ARS NEWS - 31/07/2014
“L'assenza di alcune malattie è come la libertà, ti accorgi di quanto sia importante solo quando l'hai persa”: è quanto ha affermato il Ministro della salute Beatrice Lorenzin a seguito dell’allarme registrato in alcune regioni italiane sulla riduzione delle coperture vaccinali, in particolare per morbillo-parotite-rosolia.
Il raggiungimento di una elevata copertura vaccinale rientra infatti tra gli obiettivi del
Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita approvato nel
2003 dalla Conferenza permanente per i rapporti fra Stato, Regioni e Province autonome. E nel
2010 i
paesi della
Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno rinnovato il loro impegno, iniziato nel 2001, all’eliminazione di morbillo e rosolia e alla riduzione dei casi di rosolia congenita entro il 2015.
In
Toscana dall’inizio della
vaccinazione per morbillo-parotite-rosolia la copertura è andata progressivamente crescendo fino a superare il 90% dei bambini a partire dal 2006. Con andamento inversamente proporzionale, mentre aumentava la copertura, diminuivano i casi di infezioni. Negli ultimi anni si è però notata una modesta flessione del numero di soggetti vaccinati (dal 92,6% nel 2009 al 90,04% nel 2013) che, pur rimanendo intorno al 90%, fa pensare a un’inversione di tendenza.
Nel corso degli ultimi anni si è assistito infatti all’effetto deleterio di
anti-vaccinatori (medici e non medici), che scelgono tesi che la scienza ha ormai sconfitto da tempo. Negli anni ‘90 un medico inglese ha addirittura ipotizzato che l’autismo potesse essere causato da un’anomala risposta al vaccino morbillo-parotite-rosolia. È stato successivamente dimostrato che questa teoria era assolutamente errata e che non esiste nessun rapporto tra vaccino MPR e autismo (
Stehr-Green P. et al, 2003;
Hornig M. et al, 2008).
Nessun
vaccino così come nessuna azione medica ha rischio pari a zero, ma è necessario paragonare il rischio connesso alla vaccinazione con quello associato alla malattia infettiva.
Le malattie che rientrano nel nostro vissuto possono essere infatti estremamente pericolose. Il
morbillo può complicarsi in encefalite/encefalomielite in un caso ogni 1.000 bambini che si ammalano e l’encefalite ha spesso esiti permanenti devastanti. La
rosolia, pur essendo una malattia lieve, in molti casi addirittura asintomatica, è però estremamente grave quando si presenta durante la gravidanza, perché può portare a morte fetale ma anche a sindrome da rosolia congenita (cecità, sordità, ritardo mentale, cardiopatia). Anche la
parotite considerata, nei bambini, una malattia ad evoluzione benigna, può essere mortale in 1 caso su 10.000.
La bassa diffusione che presentano oggi queste malattie, grazie alle vaccinazioni, fa sì che venga meno il ricordo della loro pericolosità e si percepisca di meno la necessità di proteggersi.
Si deve invece ricordare che le vaccinazioni rappresentano uno dei più grandi progressi della salute pubblica. I risultati delle
vaccinazioni nel mondo si misurano in numero di
vite salvate: sono migliaia e migliaia i bambini sopravvissuti grazie alle vaccinazioni (
Roush SW et al, 2007). In Italia per quanto riguarda il morbillo negli ultimi 18 anni, grazie a vaccinazioni su larga scala, sono stati evitati 2 milioni di casi di contagio e 2 mila decessi.
Le vaccinazioni previste dal
calendario regionale (
deliberazione della Giunta regionale n. 448 del 31 marzo 2010), come offerta attiva e gratuita, ci proteggono da
malattie gravissime, oggi quasi
scomparse grazie alle
vaccinazioni, come poliomelite, tetano, difterite, meningiti o da malattie ancora diffuse come l’epatite B o infine da malattie altamente pericolose se contratte in epoca infantile come la pertosse. E’ stata inoltre introdotta una strategia di vaccinazione universale attiva contro la varicella: è possibile vaccinarsi contemporaneamente alla vaccinazione anti-morbillo-parotite-rosolia (sottoforma di vaccino tetravalente MPRV) o come vaccino singolo.
Per approfondire: