ARS NEWS - 20/05/2013
E’ uscito da poco sulla rivista
BMC Public Health l’articolo
Late presenters among persons with a new HIV diagnosis in Italy, 2010-2011 del gruppo di lavoro costituito dal
Centro Operativo AIDS (COA) e dai delegati regionali del sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezioni da HIV, di cui l’
Agenzia regionale di sanità è il rappresentante per la Toscana.
I
late presenter (LP) sono quei pazienti che al momento della prima diagnosi di sieropositività hanno un numero di linfociti CD4 minore di 350 cell/µL o hanno una patologia indicativa di AIDS indipendentemente dal numero di CD4.
Vengono definiti invece come
presenter with advanced HIV disease (AHD) i pazienti che al momento della prima diagnosi di sieropositività hanno un numero di linfociti CD4 minore di 200 cell/µL o hanno una patologia indicativa di AIDS.
Secondo i dati del sistema di
sorveglianza nazionale, su
7300 nuove diagnosi di HIV nel 2010-2011, il 55,2% sono LP e il 37,8% sono AHD. Il rischio di essere un late presenter cresce all’aumentare dell’età ed è più elevato per gli
stranieri rispetto agli italiani e per i pazienti diagnosticati nel
Centro e
Sud Italia rispetto ai pazienti del Nord Italia. Inoltre il rischio è più elevato per coloro che si infettano attraverso l’uso iniettivo di
droghe e tra gli
eterosessuali rispetto ai MSM (Maschi che fanno Sesso con Maschi).
In
Toscana i dati sono in linea con quelli nazionali: sono late presenter il 57,4 % delle nuove diagnosi (i presenter with advanced HIV disease sono il 42,6%) e sono concentrati in proporzioni più alte negli
etereosessuali a conferma del fatto che gli MSM hanno una maggior percezione del rischio che comporta un minor ritardo alla diagnosi.
Interventi mirati alle fasce più a rischio e un maggior accesso al
test sono necessari per ottimizzare l'accesso precoce alle cure e al trattamento.
Per approfondire: