ARS NEWS - 24/04/2014
Anche quest’anno il 25 aprile si celebra la
Giornata mondiale contro la malaria. Tanti progressi sono stati fatti per sconfiggere questa malattia che può essere mortale, ma anche prevenibile e curabile. La malaria è stata completamente
eradicata in ampie zone del mondo negli ultimi decenni grazie ad una serie di interventi pluriennali ad ampio raggio che avevano come obiettivo il vettore (la zanzara), l'ambiente e il parassita. Si stima che siano circa
3.3 milioni le
vite salvate dal 2000 ad oggi, con una significativa
riduzione del tasso di
mortalità di quasi il 42% globalmente e del 49% circa in Africa.
La malaria resta però una
malattia della povertà. I paesi dove è maggiormente diffusa non hanno le risorse per sostenere interventi coordinati per lunghi periodi e su ampia scala e hanno bisogno di aiuto esterno per implementare efficaci misure anti-malaria. Sensibilizzare opinione pubblica, partner internazionali, aziende e fondazioni è importante e proprio quest’anno anche il tema della
Giornata mondiale della salute 2014 è stato focalizzato sulle
malattie trasmesse da vettori.
Tanti progressi ma ancora tanto da fare: ogni minuto un bambino muore di malariaPurtroppo la malaria continua a uccidere. L’
Oms calcola che nel
2012 si sono verificati circa
207 milioni di
nuovi casi, più di
600 mila le
vittime ogni anno. E il numero delle vittime non è assolutamente certo, molti infatti sono i casi che non vengono registrati. Ancor più impressionanti
i numeri diffusi dall'Oms che riguardano i bambini: nel
2012 la
malaria ha ucciso circa
482 mila bambini sotto i cinque anni,
1.300 ogni giorno,
un bambino quasi
ogni minuto.
A rischio di contagio circa metà della popolazione mondialeNel 2013 in ben 97 paesi la malattia ha continuato a diffondersi. Nell'
Africa sub-sahariana si concentra il
90% delle morti, tuttavia, Asia, America Latina, e in misura minore, il Medio Oriente e parte dell'Europa ne sono colpiti.
In generale, i gruppi più esposti al
contagio sono i
bambini sotto i 5 anni e le donne in
gravidanza, entrambi particolarmente vulnerabili dal punto di vista immunitario, i malati di
Hiv/Aids, i
viaggiatori non immuni che provengono dalle zone dove la malaria non è endemica, i figli degli immigrati che tornano a visitare i paesi di nascita dei genitori dove la malaria è endemica.
L’Europa: casi importati, ma occorre non abbassare la guardiaSecondo l'ultimo
Annual epidemiological report ECDC nei
paesi europei il numero di casi confermati di malaria è rimasto stabile negli ultimi cinque anni, oscillando intorno a 1 ogni 100 000 abitanti all'anno. Quasi tutti i casi riportati (circa il 99%) sono “
importati” da luoghi in cui la malattia è endemica. Solo la
Grecia costituisce un'eccezione con quasi il 41% di casi endogeni. La trasmissione locale è tuttavia sempre possibile in Europa, quindi occorrono costanti misure di sorveglianza e prevenzione e azioni per favorire l’accesso ai servizi sanitari da parte dei lavoratori stagionali.
Nel
2011 in 26 paesi UE/SEE sono stati segnalati
5482 casi accertati di malaria, l’83% dei quali riportati da Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. In
Italia i casi notificati nel
2010 sono stati
662.
La sorveglianza in Italia e i casi toscaniIn Italia, l'attuale sistema di sorveglianza delle malattie infettive prevede una suddivisione in cinque classi, caratterizzate da tempi e modalità di notifica diversi. La
malaria appartiene alla
III classe, ovvero al gruppo di malattie che hanno l’obbligo di notifica alle autorità sanitarie entro le 48 ore.
La
Regione Toscana predispone ogni anno un
aggiornamento epidemiologico annuale sulle malattie infettive che contiene una sintesi delle notifiche delle cinque classi segnalate dalle Aziende sanitarie. Nel
2012 i casi di malaria nella nostra regione sono stati
33, tutti d'
importazione da paesi in cui la malattia è endemica.
Un nuovo pericolo: la resistenza ai farmaciLa resistenza ai farmaci antimalarici costituisce un grave problema. In quattro paesi del Sud-Est asiatico per esempio è stata rilevata la
resistenza dei parassiti all’
artemisinina – il principio attivo impiegato nei farmaci antimalarici. Se la resistenza all’artemisinina si intensificasse e si diffondesse ad altre grandi aree geografiche, le conseguenze per la salute pubblica potrebbero essere disastrose, in quanto ad oggi non vi sono farmaci antimalarici alternativi disponibili. Raccomandazioni più esaustive sono contenute nel
Global Plan for Artemisinin Resistance Containment (GPARC) pubblicato dall’Oms nel 2011.
Per approfondire: