La cura del diabete in Toscana, evidenze ed esiti


immagine giornata mondiale diabete 2016
In Italia sono oltre 3 milioni e mezzo le persone con diabete di tipo 1 oppure di tipo 2: si tratta di oltre il 5% della popolazione. Quelle con diabete di tipo 1 - patologia cronica, autoimmune, insulino-dipendente, che colpisce soprattutto bambini e ragazzi - sono circa 300 mila e l’incidenza è in aumento, in Italia come nel mondo. Anche a livello mondiale le cifre sono rilevanti: 450 milioni di adulti con il diabete, che si stima possano arrivare a 640 milioni di persone entro il 2040. Preoccupante il fatto che, per un adulto con diabete su due, la malattia non sia diagnosticata: nella maggior parte dei casi si tratta di diabete di tipo 2, tipico dell'età adulta e spesso legato a stili di vita non sani (scarsa attività fisica, obesità, scorretta alimentazione). 

La giornata mondiale del diabete è l'occasione per porre l'accento sull'importanza dello screening, di una diagnosi tempestiva e di un trattamento precoce: le persone affette da diabete di tipo 1 o 2 rischiano infatti complicanze pericolose per la loro vita come cecità, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, amputazione degli arti inferiori.

In occasione della giornata mondiale pubblichiamo sul nostro sito web anche le presentazioni del seminario La cura del diabete in Toscana: evidenze ed esiti, che ha recentemente fatto il quadro della situazione in Toscana, presentando diversi studi epidemiologici condotti da ARS, MeS, Ispo e dall’Azienda USL Toscana centro. Il seminario ha toccato aspetti importanti e presentato dati su:
  • Diagnosi incidentale del diabete in ospedale: è stato rilevato che una frazione non trascurabile dei diabetici “scopre” la malattia in maniera casuale durante un ricovero per un motivo che nulla ha a che vedere con il diabete. Accade per 4 ricoverati ogni mille, e in misura maggiore fra gli anziani e gli immigrati. Dalle analisi ARS, contrariamente a quanto si legge in letteratura, la prognosi di questi pazienti non è però statisticamente diversa da quella dei diabetici “noti”. 
  • Ospedalizzazioni per la patologia del piede di Charcot: si è sottolineato il rischio molto elevato di amputazioni.
  • Insufficienza renale nei diabetici: il 10,5% della popolazione toscana sopra i 45 anni ha uno stadio 3-5 di CKD (Chronic Kidney Disease - insufficienza renale), mentre nei diabetici questa percentuale raddoppia (20,5%) e la velocità di progressione della malattia è più elevata. La riduzione del GFR (tasso di filtrazione glomerulare, che misura la funzionalità renale) dà ragione di gran parte dell’eccesso di mortalità del paziente diabetico.
  • Pazienti in cura per il diabete seguiti da medici aderenti al progetto Sanità di iniziativa: si rileva per questi pazienti una maggiore adesione alle linee guida sul diabete ed anche un maggior ricorso all'ospedale, ma in maniera perlopiù programmata.

Al seminario sono stati inoltre presentati alcuni contributi scientifici su:
  • Effetto del diabete sul rischio di ictus: è stato rilevato un rischio molto più elevato per le donne nel periodo della menopausa.
  • Effetto dell’aderenza alle linee guida per il diabete sul rischio di eventi cardiovascolari: è stato rilevato che, anche in questo caso, le donne arrivano ad essere trattate adeguatamente nella loro patologia diabetica sempre piu’ tardi rispetto agli uomini.
  • Screening per il diabete gestazionale in gravidanza: è risultato il 20% piu’ comune per le ultra-quarantenni rispetto alle donne piu’ giovani di 25 anni; aumenta inoltre nelle donne obese, tra le primipare, e tra quelle che hanno un titolo di studio medio-alto.
  • Statine: questi farmaci, spesso utilizzati nei diabetici come prevenzione primaria e secondaria dagli eventi cardiovascolari, vengono considerati in letteratura anche dei potenti antinfiammatori. L'ARS ha inoltre stimato che le statine sono spesso associate anche alla riduzione del rischio di infezioni.
  • Pazienti diabetici colpiti da tumore: è stata sottolineata l'importanza che sia i pazienti che i medici che li seguono, non si “dimentichino” della patologia diabetica, e continuino, nonostante l’importante evento concomitante, a controllare il diabete secondo le principali indicazioni.




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