Mortalità ISTAT 2020: oltre 100mila decessi in più in Italia, in Toscana +8,6%


9/3/2021
L’ultimo aggiornamento ISTAT dei dati di mortalità dei comuni italiani al 31 dicembre 2020 consente di delineare un quadro complessivo dell’impatto della pandemia sulla mortalità in Italia nel 2020. Il quadro nazionale è descritto nel Report, il quinto dall'inizio della pandemia, che ISTAT e ISS hanno reso disponibile contestualmente alla diffusione dei dati. 

Nel 2020 i decessi totali (per qualsiasi causa, non solo per COVID-19) in Italia sono stati 764.146, ovvero 100.526 in più rispetto alla media dei 5 anni precedenti, pari ad un eccesso del +15,6%. Nel periodo di diffusione della pandemia, marzo-dicembre, l’eccesso è ancora maggiore, pari a 108.178 decessi in più (+21%) rispetto al 2015-2019. In questo stesso periodo i decessi COVID-19 sono stati 75.891, pari al 10,2% della mortalità totale e al 70,1% dell’eccesso di mortalità nel periodo marzo-dicembre.

Se nei mesi di gennaio e febbraio 2020 la mortalità ha mostrato livelli più bassi del quinquennio precedente, nella prima ondata della pandemia (marzo-maggio 2020) l’eccesso di mortalità è pari al +31,7%, mentre nella cosiddetta fase di transizione (giugno-settembre) l’eccesso è sceso al +2,6%, per poi riportarsi ad un valore di 32,3% durante la seconda ondata (ottobre-dicembre). Questi dati medi nazionali nascondono, però, una forte variabilità geografica.

In tabella 1 è riportata una sintesi per ciascuna regione dei principali indicatori: la differenza tra i casi del 2020 e la media del quinquennio precedente, la variazione percentuale e i decessi COVID-19, nella prima e seconda ondata, e per l’intero 2020.

Tabella 1. Eccessi di mortalità e decessi COVID-19 nel 2020, rispetto alla media 2015-2019.
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*eccesso: differenza tra i decessi del 2020 e quelli del quinquennio 2015-2019

Il bilancio della prima fase dell’epidemia è particolarmente pesante per la Lombardia: +111,8% oltre 27.000 decessi in più, circa il 54% dell’eccesso totale nazionale. Per le altre regioni del Nord, che nel loro complesso costituiscono l’89% dell’eccesso nazionale, l’incremento dei decessi del periodo marzo-maggio 2020 è compreso tra il 42% e il 53%. Fanno eccezione il Veneto e il Friuli Venezia-Giulia con un eccesso di decessi più contenuto (rispettivamente +19,4% e +9,0%). Al Centro si evidenzia il caso delle Marche (+27,7%), regione che si distingue rispetto all’incremento medio della ripartizione (+8,1%). Ancora più contenuto l’impatto nelle regioni del Meridione, con una media del +5,1%, e con un valore decisamente basso per la Campania (+0,7%). Nella prima ondata, complessivamente, i decessi COVID-19 sono stati 34079, pari al 67% dell’eccesso totale di mortalità.

Nella seconda ondata (ottobre-dicembre) il quadro è decisamente diverso. Si nota una maggiore omogeneità tra le tre aree del Paese, sebbene le regioni del Nord continuino a mostrare il valore più alto (+40%), ed un contributo del 59% all’eccesso nazionale. Soltanto Lombardia, Emilia-Romagma, Liguria e Marche mostrano una diminuzione dell’eccesso rispetto alla prima ondata, mentre tutte le altre Regioni sperimentano un forte aumento dell’impatto della maggiore diffusione del virus, evitato nella prima ondata grazie al lockdown nazionale di marzo e aprile. Nella seconda ondata i decessi COVID-19 notificati al sistema di sorveglianza nazionale di ISS sono 39.927, pari al 76,7% dell’eccesso di mortalità registrato nello stesso periodo.

Complessivamente, quindi, nel 2020, l’eccesso di mortalità di oltre 100.000 decessi, mai così alto dal secondo dopoguerra, è per il 74% attribuito alle regioni del Nord (di cui circa la metà alla sola Lombardia), il 16% al Meridione e il restante 10% alle regioni del Centro.

L’impatto della pandemia sulla mortalità nel 2020 è stato più forte negli uomini rispetto alle donne e negli anziani (80+ anni). In tabella 2 è mostrato un riepilogo degli eccessi di mortalità per le varie classi d’età e per genere. Il valore più alto è osservato nelle regioni del Nord durante la prima ondata negli uomini nella classe 65-79 anni (+67,6%). Complessivamente nel 2020 la classe dei più giovani (0-49 anni) mostra una mortalità più bassa della media del quinquennio precedente (-8,5%), negli ultraottantenni l’eccesso è del +18,7%, +21,8 % negli uomini e +16,6% nelle donne.

Tabella 2: Variazioni percentuali dei decessi nel 2020, rispetto alla media 2015-2019, per genere, classe d’età e area geografica
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fonte: Report ISTAT-ISS 2021

La mortalità 2020 in Toscana

In Toscana l’impatto complessivo della pandemia sulla mortalità 2020 è sostanzialmente in linea con le regioni del Centro. Nel 2020 sono stati registrati 48.135 decessi totali, 3.824 in più rispetto alla media 2015-2019, pari a un +8,6%. Se si considera il periodo di diffusione della pandemia, marzo-dicembre 2020, l’eccesso è più alto: 4.460 decessi in più, pari al +12,5%. L’eccesso di mortalità è stato più alto nella seconda ondata, rispetto alla prima: nei primi due mesi dell’anno la mortalità è stata più bassa del -7,5%, durante la prima ondata l’eccesso è stato del +9,3% (1034 decessi in più), nel periodo estivo è sceso al +3,5% per poi risalire al +26,5% (2954 decessi in più) tra ottobre a dicembre (figura 1).

Figura 1. Variazioni % dei decessi 2020, rispetto alla media 2015-2019, per genere. Toscana
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In linea con il dato nazionale, l’eccesso è più alto negli uomini (+9,8% sull’intero anno) rispetto alle donne (+7,6%) (figura 1), così come si registrano gli incrementi più alti negli ultra80enni (+10,9%), +13,6% negli uomini e +9% nelle donne più anziane (figura 2). Nella classe d’età 65-79 anni le differenze di genere sono molto più modeste (+5,5% negli uomini e +4,9% nelle donne), mentre si fanno più marcate nella classe d’età 50-64 anni (+5% negli uomini e +0,8% nelle donne). Come nel resto del Paese per la classe dei più giovani (<49 anni) la mortalità nel 2020 è stata più bassa del -7%, (-8,8% negli uomini e -4,2% nelle donne).

Figura 2. Variazioni % dei decessi 2020, rispetto alla media 2015-2019, per classi d’età. Toscana
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Rispetto alle differenze geografiche (figura 3), la provincia di Massa-Carrara presenta nel 2020 l’incremento più alto, +15,9% (502 decessi in più), seguita da Prato (+12%, 365 decessi in più) e Firenze (+10,2%, 1393 decessi in più). Il valore più basso si registra nella provincia di Siena (+1,4%, 88 decessi in più). Le differenze di genere maggiori si registrano nella provincia di Pisa, Arezzo e Lucca, con valori più alti negli uomini. In controtendenza la provincia di Siena, dove le donne segnano un +4,4% rispetto al -1,9% degli uomini.

Figura 3. Variazioni % dei decessi 2020, rispetto alla media 2015-2019, per provincia. Toscana
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In figura 4 è mostrato l’andamento dei decessi giornalieri COVID-19 in Toscana e si notano gli effetti sulla mortalità molto più consistenti della seconda ondata della pandemia. Nel periodo marzo-dicembre 2020 i decessi COVID-19 in Toscana notificati al sistema di sorveglianza nazionale sono stati 3.604, pari all’80,8% dell’eccesso totale.

Figura 4. Decessi COVID-19 giornalieri in Toscanafig4 news Nuvolone 8mar2021


Il confronto con i Paesi europei

Il Report ISTAT-ISS riporta anche un confronto tra alcuni Paesi europei, basato sulla banca dati Eurostat. In figura 5 è riportato l’andamento degli incrementi percentuali mensili dei decessi 2020, rispetto alla media 2016-2019. Italia e Spagna sono i Paesi che per primi hanno sperimentato un rapido aumento della mortalità durante la prima ondata, che in Spagna si è protratto in maniera consistente anche nel mese di aprile, quando si è raggiunto il picco del +79%. La Francia e soprattutto la Germania hanno registrato nella prima ondata incrementi della mortalità totale più contenuti.

Da settembre è la Polonia a mostrare l’incremento più rapido e consistente, con un picco vicino al +100% raggiunto nel mese di novembre. Sempre nel mese di novembre Belgio (+59%), Italia (+49,5%) e Francia (+31.1%) mostrano gli incrementi maggiori, mentre in Germania il picco si raggiunge nel mese di dicembre (+29,4%).

Come specificato dagli autori del Report, questi confronti, seppur importanti, presentano dei forti limiti in quanto non tengono conto della diversa struttura per età delle popolazioni e della completezza dei dati forniti da ciascun Paese.

Figura 5. Confronto mortalità Paesi europei, gennaio-dicembre 2020 
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fonte: Report ISTAT-ISS 2021

Gli effetti della pandemia sulla mortalità proseguono, purtroppo, anche nel 2021. Nel Report ISTAT-ISS vi è una prima valutazione del mese di gennaio 2021, in cui si stimano in Italia 70.538 decessi, circa 2.000 in più rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 e 8.500 in più rispetto a gennaio 2020. Come mostrato in tabella 3, questo eccesso per il 75% riguarda ancora le regioni del Nord: la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna da sole spiegano il 50% dell’eccesso di gennaio 2021.

Tabella 3. Stima dei decessi nel mese di gennaio 2021 e confronto con anni precedenti
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fonte: Report ISTAT-ISS 2021

L’attuale fase epidemica mostra un nuovo aumento dei contagi, soprattutto nelle classi d’età più giovani che, diversamente da quanto osservato in passato, mostrano tassi di incidenza più alti dei più anziani. Estendere la campagna di vaccinazione alle categorie di persone più anziane e fragili rappresenta la strada maestra per minimizzare l’impatto della diffusione del virus, e delle sue varianti, sulla mortalità della popolazione.


A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana



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