Casi di morbillo in Toscana e in altre regioni italiane nei primi mesi del 2017


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Il morbillo in Italia
Nei primi tre mesi del 2017 sono stati notificati nel nostro Paese circa 1.000 casi di morbillo.Nello stesso periodo dell’anno precedente i casi erano stati 220, dunque si è registrato un aumento del 360% circa.

Quattro regioni sono state le responsabili di oltre l’80% dei casi totali: si tratta di Lazio (270 casi), Piemonte (244 casi), Lombardia (160 casi) e Toscana (138 casi). Nei mesi di gennaio-marzo 2017, il tasso d’incidenza più alto è stato registrato in Piemonte (5,5 per 100mila abitanti) seguito da Lazio (4,6 per 100mila abitanti) e Abruzzo (3,7 per 100mila abitanti).La Toscana si è collocata al quarto posto con un tasso di 3,7 per 100mila abitanti (Figura 1).

Figura 1
Incidenza (per 100mila abitanti) di casi di morbillo per regione, gennaio-marzo 2017 (Fonte: ARS su Istituto superiore di Sanità)

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La malattia ha colpito prevalentemente i giovani adulti con il 57% dei casi nella fascia di età 15-39 anni (età mediana 27 anni). L’analisi per età ha inoltre evidenziato che il 18% dei casi aveva 0-4 anni, l’8% 5-14 anni ed il restante 17% 40-64 anni.
Il 90% dei casi non era vaccinato; il 33% ha avuto almeno una complicanza; il 41% è stato ospedalizzato; gli accessi al Pronto soccorso sono stati il 14%; l’11,1% dei casi ha riguardato operatori sanitari.
Questi sono i principali dati registrati dal "Sistema di Sorveglianza integrata morbillo & rosolia" pubblicati dall'Istituto superiore di Sanità lo scorso 28 marzo
(http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/Infografica2017.asp).

Impatto della vaccinazione di massa in Italia
Il vaccino per il morbillo è stato reso disponibile in Italia nel 1976. Tre anni più tardi, nel 1979, è stato raccomandato nei bambini di 15 mesi di età. Nel 1990 è stato introdotto nel "Programma nazionale di vaccinazione" il vaccino tetravalente MPR (morbillo/parotite/rosolia) raccomandato a 15 mesi di età. Nel 1999 sono state riviste le raccomandazioni, prevedendo la prima dose a 12-15 mesi di età ed introducendo una seconda dose a 5-6 anni oppure a 11-12 anni. Nel 2003 viene approvato il "Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e rosolia congenita", secondo le indicazioni dell'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), con l'obiettivo di eliminare il morbillo e la rosolia entro il 2015. Nel 2007 infine è stato introdotto il nuovo vaccino tetravalente MPRV (Proquad) in cui è stato aggiunto l'antigene della varicella al vaccino trivalente MPR.
Nonostante tali provvedimenti, la copertura vaccinale per il morbillo al 31/12/2015 risulta in Italia dell'85% circa, valore che per quanto elevato, non è sufficiente a determinare la cosiddetta "immunità di gregge" e, visti i recenti focolai epidemici, l'obiettivo OMS non è stato raggiunto.
Il virus continua a circolare nel nostro Paese, manifestandosi con epidemie di dimensioni limitate e distanziate di alcuni anni l'una dall'altra, a causa di sacche di popolazione non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Più precisamente, il fatto che la malattia a livello mondiale colpisca prevalentemente i bambini nella fascia di età 1-3 anni mentre in Italia, come anticipato, la fascia dei giovani adulti, suggerisce si tratti della conseguenza di aver introdotto la vaccinazione di massa alla fine degli anni '90. I nati dal 2000 ad oggi sono infatti per la maggior parte vaccinati, dunque protetti, tuttavia esiste una parte di popolazione non vaccinata negli anni ottanta, e che non ha avuto la malattia da bambino, che adesso è maggiormente esposta al contagio.

La situazione in Toscana
In Toscana, come detto, sono stati registrati 138 casi di morbillo nel primo trimestre del 2017. Nello stesso periodo dell'anno precedente i casi notificati erano stati solamente 3, dunque l'aumento è stato pari al 4.500%, suggerendo la presenza di molteplici focolai epidemici.
I dati sui casi notificati di malattia, resi disponibili dal Sistema informativo delle Malattie infettive (SIMI) a partire dal 1994, mostrano che in Toscana i picchi d'incidenza più elevati sono stati registrati negli anni 1994-1997 (picco massimo nel 1995 con 2.653 casi), seguiti dai 330 casi del 2002, dai 219 casi del 2003, dai 599 casi del 2008 e infine dai 163 casi del 2011 (Figura 2).

Figura 2
Numero casi di morbillo (asse sinistro) e incidenza per 100mila abitanti (asse destro) per anno. Toscana, 1994-2016 (Fonte: ARS su dati SIMI)

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L'analisi per età evidenzia in Toscana che oltre alla fascia d'età pediatrica, ce ne sono altre che presentano elevati valori di incidenza. Più precisamente, nel periodo che va dal 1994 al 2004 è la classe 5-14 anni ad avere valori di incidenza molto prossimi a quelli dei più piccoli (Figura 3), facendo registrare valori anche superiori nel 1999 e nel 2000. A partire dal 2006 invece è la classe dei giovani adulti (15-39 anni) ad assumere valori molto prossimi a quelli della classe pediatrica, rivelando valori anche superiori nel biennio 2006-2007, nel 2013 e nel 2015.

Figura 3
Incidenza (per 100mila abitanti) di casi di morbillo per classe di età. Toscana, anni 1998-2016 (Fonte: ARS su dati SIMI)


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Il morbillo è una malattia generalmente evitabile tramite vaccinazione. Come è possibile osservare dalla Figura 4 è raro che la malattia colpisca oltre il 10-15% dei soggetti vaccinati.

Figura 4
Percentuale di casi di morbillo vaccinati per anno. Toscana, anni 1994-2016 (Fonte: ARS su dati SIMI)

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Le complicazioni del virus sono comuni e talvolta comportano un'ospedalizzazione. In Toscana nel periodo analizzato (1994-2016) in media il 27% di coloro che ha avuto la malattia è stato ricoverato. Le complicazioni sono generalmente più gravi negli adulti; questo risultato è confermato dai dati toscani, infatti distinguendo i ricoverati nei due gruppi: A) età <10 anni e B) età maggiore di 11 anni, è risultato che il gruppo di età maggiore è stato ricoverato molto più frequentemente rispetto a quello dei più giovani (Figura 5).

Figura 5
Percentuale di casi di morbillo ricoverati per classe di età (11 anni e + vs <10 anni) e anno. Toscana, anni 1994-2016 (Fonte: ARS su dati SIMI)

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In Toscana la malattia colpisce prevalentemente residenti italiani (media del periodo analizzato pari al 94%), mentre per quanto riguarda il genere, sebbene nell'intero periodo di studio sia stata osservata una leggera prevalenza maschile (58%), in alcuni anni è stato osservato un numero di casi femminili anche superiore rispetto a quelli maschili (lo scorso anno ad esempio, dei 19 casi totali 14 sono state femmine e 5 maschi).

Considerazioni finali
Nei Paesi industrializzati come l'Italia la vaccinazione ha fortemente ridotto sia la mortalità, che le complicanze gravi della malattia, provocando da un lato l'effetto di far sottovalutare i reali rischi della malattia, dall'altro di alimentare la cosiddetta "esitazione vaccinale" (termine che comprende i concetti di indecisione, incertezza, ritardo, riluttanza) attualmente amplificata dalla facilità di reperire informazioni contrastanti dal web. Tale esitazione si osserva anche in Toscana, dove le coperture vaccinali pediatriche (cicli completi entro il 24°esimo mese di vita) sono in lenta ma costante diminuzione da molti anni ed il vaccino trivalente MPR (Morbillo/Parotite/Rosolia), che comprende anche l'antigene del morbillo, è quello che fa registrare tra i più bassi livelli di copertura (Figura 6).

Figura 6
Percentuale di coperture vaccinali pediatriche (cicli completi entro il 24°esimo mese di vita) per morbillo/parotite/rosolia. Toscana, anni 1999-2015 (Fonte: ARS su Regione Toscana)

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