I recenti casi di dengue importati a Firenze: valutazioni dell’ARS


zanzara dengue
I casi  a Firenze e gli interventi di controllo attivati
Il 9 settembre 2016 l’Unità di igiene e sanità pubblica dell’Azienda USL Toscana Centro a Firenze ha riportato due casi di malattia da virus Dengue, nel giro di poche ore, in soggetti rientranti da viaggi in zone tropicali endemiche.

Le indagini epidemiologiche condotte da medici ed assistenti sanitari hanno permesso di identificare come zone a rischio di trasmissione le aree che si trovano in Borgo Pinti, via della Colonna e nelle strade limitrofe, per quanto concerne il primo caso, e le aree del Quartiere 2 tra via Sant'Andrea da Verrazzano e le strade limitrofe, per quanto concerne il secondo caso.

L’amministrazione comunale ha immediatamente emanato un'ordinanza urgente per effettuare la disinfestazione delle zanzare nelle suddette zone frequentate dai malati. Entrambi i casi sono in buone condizioni cliniche. Il rischio di casi autoctoni secondari è molto basso, ma non escludibile.

La dengue è endemica in più di 100 paesi che si trovano in Africa, America latina, Sud-ovest dell’Asia, Regione del Pacifico e Regione del Mediterraneo occidentale.

Paesi in cui la dengue è endemica. Fonte: OMS.
dengue 2

Secondo l’OMS, la dengue rappresenta la malattia trasmessa da vettori a più rapida espansione.
A livello globale, 10 milioni di casi si verificano ogni anno, con circa 20-25mila morti, prevalentemente tra i bambini. 500mila persone vengono ricoverate ogni anno a causa delle complicanze della malattia.

Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione delle malattie infettive (ECDC), nel 2014 sono stati riportati 1.796 casi di dengue in Europa, con un tasso di notifica di 0,.42 per 100mila abitanti. Nella maggior parte dei casi erano viaggiatori rientranti da aree tropicali endemiche.
Il più alto tasso di notifica è osservato nel gruppo di età 15-24 e 25–44 anni.
Il numero di casi incrementa durante i mesi estivi, riflettendo di fatto le abitudini di viaggio della popolazione. Anche nel mese di gennaio viene registrato un picco di casi importati, probabilmente a causa delle vacanze invernali.
I casi riportati in Italia sono attribuibili a viaggiatori che rientrano da viaggi da aree endemiche. A causa delle presenza del vettore, la zanzara tigre, è reale il rischio di trasmissione locale del virus.

In Italia si sono contati 79 casi importati nel 2014, 108 nel 2015 e 44 nel 2016. In Toscana i casi importati sono stati 5 nel 2014, 5 nel 2015 e 4 nel 2016.
L’ECDC sta monitorando la presenza di Aedes aegypti a Madeira e studiando la possibilità di trasmissione della malattia attraverso le donazioni di sangue.
Nel 2016 sono in corso focolai epidemici di dengue in: Sri Lanka, Bangladesh, Malaysia, Singapore, Filippine, Barbados, Polinesia francese e Nuova Caledonia. Non sono disponibili dati sul continente Africano.
Nel 2014 e nel 2013 la Francia ha riportato casi di infezione localmente acquisita, la Croazia un piccolo focolaio epidemico nel 2010, mentre a Madeira (Portogallo) sono stati riportati casi autoctoni nel 2012-2013.

Che cos’è la dengue
La febbre dengue è una malattia virale ampiamente diffusa nelle aree tropicali e sub-tropicali, ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare del genere Aedes (del quale fa parte anche la zanzara tigre) che hanno, a loro volta, punto una persona infetta: non si ha contagio diretto tra esseri umani. La zanzara acquisisce il virus pungendo un essere umano infetto e, dopo circa sette giorni, il virus è presente nelle ghiandole salivari della zanzara, la quale rimane infettata a vita. Pungendo un altro essere umano non immune il virus viene iniettato nel soggetto, e il ciclo del virus si perpetua in tale modo.

I virus responsabili della malattia sono quattro (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) e appartengono alla famiglia delle Flaviviridae, della quale fanno parte anche i virus di febbre gialla, West Nile, encefalite da zecca e chikungunya. I quattro virus della dengue non hanno cross-immunità, pertanto un soggetto può potenzialmente sviluppare la malattia quattro volte nella vita.

Ciclo di trasmissione della dengue legata a viaggi in zone endemiche con potenziale rischio di infezione delle zanzare tigri locali.
dengue ciclo di trasmissione

Aspetti clinici e sintomatologia

Dopo la puntura da parte di una zanzara infetta, la malattia ha un periodo di incubazione dai 3 ai 14 giorni (media 4-7). Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
I principali sintomi includono febbre, mal di testa acuti, dolori attorno agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. Il 40-80% delle infezioni è asintomatico, e ciò rappresenta un importante problema di sanità pubblica nei Paesi dove la zanzara del genere Aedes è presente. I sintomi della febbre dengue raramente durano più di 10 giorni. Una minima proporzione di casi (<5%) può però andare incontro a complicanze severe ed una frazione di essi può essere fatale. La maggior parte dei casi severi e dei decessi avviene nei bambini e negli adolescenti, nei quali si può presentare con maggiore probabilità la forma clinica chiamata: Dengue shock syndrome.

Malattia e prevenzione: quali risposte
Al momento non sono disponibili ne’ vaccini ne’ profilassi pre- o post-esposizione. Nell’eventualità di casi di dengue, il Ministero della salute italiano raccomanda di implementare le seguenti attività di sorveglianza entomologica e controllo della Aedes albopictus:
  • Attivazione o potenziamento del monitoraggio nelle immediate vicinanze dell’abitazione del caso.
  • Trattamenti su suolo privato e pubblico, all’interno di un’area compresa entro 200 metri di raggio intorno all’abitazione del caso.
  • Ricerca e rimozione di focolai larvali domestici e peri-domestici.
  • Trattamenti adulticidi (1 ciclo): spaziale, con prodotti abbattenti; della vegetazione (erba alta, siepi, cespugli) fino a un’altezza di 3-4 metri.
  • Trattamento dei focolai larvali non rimovibili con prodotti larvicidi.
  • Informazione agli abitanti sulle misure da adottare per prevenire il contatto col vettore.
  • Replica di tutti gli interventi in caso di pioggia o nel caso in cui il monitoraggio indichi una scarsa efficacia del primo ciclo di trattamento.
  • In caso di epidemia ripetere comunque l’intero ciclo dopo la prima settimana, poi seguendo le indicazioni del monitoraggio di larve e adulti.

Per quanto riguarda i comportamenti individuali:
  • Evitare l’abbandono all’aperto di materiali che consentano all’acqua piovana di raccogliersi e costituire un focolaio di deposizione.
  • Eliminare le raccolte di acqua stagnante da sottovasi, copertoni, bidoni, secchi, ecc.
  • Coprire o trattare i recipienti di raccolta dell’acqua piovana destinata alle annaffiature.
  • Introdurre pesci rossi in vasche e fontane ornamentali.
  • Trattare i tombini di raccolta dell’acqua piovana ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi come il Bacillus thurigiensis Israeliensis.

Consigli per i viaggiatori verso aree endemiche:
  • La prevenzione si basa sulla protezione delle punture di zanzara.
  • Le zanzare del genere Aedes hanno attività prevalentemente diurna sia negli ambienti indoor che outdoor.
  • È raccomandato l’utilizzo di repellenti cutanei ove non controindicato da età e gestazione in atto.
  • È raccomandato l’utilizzo abiti lunghi chiari coprenti (t-shirt e pantaloni).
  • È raccomandato l’utilizzo di zanzariere sulle quali è possibile applicare i repellenti.
  • È raccomandato l’utilizzo dell’aria condizionata.

In Italia il vettore potenzialmente più competente è l'Aedes albopictus, meglio conosciuta come “zanzara tigre”, introdotta in Europa dal 1990 e attualmente stabile e diffusa in tutto il Paese fino a quote collinari, soprattutto nei centri abitati, dove stagionalmente può raggiungere densità  di presenza molto elevate.  La Aedes albopictus è stata già responsabile di casi autoctoni di dengue in Francia e Croazia.
Altre specie, di più recente importazione sono le Aedes koreicus e Aedes japonicus, attualmente diffuse in aree limitate in alcune regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia).
Infine va considerata la Aedes aegypti, il vettore principale di molte arbovirosi, non presente in questo momento in Italia, ma la cui importazione potrebbe rappresentare un grande pericolo per la trasmissione autoctona di questi virus. La Aedes aegypti è correntemente presente a Madeira (Portogallo), dove ha provocato casi autoctoni nel 2012 e nel 2013

Mappa della presenza di Aedes albopictus, Aedes koreicus e Aedes japonicus in Italia -ultimo aggiornamento marzo 2016. In rosso le province dove si è stabilizzata la Aedes albopictus. In azzurro l’area dove è stata rilevata la presenza di Aedes koreicus e Aedes  japonicus.

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