L’ISPO ha recentemente pubblicato sulla rivista «Epidemiologia e Prevenzione» un
articolo sulla mortalità per genere nei bambini e negli adolescenti in Toscana, in cui si rileva che i maschi, in tutto il periodo della crescita, sono soggetti ad un maggior numero di decessi.
Secondo i dati del Registro di mortalità regionale toscano, dal 1995 al 2010 il numero complessivo dei decessi nei residenti in toscana di età ≤19 anni è pari a 6.202 (3.804 maschi e 2.398 femmine). La
mortalità infantile (nel primo anno di vita) si è dimezzata dal 1995 al 2010 (da 6,4 a 3,1 per 1.000 nati vivi), in relazione alla riduzione della mortalità neonatale (da 4,8 a 2,1 per 1.000 nati vivi). La mortalità si è ridotta anche per le fasce di età successive. E’ nei
maschi che si osserva il
maggior numero di decessi: per loro i rischi relativi (RR) di morte rispetto alle femmine sono significativamente in eccesso per tutte le classi di età (RR=1,53; IC95%1,46-1,62), per il primo anno di vita (RR 1,17; IC95% 1,07-1,28), sopra i 10 anni di vita (età 10-14: RR 1,35; IC95%1,13-1,60 – età 15-19: RR 2,94; IC95%2,64-3,28), e per tutti i tumori, i disturbi psichici, le malattie del sistema nervoso, le malattie dell’apparato circolatorio, le cause di origine perinatale, ed anche per i traumatismi e gli avvelenamenti. I rischi osservati per classe di età sono paragonabili a quelli osservati in Scozia e negli Stati Uniti negli stessi anni, così come i risultati per causa di decesso.
Secondo l’ISPO è ancora possibile ridurre, pur lievemente, la mortalità nell’infanzia e nell’adolescenza, in particolare per cause accidentali. Rimangono ancora in buona parte da approfondire le differenze di genere osservate nella mortalità in tutto il periodo della crescita, anche al netto degli eventi accidentali. Gli autori dell’articolo ritengono che questi risultati siano riconducibili a due principali
meccanismi biologici: la presenza nel patrimonio genetico dei maschi di un solo cromosoma X, che potrebbe renderli più vulnerabili per malattie recessive, e le differenze ormonali legate a geni specifici che avvengono durante la crescita e che potrebbero influire di più sui rischi di malattia e morte del genere maschile. Non è da sottovalutare il ruolo svolto da
fattori comportamentali, sociali e ambientali che agiscono durante l’infanzia e l’adolescenza. Dall’articolo emerge quindi l’importanza di un approccio di genere alla salute sin dalla prima infanzia.