4/9/2020
Si è appena concluso il mese di agosto, che ha visto in tutta Europa il riaffacciarsi di un numero medio di contagi giornalieri per SARS-CoV-2 che non si registravano dalla fine di aprile e maggio.
Relativamente alla situazione europea, la Germania, ma soprattutto la
Francia e la
Spagna, paesi che per caratteristiche dell’epidemia sono comparabili all’Italia, hanno segnato un forte
rialzo nella numerosità dei casi, mentre il contagio sembra oramai essersi diffuso largamente anche nei paesi dell’
est Europa e dell’
area balcanica.
La situazione in Francia e Spagna è da tenere strettamente sotto osservazione perché, oltre al numero sostenuto di infezioni (oramai 7000 giornaliere in media in entrambi i paesi nell’ultimo periodo) dovuto al maggior movimento di persone per motivi di vacanza, si stanno evidenziando un aumento di soggetti sintomatici e di ricoveri in terapia intensiva e relativa funzionalità nel tracciamento dei contatti.
In questo contesto, anche l’
Italia ha avuto una rapida
impennata nel numero di casi, anche se in modo molto più contenuto rispetto ai i paesi sopra citati, soprattutto se si fa riferimento ai ricoveri totali e in terapia intensiva. Il rialzo si è caratterizzato in particolar modo per un
maggiore equilibrio delle infezioni tra le regioni: a regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, che avevano sostenuto il maggior numero dei contagi nazionali fino a giugno, si sono affiancate alcune regioni del Centro Sud, come Lazio e Campania, Calabria, Sardegna, che in luglio ed agosto hanno assistito all’emergere di numerose positività tra i propri residenti. Tra la prima settimana di luglio e l’ultima di agosto, l’Italia ha registrato un aumento dei casi medi giornalieri pari al 550% (da 198 casi positivi a 1076). La nostra regione non si è discostata da questi andamenti, passando da 11 casi medi giornalieri a circa 90 attuali.
Le caratteristiche e le particolarità che hanno determinato l’incremento dei casi nella nostra regione sono simili a quelle delle altre regioni: descrivendole potremo raffigurare anche il fenomeno per l’Italia.
Come si vede dalla figura precedente, il livello dei contagi giornalieri In Toscana è tornato come alla fine di aprile, anche se le
caratteristiche del contagio sono completamente cambiate, innanzitutto a causa dell’impatto dei
casi importati dall’estero nel mese di agosto (quasi il 50%): in questa quota sono previsti i rientri dalle vacanze dall’estero, in particolar modo da Croazia, Spagna, Grecia e Malta, per i quali è stato previsto il tampone obbligatorio al momento del rientro in Italia, oltre al ritorno in regione di molti cittadini stranieri residenti, in particolar modo cittadini provenienti dall’Albania e dalla Romania.
Come le due figure successive mostrano chiaramente, la
percentuale di stranieri sul totale dei positivi al virus SARS-CoV-2 varia tra il 30 e più del 40% nel periodo estivo, mentre i maggiori luoghi di esposizione in marzo e aprile - ospedale ed RSA - sono quasi completamente “immuni” dal contagio, e la famiglia e/o il proprio domicilio rimane il luogo di esposizione maggior rappresentato (spesso come contatto di caso indice primario).
A questa quota di rientri dall’estero va sommata anche quella delle persone la cui positività è stata rilevata al
rientro da periodi di vacanza in Italia e in particolare dalla Sardegna. Anche l’
età media dei nuovi contagi estivi, che si è
abbassata decisamente, sembra confermare come la trasmissione virale sia alimentata da
comportamenti di socializzazione diffusi soprattutto tra i giovani (ma non solo) e da casi di importazione. Il virus si diffonde sfruttando il comportamento sociale dei singoli: più persone si incontrano, più aumenta la probabilità di infettarsi. È successo a chi ha frequentato assiduamente luoghi affollati durante le vacanze, senza probabilmente adottare precauzioni.
Questa ripresa della trasmissione avviene anche perché il
numero dei tamponi si è sensibilmente alzato, soprattutto negli ultimi 10 giorni, portando la Toscana a oltre i 6000 tamponi di media giornalieri (quasi 8000 nella giornata di ieri):
la maggior parte delle persone infette sono giovani, in grande maggioranza asintomatici o con sintomatologia molto lieve.
In questo mutato quadro epidemico, dove il livello dei contagi torna ad essere lo stesso di fine aprile, le condizioni cliniche sono dirimenti per comprendere le conseguenze di questo aumento.
La
percentuale dei casi sintomatici scende fortemente, soprattutto se non vengono considerati i pauci sintomatici (che presentano pochi sintomi e quindi si ristabiliscono molto velocemente): nelle ultime due settimane,
solo il 12% aveva dei
sintomi definiti almeno come moderati, e nei mesi di luglio e agosto la percentuale dei casi con sintomi che necessitano di un ricovero si assesta mediamente intorno al 10%. Le terapie intensive non destano particolari preoccupazioni per quanto riguarda il tasso di occupazione: né dal punto di vista percentuale sul totale dei casi attivi, né dal punto di vista del numeri assoluti (oggi in Toscana sono 7).
Quindi c’è stato un aumento casi ma di modesta gravità e soprattutto è modesto l’impegno delle risorse ospedaliere, che ad oggi hanno circa 70 persone totali ricoverate per Covid. Ma chi sono queste persone e per quale motivo sono arrivate in ospedale?
Come detto, anche nelle ultime settimane di rialzo dei contagi la percentuale di malati Covid-19 che hanno avuto bisogno di un ricovero, perché sintomatici, scende fino a toccare il 5% della nuova casistica. In luglio e agosto la distribuzione per genere vira decisamente a favore di quello maschile, ma su questa inversione di tendenza (fino a giugno era il genere femminile quello maggiormente colpito) pare aver avuto un grande impatto la quota di stranieri ricoverati.
Considerando il totale dei primi ricoveri di casi sintomatici, la quota degli stranieri passa infatti dal 3,5% di marzo, al 41,5% di luglio e al 30,6% di agosto.
Anche l’età media si abbassa significativamente.
E’ utile
mantenere la distinzione tra casi ricoverati sintomatici rispetto ai ricoverati in condizioni cliniche più lievi: come si può osservare dalla figura riportata qui sotto, in questa fase si tende infatti a ricoverare anche una parte di casi (quasi il 50%) il cui stato clinico non arriva ad essere severo. Questo dipende da un insieme di fattori: una parte delle positività emergono attraverso lo screening di preospedalizzaione per altre patologie, mentre per una parte il ricovero è destinato ad una quota di soggetti stranieri che, seppur in condizioni lievi, non hanno probabilmente un luogo idoneo dove poter effettuare l’isolamento domiciliare. Infine, una parte dei ricoveri è destinata a gestire in migliore sicurezza, ora che il sistema ospedaliero non è in sovraccarico, una quota di pazienti che in altri momenti sarebbe stata gestita a domicilio.
Lo conferma anche la
quota più ridotta dei ricoverati che hanno anche una patologia cronica, un determinante fondamentale (in aggiunta all’età avanzata) della prima ondata del ricoveri, ma sopratutto dei decessi. Nel mese di maggio erano quasi il 100% i casi sintomatici ricoverati con patologia cronica sia negli italiani che negli stranieri, percentuali che nel mese di agosto si riducono rispettivamente a circa il 66% e al 47%.
Se da una parte osserviamo un aumento dei nuovi positivi e dei ricoveri, dall’altra la
mortalità per Covid-19 dalla seconda metà di luglio a oggi si è mantenuta su valori inferiori o uguali a
0,1 decessi per milione di abitanti, in Toscana come in Italia (vedi figura sotto). Come ribadito più volte nei mesi scorsi, la nostra regione ha avuto un picco leggermente spostato in avanti nel tempo rispetto alla media nazionale, fortemente influenzata dalle regioni del Nord (Lombardia in primis), e di intensità pari alla metà circa di quello registrato in Italia a livello pro-capite.
Deceduti Covid-19 per 1.000.000 di abitanti – Medie settimanali, periodo marzo-agosto 2020Nel mese di agosto i
decessi in Toscana sono stati in tutto 7 (0,2 al giorno) ed è
proseguita la diminuzione avviata già da maggio, quando le morti si erano ridotte di due terzi rispetto ad aprile, mese in cui si è registrato il nostro picco di mortalità (vedi figura sotto).
Al momento quindi la
mortalità prosegue il proprio trend discendente,
pur in un quadro di generale aumento dei casi positivi ormai da un mese.
Senza voler fare considerazioni sulla minore pericolosità del virus o su eventuali progressi terapeutici, argomenti per i quali al momento non ci sono evidenze scientifiche solide, già la
diversa composizione anagrafica e clinica dei positivi può contribuire a spiegare in buona parte
quanto osservato. L’età dei positivi si abbassa, in particolare grazie alla fortissima riduzione dei contagi tra gli anziani, e aumenta la capacità di intercettare i casi asintomatici (circa due terzi dei nuovi casi). Questi due fattori, insieme contribuiscono sicuramente a spiegare in buona parte la letalità quasi nulla del virus in questa fase.
Resta da tenere presente il tempo di latenza che mediamente trascorre dal contagio all’eventuale decesso, ma, per quanto detto sopra riguardo a età e stato clinico, è
lecito non attendersi un aumento dei decessi nel breve periodo. La situazione potrebbe cambiare se il contagio dovesse estendersi maggiormente nella popolazione e tornare a coinvolgere anziani e persone fragili (malati cronici, non autosufficienti, residenti in strutture sanitarie), più suscettibili al virus.
Nonostante l’aumento delle infezioni la situazione in Toscana sembra dunque ancora sotto controllo, ma alcune considerazioni vanno fatte in ragione della prossima riapertura delle scuole e della maggiore mobilità sul territorio regionale. Oltre alle raccomandazioni del distanziamento, delle mascherine e del lavaggio delle mani, va ricordato come sia nostro compito individuale e collettivo quello di proteggere le persone più fragili, maggiormente colpite dalla prima ondata del virus. Proprio per questo motivo confidiamo che le raccomandazioni siano fatte proprie in particolar modo dalla popolazione anziana, ma anche dalla popolazione giovane. Queste due popolazioni, dopo il periodo estivo vacanziero, torneranno sicuramente ad incontrarsi, e il rischio di infezione potrebbe rialzarsi quindi verso una popolazione, quella anziana, che ha già pagato un duro prezzo.
Per quanto riguarda la
riapertura della scuola ed il
periodo autunnale che si avvicina, dobbiamo auspicare sicuramente che il numero di tamponi continui a crescere. Questo, in aggiunta ad una maggiorata ed efficace vaccinazione per l’influenza stagionale nella popolazione sopra i 60 anni, potrà aiutare a dipanare il dubbio tra una normale influenza ed un’infezione da SARS-Cov-2. Sappiamo che i sintomi sono praticamente sovrapponibili: disporre di una maggiore capacità di intercettazione del virus diventa dunque dirimente per tenere sotto controllo l’epidemia, soprattutto se ampliamo progressivamente il numero dei contatti da testare una volta individuato il caso indice. Sarebbe
fondamentale avere la possibilità di testare almeno 10.000 persone al giorno.
A cura di: Fabio Voller, Simone Bartolacci, Francesco Profili - ARS Toscana
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