Al convegno “Giornate Nefrologiche” che si è svolto lo scorso 3-4 maggio, l’Agenzia regionale di sanità ha presentato i
risultati di uno studio epidemiologico sulla malattia renale cronica e
sul sistema di monitoraggio dei percorsi diagnostico-terapeutici effettuati dagli assistiti che ne sono affetti.
Semplificando, si parla di
malattia renale cronica quando la funzione renale, espressa in termini di volume di filtrato glomerulare (GFR), scende al di sotto di 90 millilitri/minuto. La malattia può essere distinta in cinque stadi: stadi 1 e 2 (iniziali) quando la GFR è tra 90 e 60 mil/min, stadio 3 (intermedio) quando la GFR è tra 60 e 30 mil/min e stadi 4 e 5 (avanzati) quando la GFR è inferiore a 30 mil/min. Nelle fasi più avanzate della malattia, si deve ricorrere alla dialisi o al trapianto di rene.
Abbiamo stimato che la
prevalenza della malattia renale cronica in Toscana di stadio 3 o superiore, tra gli assistiti d’età uguale o superiore ai 45 anni (sotto quest’età la malattia è rara), con l’esclusione dei pazienti in dialisi o con trapianto di rene, è di circa
10 assistiti ogni 100, di cui 9 in stato 3 e 1 in stadio 4 e 5. La prevalenza della malattia aumenta con l’età ed è leggermente più alta tra le donne che tra gli uomini (vedi figura). Si tratta di dati di prevalenza molto simili a quelli ottenuti da altri studi condotti in altre regioni italiane.
L’ARS, ha anche predisposto un
sistema di indicatori per monitorare i livelli di adesione alle raccomandazioni cliniche per la gestione di questi pazienti. Ad esempio, la percentuale di pazienti con malattia renale cronica che effettuano almeno una visita nefrologica una volta l’anno. Ad oggi, abbiamo potuto calcolare questi indicatori soltanto per i pazienti residenti nel territorio di una ex-ASL che ci ha messo a disposizione i risultati degli esami di laboratorio. Come atteso, in questi pazienti, la presa in carico nefrologica avviene prevalentemente nelle fasi più avanzate della malattia ed è più ampia nei giovani rispetto agli anziani. Osserviamo anche una lieve differenza per genere, con gli uomini seguiti un po’ di più delle donne (vedi grafico).
L’ARS, in collaborazione con i professionisti, sta predisponendo un sistema di monitoraggio finalizzato al calcolo di un set condiviso di indicatori per tutti i pazienti residenti in regione a supporto delle attività di audit sistematico dei servizi.