L'
HIV continua a rappresentare un grave problema di sanità pubblica a livello globale. Secondo i dati dell'ultimo
report UNAIDS, nel 2015 ci sono state, in tutto il mondo, oltre 2 milioni di nuove diagnosi di infezione da HIV e sono 36,7 milioni le persone che vivono con l'infezione da Hiv.
L'Italia, con un'incidenza di 5,7 casi ogni 100.000 abitanti, si posiziona nel 2015, al 13° posto in termini di incidenza Hiv tra le nazioni europee, registrando un lieve calo delle diagnosi di Hiv e di casi di Aids (
dati ECDC).
In Toscana, sia il
numero delle nuove diagnosi che il tasso di incidenza sembrano in leggera diminuzione così come in Italia: sono state notificate, nel 2015, 253 nuove diagnosi con un tasso di notifica di 6,7 per 100.000 residenti, il più basso dell’intero periodo di sorveglianza. In 7 anni di sorveglianza delle nuove infezioni di HIV (di cui si occupa l’ARS) sono state notificate in Toscana 2.064 nuove diagnosi. A livello nazionale la Toscana, continua ad avere un tasso di incidenza maggiore rispetto a quello nazionale (5,7 per 100.000 residenti) e si colloca al quinto posto tra le regioni, preceduta da Emilia Romagna (6,8 per 100.000 residenti ), Liguria (6,9 per 100.000 residenti), Lombardia ( 8,2) e Lazio (8,5).
Il 78,7% dei casi adulti segnalati in Toscana sono maschi. Si assiste negli anni ad un progressivo
aumento dell’età mediana alla diagnosi che passa da 38 anni del 2009 ai 41 del 2015. Le femmine continuano a mantenersi più giovani dei maschi alla diagnosi: nell’ultimo triennio il 47,8% delle donne ha scoprono la sieropositività tra i 20-39 anni, nelle età legate alla gravidanza. In entrambi i generi tuttavia la classe più frequente è quella degli over 50 con il 28,1% delle nuove diagnosi. La Toscana, insieme alla Liguria è la regione ad aver segnalato le più alte percentuali in questa fascia d’età.
La maggioranza delle
infezioni da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti che costituiscono nell’ultimo triennio il 90,1% di tutte le segnalazioni. I rapporti eterosessuali rappresentano la modalità di trasmissione nettamente più frequente per le donne (91,2%). Nei maschi il contagio è nel 53,8% dei casi omosessuale e nel 35,9% eterosessuale. La modalità di trasmissione eterosessuale è la modalità più frequente per gli ultra cinquantenni. Le persone che si sono infettate a causa dell’uso di droghe iniettive, sono intorno al 5%.
In Toscana il 61,9% dei pazienti HIV-positivo viene sottoposto a terapia antiretrovirale entro 90 giorni dalla diagnosi di sieropositività. Tra i casi di AIDS invece solo il 27,5% dei pazienti era stato sottoposto a terapia antiretrovirale pre-AIDS. Da rilevare un preoccupante ritardo diagnostico:
1 caso di HIV su 5 è già in AIDS conclamato al momento della diagnosi di sieropositività, il
55,0% è Late Presenter (LP) ovvero si presenta alla prima diagnosi di sieropositività con un quadro immunologico già compromesso (numero di CD4< 350 cell/ µL), o con una patologia indicativa di AIDS, senza differenze tra gli anni.
I Late presenter sono più frequenti nei maschi, in persone con età più avanzata, tra gli stranieri e tra gli eterosessuali (63,1% vs 44,8% nei MSM). Questo dato testimonia una ridotta percezione del rischio tra gli eterosessuali, che eseguono il test quando c’è già il sospetto di una patologia HIV-correlata.
Siamo di fronte a un abbassamento del livello di guardia, legato alla scarsa conoscenza del problema e dei comportamenti a rischio. La conseguenza: una diffusione anche inconsapevole dell’infezione e un ritardo nell’accesso alle cure. Iniziare la terapia antiretrovirale precocemente è un vantaggio sia in termini di sopravvivenza che di qualità della vita.
Il
52,6% dei pazienti effettua il test nel momento in cui vi è il sospetto di una patologia HIV correlata o una sospetta MTS o un quadro clinico di infezione acuta e solo il 31,8% lo effettua spontaneamente per percezione di rischio, a confermare la bassa percezione del rischio. Nelle femmine oltre a queste due motivazioni, si aggiunge una quota importante di
donne che ha eseguito il
test durante un controllo ginecologico in gravidanza (10,8%). Scoprire la sieropositività in gravidanza permette non solo di iniziare la terapia precocemente e di salvaguardare quindi la salute della donna, ma consente anche di prevenire la trasmissione del virus al bambino, come è testimoniato dall’abbattimento nel nostro paese del tasso di incidenza di infezione neonatale. Nell’intero periodo di sorveglianza i casi pediatrici sono stati 5. Nessun caso è stato segnalato nel 2015.
Si conferma come per gli scorsi anni, per gli
uomini omosessuali una maggior percezione del rischio rispetto agli eterosessuali, effettuando il test spontaneamente per percezione del rischio nel 48,6% dei casi (19,9% negli etero).
Particolare attenzione merita la popolazione straniera. I pazienti con nazionalità straniera a cui viene diagnosticata una infezione da HIV sono stati, nell’intero periodo di sorveglianza 517 (il 25,2% del totale) ed hanno un tasso di notifica di quasi 3 volte superiore a quello degli italiani (18,2 per 100.000 residenti vs 6,6).
Il tasso di notifica degli stranieri risulta tuttavia in forte diminuzione negli anni (era il 23,9 per 100.000 nel triennio 2009-2011) e risulta in linea con il dato nazionale; quello tra gli italiani ha un andamento costante negli anni e nel contesto nazionale, la Toscana è tra le regioni con tasso più alto.
Al 31 dicembre 2015 in Toscana le
persone malate di AIDS viventi sono 1.962. La mortalità per AIDS a 2 anni dalla diagnosi è intorno al 10% ed è drasticamente diminuita dalla metà degli anni ’90. Con l’introduzione della terapia antiretrovirale nel 1996, in Toscana, in Italia e nel resto del mondo è aumentata la sopravvivenza delle persone infette da HIV e sono diminuiti i decessi per AIDS.
L’
andamento dei casi di AIDS nella nostra regione è analogo a quello nazionale: dal 1995 (in cui i casi erano 367) si registra una progressiva diminuzione, che si è assestata negli ultimi anni intorno a 80-90 casi l’anno. Le nuove diagnosi in Toscana nel 2015 sono state 87. L’incidenza è maggiore tra i maschi: nel 2015 il rapporto maschi/femmine è quasi di 6 ad 1. Nel contesto nazionale, nel 2015 la Toscana risulta la regione con il più alto tasso di incidenza (2,0 per 100.000 residenti rispetto all’1,4 per 100.000 residenti nazionale).