picco nell’Ausl Sud-est (54%) e una concentrazione lievemente minore nelle Ausl Centro (52%) e Nord-ovest (51%). Il dato è andato aumentando negli anni.

Figura 3. Studenti e studentesse (14-19 anni) a cui è capitato di ubriacarsi almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Fonte: Edit, 2022
fig3 approf alcol
Confrontando il consumo di almeno una bevanda alcolica nella settimana precedente alla rilevazione nelle diverse edizioni, emerge che le abitudini sono in costante calo dal 2005. Va anche segnalato che, nel 2005 il consumo di alcol era maggiore per i ragazzi, nell’ultima edizione è leggermente maggiore nelle ragazze.

Figura 4. Andamento % del consumo di almeno una bevanda alcolica nella settimana precedente alla rilevazione per genere. Edit 2005 - 2022
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Se le ubriacature risultano più diffuse tra le ragazze, il binge drinking è più diffuso tra i maschi. Nei 12 mesi precedenti la rilevazione è accaduto a 1 adolescente su 4 di aver bevuto 5 o più alcolici in un’unica occasione, con maggiore frequenza tra i ragazzi (27,1%), rispetto alle ragazze (21,6%).
 
Figura 5. Studenti e studentesse (14-19 anni) che hanno avuto un episodio di binge drinking. Fonte: Edit, 2022
fig5 approf alcol
Tabella 3. % dei consumi eccedentari dei 12 mesi precedenti. Fonte: Edit, 2022
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LOST in Toscana

La pandemia da Covid-19 e i conseguenti periodi di lockdown hanno influenzato le nostre abitudini, con ricadute sia sul breve che sul medio periodo. È ancora presto per valutarne la reale portata sul lungo periodo, ma in tutte le sorveglianze sanitarie sono stati inseriti nuovi indicatori per indagare gli effetti del Covid-19 e sono state anche predisposte indagini ad hoc, è il caso dello studio LOckdown e STili di vita in Toscana (Lost In Toscana) che ha raccolto, attraverso 2 successive rilevazioni, dati comparabili con quelli nazionali preventivamente raccolti dallo studio LOST In Italy, con l’obiettivo di investigare le condizioni psicologiche, gli stili di vita e i comportamenti nelle fasi pandemiche successive alla prima ondata. Le misure di lockdown, adottate a livello nazionale e regionale per il contenimento della diffusione del virus, hanno improvvisamente rivoluzionato la vita e le abitudini di milioni di italiani e, sebbene le misure di contenimento abbiano avuto effetti positivi sulla riduzione dei casi, specialmente durante la prima ondata, tali azioni potrebbero aver comportato l’insorgenza o l’aumento di disagi psicologici dovuti all’ansia, alla riduzione della vita sociale, a preoccupazioni a livello economico dovute alla perdita di molti posti di lavoro. Il carico psicologico, insieme all’impossibilità di uscire di casa, hanno avuto un impatto immediato sugli stili di vita degli italiani, determinando, ad esempio, riduzione dell’attività fisica, modifiche nel consumo di alcol o di sostanze stupefacenti e cambiamenti nell’abitudine al fumo, ma possono aver agito anche sul lungo termine, consolidando modifiche dei comportamenti e dei consumi da monitorare con attenzione nel corso del tempo.

Lo studio ha previsto due rilevazioni: la prima condotta nel marzo 2022 e la seconda a distanza di 12 mesi.

Il primo dato che emerge, in Toscana, è che si nota una diminuzione delle persone che hanno assunto bevande alcoliche durante il lockdown (78,7%) rispetto al periodo precedente (82,3%), mentre emerge un aumento durante l’immediato periodo successivo registrato dalla prima rilevazione di LOST In Toscana, arrivando all’88,9% e assestandosi sull’84,6% durante la seconda rilevazione. Le stesse dinamiche sono state riscontrate a livello nazionale. Si conferma la differenza per genere, con gli uomini che bevono di più, con una differenza di 10-18 punti percentuali.

Il gradiente per età mostra che in Toscana il consumo è rimasto molto diffuso soprattutto nella fascia d’età 55-74 anni, senza evidenziare una vera e propria inversione di tendenza, ma mostrando un superamento della diffusione di questo comportamento tra le persone di 35-54 anni (86,3%) rispetto alle altre due classi di età (18-34 anni: 82,2%; 55-74 anni: 84,5%), registrato in occasione dell’ultima rilevazione, coerente con il dato italiano ma con meno divario rispetto alla classe di età più bassa.

Figura 6. Prevalenza di utilizzo di alcol, totale, per classe di età. Trend percentuale, Toscana. Fonte: Lost in Toscana, 2022
fig6 approf alcol
Entrando nel dettaglio della quantità di alcol consumata e dividendo il campione in 3 categorie, astemio, con consumo moderato [1]  e consumo a rischio [2], notiamo che sebbene il consumo moderato sia in tutti i momenti prevalente, la quota di soggetti a rischio è aumentata, in Italia e in Toscana. Infatti in Italia è passata dal 10,7% prima del lockdown al 17,7% nella seconda rilevazione Lost In Toscana e in Toscana dal 12,9% al 16,9%. In linea con i risultati esposti sopra, durante il lockdown si osserva una diminuzione del consumo e un relativo aumento dei soggetti considerati astemi, che tornano a diminuire nei periodi successivi, in Italia come in Toscana.

Tabella 4. Consumatori di alcol quotidiano per quantità di alcol consumata. Italia e Toscana. Fonte: Lost in Toscana, 2022
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PASSI

La sorveglianza PASSI è una sorveglianza di sanità pubblica che raccoglie le informazioni della popolazione italiana adulta.

Nel biennio 2021-2022 il 42% degli italiani tra i 18 e i 69 anni non ha consumato bevande alcoliche, di contro, una persona su 6, circa il 17%, ha avuto un consumo definito “a rischio” per la salute. Il consumo a “maggior rischio” è più frequente fra i giovani (fra i 18-24enni la quota sfiora il 35%), fra gli uomini (21% vs 13% nelle donne) e fra le persone socialmente più avvantaggiate, senza difficoltà economiche (19% vs 14% di chi ha molte difficoltà economiche) o con un alto livello di istruzione (20% fra i laureati vs 8% fra chi ha, al più, la licenza elementare).

Dal 2010 si osservava un lento ma progressivo aumento del consumo di alcol a maggior rischio, determinato dall’aumento del binge drinking e del consumo prevalentemente/esclusivamente fuori pasto. Dal 2018 si inizia a osservare un’inversione di tendenza che si conferma, e anzi si accentua, durante la pandemia, per poi tornare a valori pre-pandemici nel 2022. Si tratta di modeste variazioni in termini assoluti, sostenute evidentemente dalle minori occasioni di incontro e socialità (cui il binge drinking e il consumo di alcol fuori pasto si associano), determinate dalle chiusure dei locali imposte dalle misure per il contenimento dell’emergenza. A fronte della riduzione del binge drinking o del bere fuori pasto, aumenta però il consumo abituale elevato.

La popolazione toscana mantiene dei livelli di consumo di alcol superiori alla media nazionale, con un trend in salita soprattutto per i bevitori a maggior rischio [3], che sono passati dal 16,9% del 2010 al 21% del 2022. In lento aumento anche l’abitudine al binge drinking.

Tabella 5. indicatori Passi 2021. Fonte: ISS, 2022
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PASSI d’Argento

In base ai dati della sorveglianza PASSI d'Argento, la situazione degli anziani toscani è sicuramente buona: il 65,8% degli intervistati durante l’ultima indagine ha dichiarato di essere astemio e di non bere nessun alcolico, nemmeno ogni tanto. Tra i bevitori saltuari, il 52,3% è maschio e il 20,3% donna. Il consumo diminuisce con l’età, passando dal 37,5% dei 65-74enni, al 34,4% dei 75-84enni, fino al 24,9% degli over 85.

Rispetto alle edizioni precedenti il consumo di alcol tra gli anziani è in diminuzione, in particolare i consumatori a rischio (2+ bicchieri di alcol al giorno), che diminuiscono di circa 10 punti percentuali rispetto al 2017.

Tabella 6. Consumo di alcol, Toscana 2017-2021. Fonte: Sorveglianza Passi d’Argento, ISS, 2021
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Infine, si segnala che tra le persone che bevono alcolici, anche saltuariamente, solo l’1,5% ha ricevuto dal proprio medico il consiglio di ridurre il consumo di alcol.

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Indagine Multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

Attraverso l’indagine Multiscopo sulle famiglie l’ISTAT raccoglie informazioni dettagliate sulla popolazione italiana di 11 anni e più, incluse le abitudini e il consumo di alcol.

Nell’indagine 2021 hanno dichiarato di essere astemi il 75,8% dei toscani e il 79,7% degli italiani. Analizzando le differenze di genere, si dichiarano astemi l’83% delle donne toscane (88,4% Italia) e 68% degli uomini (70,3% Italia). Un dato che è andato migliorando negli anni, ma che per la Regione Toscana resta inferiore alla media italiana.

Figura 7. Trend storico astemi. Fonte: Indagine Multiscopo ISTAT, 2021
fig7 approf alcol
Analizzando, invece, il dato sui bevitori a rischio [4] si evidenzia che la Toscana ha una percentuale più alta, rispetto all’Italia (3,6% vs 2,9%) [5]. Sono gli uomini ad essere maggiormente dei bevitori a rischio, sia a livello nazionale che regionale, anche in questo caso il dato regionale è superiore a quello nazionale.

Figura 8. Bevitori a rischio per genere, Toscana e Italia. Fonte: Indagine Multiscopo Istat, 2021
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Confrontando in particolare il dato dell’ultima rilevazione (2021) con la rilevazione del 2019, cioè l’anno prima del Covid-19 si può notare che il Covid e il lockdown non hanno influito in modo preoccupante sui consumi a rischio. Infatti il dato sui consumatori a rischio è passato da 3,9% del 2019 al 3,6% del 2021 per la Toscana e da 2,8% a 2,9% per l’Italia.

Se scorporiamo per genere, come confermato anche nelle altre sorveglianze, le donne di giovane età bevono di più dei coetanei maschi.

Figura 9. Bevitori a rischio, per genere, Toscana. Fonte: Indagine Multiscopo Istat, 2021
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Conclusioni
Nonostante la diffusa percezione, favorita dai media e dai giornali, che con il Covid alcuni comportamenti e abitudini siano peggiorati, i dati in realtà ci confermano una situazione piuttosto stabile, con alcuni picchi di attenzione.

Questo non vuol dire che possiamo abbassare la guardia, il fenomeno e l’abitudine all’alcol resta un aspetto da tenere continuamente monitorato, soprattutto nelle fasce giovanili e nei nuovi pattern di consumo (per esempio la maggiore diffusione tra le ragazze o l’abitudine al binge drinking).

La cultura del bere è in rapido e continuo cambiamento e si trascina con sé leggende e falsi miti, usi e tradizioni, e subisce il fascino delle tecniche di promozione, della pubblicità, delle pressioni sociali e, non ultimo, dei condizionamenti imposti dagli interessi economici e commerciali che hanno favorito, e continuano a favorire, una sempre più marcata e diffusa logica delle convenienze che con difficoltà consente di far prevalere la tutela della salute e la prevenzione rispetto alle logiche di mercato.

Il lavoro di sensibilizzazione svolto dai servizi e dalle Organizzazioni internazionali punta a responsabilizzare su un costume o un’innocua modalità comportamentale, che da ricreativa può invece essere particolarmente nociva a tutti i livelli: biologico, psicologico e sociale. A complicare il quadro odierno è l’utilizzo dell’alcol come facilitatore sociale e interpersonale.

Agire sui fattori che influenzano il consumo rischioso e dannoso e determinano i problemi e le patologie alcol-correlate e l’alcoldipendenza non è facile ma, serve la collaborazione di tutte le parti. Tutte le istituzioni di tutela della salute e di ricerca esprimono un consenso unanime sulla necessità di adottare un approccio di popolazione generale a cui affiancare quello per la popolazione ad alto rischio.

Come abbiamo visto dalle diverse indagini, il consumo varia a seconda delle fasce d’età ed è trasversale a tutte le generazioni, servono quindi interventi mirati che sappiano coinvolgere e attivare i diversi gruppi. I dati ci aiutano a comprendere le aree in cui è più urgente intervenire e a comparare i diversi modelli lungo il corso della vita. Proprio in virtù dei diversi modelli e abitudini di consumo messe in campo dalle persone nei diversi momenti della vita, anche le sorveglianze sanitarie approfondiscono determinati aspetti. Emerge così che, nelle fasce anziane il fenomeno delle ubriacature e del binge drinking non viene indagato, mentre viene dato risalto al consumo a rischio. Per dare un quadro complessivo della situazione della popolazione toscana, nei grafici seguenti abbiamo riportato il dato sulle ubriacature e sul consumo a rischio diviso per età. È possibile vedere a colpo d’occhio come le ubriacature siano più frequenti nella tarda adolescenza. Il dato sui consumatori a rischio è abbastanza costante in tutte le fasce d’età.

Figura 10. % ubriacature per fasce d’età, Toscana. Fonte: Sorveglianze
fig10 approf alcol
Figura 11. % bevitori a rischio per fasce d’età, Toscana. Fonte: Sorveglianze
fig11 approf alcol

Infine, si fornisce un quadro d’insieme sulla situazione dei consumatori a rischio a livello nazionale e nelle altre Regioni: la Toscana si colloca leggermente al di sopra del valore nazionale.

Figura 12. Consumo a rischio per regione di residenza. Fonte: Passi, 2022
fig12 approf alcol
Sul sito della Regione Toscana è possibile reperire tutte le informazioni relative ai servizi per l’alcologia e il numero verde per aiuto o segnalazioni.
Il numero verde nazionale istituito dall’Istituto superiore di sanità è 800.632000.

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Note 

1. Moderato equivale a bere 2 o meno unità alcoliche per le donne, 4 o meno unità alcoliche per gli uomini.
2. A rischio equivale a bere 3 unità alcoliche o più per le donne, 5 o più per gli uomini.
3. È un indicatore composito, che include consumo abituale elevato, consumo episodico eccessivo, consumo fuori pasto: consente di valutare la quota cumulativa di popolazione con un consumo alcolico non moderato. Questo indicatore corrisponde alla prevalenza di intervistati, che riferiscono, negli ultimi 30 giorni, un consumo abituale elevato (>2 UA medie giornaliere per gli uomini; >1 UA per le donne) oppure almeno un episodio di binge drinking (>4 UA per gli uomini; >3 UA per le donne) oppure un consumo (esclusivamente o prevalentemente) fuori pasto.
4. Sono considerati bevitori a rischio coloro che consumano abitualmente più di 20 gr alcol se donna o più di 40 gr se uomo.
5. Variabile ricostruita sulla base dei consumi abituale di vino, birra, amari, superalcolici e aperitivi alcolici.

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Fonti bibliografiche

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 A cura di:

» Simona Olivadoti, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana